Alldways – L’Odore dell’Asfalto le Sere d’Estate (2019)

L’odore dell’asfalto le sere d’estate mi è rimasto sulla pelle e non lo tolgo più…

Un’altra estate terribile sta volgendo al termine. Chi come me vive in una piccola città di periferia (di Milano così come altrove) in cui, d’estate più che mai, regna incontrastato solo il rumore del silenzio più assordante che evidenzia una patina di apparente quieto vivere che fa inesorabilmente rima con morte, sa benissimo riconoscere l’odore dell’asfalto le sere d’estate e il vortice di sensazioni che esso si porta con se, così come l’odore della vita che si ripete sempre uguale ogni giorno che passa lasciando in bocca un sapore di vaga malinconia mista ad una sensazione di mortale impotenza e totale immobilismo.

Ecco allora che in quest’altra estate terribile che si sta per concludere a tenermi compagnia nelle casse e nelle cuffie, ci è stato, in modo quasi costante  l’ultimo lavoro in casa Alldways, intitolato per l’appunto “L’Odore dell’Asfalto le Sere d’Estate”.

Dieci tracce di classico hardcore punk (a tratti sporcato da melodie che potrebbero richiamare anche certe sonorità Oi!) all’italiana sullo stile di Frammenti o dei più recenti LEISFA, sound a cui ci hanno sempre abituato i nostri carissimi Alldways. Tra le dieci tracce trova spazio anche una cover di uno dei pezzi più belli di tutto l’hardcore italiana, ovvero “2+2=5” dei grandissimi Minoranza di Uno, che risulta estremamente godibile suonata nello stile degli Alldways e cantata dalla doppie voce di Lafra e Silvia.

Gli Alldways continuano ad essere sinonimo di attitudine, coerenza e sincera passione per un modo di intendere l’hc non come semplice musica, ma un mezzo per esprimere un totale malessere nei confronti di questo esistente, un mezzo con cui tentare di sovvertire la quotidianità fatta di sfruttamento, repressione, oppressione, abitudine all’annichilimento delle nostre vite che vorrebbero divampare in tutta la loro rabbiosa gioia per costruire un esistente totalmente diverso. La seconda traccia “Usciamo allo Scoperto” secondo me è iconica di quanto ho appena scritto, con un testo che esprime al meglio la volontà di disertare e sovvertire questo esistente che ci vorrebbe condannati a morte nel suo quieto vivere, nella sua abitudine mortale che opprime, nella sua apatia dilagante. E quindi si, stanchi di un risveglio sempre uguale, usciamo allo scoperto e riprendiamoci le strade! Altro pezzo che mi ha colpito fortemente è “La Rivolta non Aspetta Domani”, musicalmente molto più vicino all’Oi! in stile Bull Brigade che all’hardcore dei Frammenti, accompagnato da un testo che secondo me riesce a sottolineare perfettamente quanto la dimensione del personale e quella del politico siano in realtà intrecciate e probabilmente inscindibili l’una dall’altra. Una canzone d’amore? Non proprio. Una canzone “politica”? Non solo. Una canzone per ricordarci che la rivolta non aspetta domani, che la rivolta è una necessità di molti e perciò le fiamme della nostra gioia devono tornare a divampare il prima possibile. La successiva “Oltre il Confine” ribadisce invece, se qualche stronzo se ne fosse dimenticato, un messaggio estremamente chiaro: di ogni confine e di ogni frontiera devono rimanere solo fottute macerie! Il nuovo disco degli Alldways non poteva che chiudersi con la titletrack, breve pezzaccio che lascia un sapore di forte malinconia in bocca, lo stesso sapore dell’estate appena passata, di quella prima e probabilmente anche di quella che verrà. “L’odore dell’asfalto le sere d’estate” è un disco sinceramente politico e personale, un pugno al petto che toglie il fiato, che fa perdere le parole ma lascia una voglia di urlare fino a perdere la voce, per sentirsi ancora una volta vivi, incazzati ma vivi. Perché la gioia della rivolta verso questo esistente la vogliamo vivere subito, senza rimandare, senza aspettare il domani.