Calvana – IɅ (2020)

Spesso il black metal ha dimostrato, soprattutto nell’ultima decade e specialmente nelle sue impersonificazioni più atmosferiche, un forte legame intimo e quasi ancestrale con il territorio, con la natura, con i paesaggi e di conseguenza con tutto un contorno di storie, folklore e leggende legate profondamente all’elemento naturale del paesaggio, che fossero montagne, foreste o quant’altro. Elemento naturale che, per quanto possa apparire iper abusato, ammetto di aver sempre preferito rispetto alle trite e ritrite tematiche legate ad un satanismo poco ispirato e solitamente di natura emulativa. Non ha mai fatto eccezione di ciò nemmeno la scena black metal italiana degli anni più recenti, basti difatti pensare ad un progetto come i piemontesi Enisum che fin dal nome scelto richiamano il monte Musine, montagna situata al principio della Val Susa.  Anche il gruppo di cui  vi parlerò nelle seguenti righe infatti prende ispirazione dall’elemento territoriale montano, difatti il nome del gruppo autore di questo “IɅ” richiama la Calvana, una catena montuosa appartenente all’Appennini e situata sul confine tra Prato e Firenze. Eccoci dunque giunti, dopo questo estremamente lungo excursus introduttivo, a parlare dei Calvana e del loro black metal condensato in questa prima fatica rilasciata a maggio.

 

Iniziamo dicendo che sul progetto Calvana e sulle entità che si celano dietro ad esso le informazioni biografiche scarseggiano, amplificando in questo modo una certa sensazione di mistero e oscurità che a dire il vero aleggia costantemente sull’intera loro proposta musicale, lirica e di immaginario. Proseguiamo spendendo due parole sull’artwork di copertina che, dominato dai colori rossi e neri, sembra raffigurare una vegetazione boschiva che si staglia su di un crinale montano. A differenza di moltissime altre copertine black metal che raffigurano maestosi paesaggi naturali, qui la volontà del gruppo sembra tendere verso pulsioni maggiormente minimaliste e in un certo senso di mistero, dato che comunque l’artwork appare volutamente come se fosse rovinato rendendo dunque più complesso capirne il soggetto. Resta certamente un opera grafica di assoluto valore e dai toni estremamente evocativi, perfetti, finalmente, per introdurci all’ascolto delle dieci tracce che compongono questo “IɅ” ; dieci tracce dai titoli criptici che, nella mia ignoranza, ho percepito come molto vicini ad un certo simbolismo esoterico.

Sul lato prettamente musicale, la proposta dei Calvana è caratterizzata da un black metal brutale, furioso, tempestoso di chiara ispirazione old school, capace di riportare alla mente in più momenti e passaggi tanto i maestri Mayhem quanto le pulsioni più gelide e malvagie di certi Immortal. L’album si apre con una batteria assestata su ritmi blast beat forsennati e senza pietà che ci danno immediatamente un assaggio di quello che ci troveremo ad ascoltare e che ci divorerà l’anima per i prossimi 56 minuti. Le vocals, al contrario di quanto uno possa aspettarsi, sono meno classiche del previsto, discostandosi da un tipico screaming lancinante e glaciale per lasciare spazio a una voce si sofferta ma cavernosa sullo stile dei Blood of Kingu (band nazi di merda), quasi come se provenisse direttamente dagli inferi più reconditi o dagli abissi più profondi. Altro elemento caratterizzante il sound dei Calvana è certamente l’estrema qualità e l’ispirazione nel riffing che, in alcuni passaggi, regala dei tremolo picking che sembrano usciti direttamente dalla scena norvegese degli anni 90. Il black metal del gruppo fiorentino, mano a mano che ci si addentra nell’ascolto delle varie tracce, tende a costruire un’atmosfera che si fa progressivamente più opprimente e soffocante, dando la reale impressione di non avere un momento per tirare il fiato, rendendo impossibile di fatto accorgersi del vortice di oscurità e angoscia che ci sta lentamente inghiottendo. E’ dunque un black metal che tendo a definire atmosferico, anche se con questo termine non intendo certamente un sound caratterizzato da passaggi acusitici, ambient o sinfonico-melodici, perchè i Calvana non conoscono momenti di quiete ma esclusivamente assalti tempestosi votati alla distruzione e all’annichilimento più totale, e sanno creare perfettamente questa atmosfera di impotenza e totale balia di forze oscure superiori e a trasmetterla all’ascoltatore.

Se cercate, nel vostro peregrinare oramai senza meta rischiando di affogare tra la marea di uscite praticamente giornaliere che caratterizzano la scena del metallo nero, un ottimo disco di black metal che dimostra una profonda ispirazione, un’elevata conoscenza della materia da parte di chi lo suona e sopratutto una capacità di destabilizzare e trasmettere sensazioni di angoscia e costante mancanza di fiato, questo “IɅ”  dei Calvana è quello che fa per voi.

Misteriose entità si aggirano, ululanti la loro sofferenza, tenendo alta la nera fiamma del black metal tra la brulla vegetazione dei monti della Calvana. Lasciate ogni speranza viandanti sfortunati che vi imbatterete in queste fameliche creature pronte a trascinarvi con loro nell’oscurità eterna.