A Lesson in Violence: Terror Firmer & Repulsione

Bando alle ciance e a tediosi preamboli: Terror Firmer e Repulsione ci hanno regalato due dei migliori dischi di grindcore vecchia scuola di questo 2022. L’Emilia che odia ci da due lezioni di terrorismo musicale ed estremismo sonoro senza compromessi, bisogna solo prendere appunti senza perdere ulteriore tempo e stare pronti al grind-massacro!

The Ultimate Nuclear Core Esplosion“, questo il titolo scelto dai Terror Firmer per il loro attesissimo album di debutto. Si, incredibile ma vero, nonostante i grinders modenesi siano in giro dal 2008 arriva solo quest’anno il loro primo album dopo una serie di split e di ep che definire devastanti è riduttivo. E per l’occasione i nostri hanno scelto un titolo che non lascia spazio ad interpretazioni, un titolo che appare come una chiara dichiarazione d’intenti e che fuga ogni dubbio, se ce ne fosse stato ancora bisogno, sulla natura del grindcore suonato dalla band modenese. Diciassette tracce tra cui appaiono due cover emblematiche, Russian Roulette dei brasiliani Rot e Maniacal Discharge degli Unholy Grave, come a voler evidenziare in tutti i modi possibili quale sia la scuola grindcore a cui i Terror Firmer fanno riferimento e da cui prendono ispirazione. E’ infatti il grindcore più old school, quello che ancora trasuda fortemente di attitudine e impeto hardcore punk ma che è ha già intrapreso la strada del terrorismo musicale e dell’estremismo sonoro a tutti gli effetti, quel grindcore che qualcuno ad un certo punto ha iniziato a definire mincecore per sottolinearne la natura militante e di protesta, oltre che estrema nei suoni senza per questo invadere territori propriamente noise-core. Siamo quindi nei grind-territori dominati da brutti ceffi del calibro di Agathocles, Unholy Grave, Assück o Repulsion ma con un riffing che in certi momenti sembra voler chiamare in causa i cruciali S.O.B. e in certi frangenti, quelli più thrashy, gli indimenticati Unseen Terror. Diciassette tracce che sono mitragliate in pieno petto, un bombardamento a tappeto fatto di blast beats infiniti e riffing terroristici che però non perdono mai il gusto per certo groove capace di diversificare i vari brani e di renderli riconoscibili tra loro; una fondamentale lezione di estremismo sonoro che non fa prigionieri e che non conosce pietà. Siamo al cospetto del grindcore nella sua forma più pura, cruda e scarna, lontana da contaminazioni troppo metal o da inutili tecnicismi, suonato con passione, attitudine in your face e riottosa ed esigenza espressiva tipicamente hardcore, registrato in una maniera da riuscire a rimandare ad una dimensione “live” che amplifica la voglia di pogare fino a cadere a terra inermi e con le ossa rotte. Anni fa i modenesi urlavano “if you’re grindcore i am not” per ribadire da che lato della grind-barricata stavano, e con questa esplosione nucleare di ultra-core i Terror Firmer lo ribadiscono a gran voce per chiunque avesse ancora qualche dubbio.

Da Bologna tornano i Repulsione, altra istituzione in ambito musica estrema, essa sia powerviolence, grindcore, noise o in qualsiasi altro modo vogliamo chiamare il loro rumore trainato dalla potenza distruttiva dei due bassi e dai blast beats che sembrano poter radere al suolo qualsiasi cosa si trovi nel loro raggio d’azione. A differenza dei Terror Firmer, questo nuovo disco in casa Repulsione è il terzo full lenght, a ben sei anni di distanza dall’assurdo e brutale Desecrating. Ad accomunare i due lavori, oltre al terrorismo sonoro che permea ogni secondo dei due dischi, c’è però la scelta di utilizzare dei titoli che lasciano ben poco spazio a dubbi, interpretazioni o domande di sorta. Difatti il titolo scelto dai Repulsione per questa nuova fatica in studio, Human Destruction Front, sembra una vera e propria dichiarazione di guerra nichilista e misantropa all’umanità intera, senza esclusione di colpi e mossa solamente dalla necessità di distruggere questi mondo già in macerie e un’umanità che si è autocondannata all’estinzione, il tutto in nome della violenza sonora più viscerale e istintiva. Sedici schegge di grindcore veccia scuola impazzite pronte a conficcarsi nella carne e lacerarci in profondità, con il doppio basso che ci ronzerà nelle orecchie fino a farcele sanguinare e i blast beats che non perdono mezzo secondo nel tritarci il cervello e ridurlo in poltiglia. Un assalto sonoro dalla prima all’ultima traccia, non si segnalano momenti per riprendere fiato, perché quello dei Repulsione è ancora una volta l’esempio migliore del terrorismo sonoro più annichilente e che non guarda in faccia niente e nessuno. L’ennesima lezione di violenza inaudita per i Repulsione, un tornado pronto a spazzare via l’umanità, i suoi orrori e il false-grind!