Rompo finalmente il silenzio e torno con questa nuova intervista che è pronta da mesi e finalmente riesco a pubblicare. Nessuna futile chiacchiera introduttiva, ho fatto qualche domanda ai D.E.S., uno degli ultimi baluardi della scena anarcho punk italiana, quella per cui la musica è principalmente un mezzo per sostenere le lotte di compagni e compagne. Buona lettura a tuttx!
Ciao compagnx, benvenuti su Disastro Sonoro. Vorrei iniziare questa chiacchierata partendo dalla scelta del vostro nome che richiama in maniera più che evidente il reato 419 del codice penale, ovvero quello di Devastazione e Saccheggio. Vi andrebbe di spiegarci quali pensieri e riflessioni ci sono state dietro la scelta di un nome simile?
Abbiamo deciso di chiamare la band D.E.S. (Devastazione E Saccheggio) per dare in maniera immediata l’orientamento politico del gruppo, di fatto riprende il nome di un reato istituito durante il regime fascista e oggigiorno vigente e consiste “nell’ipotesi della commissione di fatti di devastazione [..]” spesso imputata a compagnə impegnatə nell’azione diretta.
Di conseguenza mi viene da chiedervi quando, come e perchè avete deciso di unire le vostre forze e dar vita a questo nuovo gruppo?
La voglia e la necessità di creare la band é nata dopo aver notato una mancanza di gruppi con contenuti politici in Sardegna. Sentivamo l’esigenza di comunicare dai palchi tutta una serie di argomenti politici che ormai da anni nel contesto cagliaritano non si sentivano da troppo tempo. Diffondere un messaggio che per noi la musica non si ferma alle sole note musicali, che questa musica per noi non puó essere un solo punk show.
I D.E.S. sono un gruppo dalla forte impronta anarchica, antiautoritaria e militante. Cosa significa essere anarchici e punx per voi, anche nel vostro quotidiano? Quali sono i percorsi di lotta a cui siete più legati o quali quelli che avete seguito più da vicino nel corso delle vostre vite?
Essere Punx e Anarchici al giorno d oggi é complesso, é sempre piu difficile cercare di essere coerenti in ogni cosa considerando in quale societá ci costringono a vivere. Per questo giorno per giorno, al bar, nelle piazze, a scuola, sul posto di lavoro, in ogni singolo spazio che frequentiamo, é sempre importante mantenere la nostra identità e coerenza anarchica il piu possibile. É di vitale importanza in quanto punx e compagnə, organizzare e sostenere le lotte. Organizzare benefit e T.A.Z. per chi colpito dalla repressione. Ognuno di noi intraprende o ha intrapreso percorsi politici diversi che vanno dall’ Anticarcerario, C.P.R. , Antimilitarismo, la lotta agli sfratti, all’Antispecismo e all’Antipsichiatria.
Siete attivi individualmente da moltissimi anni nella scena punk e hardcore sarda, quella più antagonista e politica in senso libertario, vi andrebbe di raccontarci com’è nata questa scena, quali sono state le realtà più attive e i ricordi e/o le situazioni più importanti, sia dal punto di vista della musica che della lotta?
Quando eravamo dei giovani Punx, Cagliari e la Sardegna in generale non era assolutamente meno dell resto d Italia a livello musicale e politico. C’era un bellissimo e nutrito giro sia di compagnə che di punx che si sbattevano tanto. Ognuno di noi ha vissuto esperienze di lotte differenti. Ci sono state diverse realtà che i Punx hanno costruito e dato basi per metterci in discussione e formare un nostro pensiero politico. Non abbiamo avuto chissà quali spazi occupati o squat storici come in penisola, ricordiamo con grande gioia il Fessidora, una villa occupata dai Punx piu politicizzati e ricordo pure i primi anni di Sa Domu, uno studentato occupato da compagnə e universitarə. Ci sono state pure tante situazioni autogestite, primo tra tutti il festival che si faceva a Sena e s’acchitta, una T.A.Z. di due giorni che ci ha lasciato un vuoto a tuttə riuscendo negli anni a superare anche i confini del mare.
L’anarcho punk, anche nelle sue deviazioni più crust, ha avuto una forte risonanza all’interno della scena punk italiana intorno ai primi anni del duemila. Che ricordi avete voi di quegli anni e di quel movimento? quali sono stati i momenti di maggior conflittualità costruiti da quella scena e dalle persone che l’hanno animata?
Credo che in quegli anni la Sardegna ha avuto il picco maggiore di band e concerti. La Sardegna ha offerto molto a livello musicale per quanto non sia comunque facile vivere in un isola priva di molte realtà solide come Collettivi o gruppi Antagonisti coerenti. Ci vuole coraggio a partire ma ci vuole coraggio pure a rimanere. A livello di band abbiamo iniziato ascoltando Bornsick, 4°Potere, Il Disagio, Imposizione Facoltativa e tutta quella roba marcia con una certa impronta politica che girava per l’isola. Da lì abbiamo iniziato a espandere i nostri orizzonti musicali oltremare con bands come ANXTV, N.S.A. , Biocidio, Campus Sterminii e Jilted della quale ci innamorammo al “primo ascolto”.
Che senso ha per voi suonare punk in senso anarchico oggi nel 2023? Può ancora esser un mezzo per minacciare concretamente questo esistente di merda o anche solo per veicolare messaggi, tensioni e diffondere pratiche?
Non sappiamo se effettivamente potrebbe essere un modo per minacciare nel concreto, sicuramente come hai detto é un modo per mandare messaggi e diffondere pratiche, per rimanere collegati con tutte quelle realtà affini sparse in giro per il mondo.
Suonare questo genere é abbastanza limitante a livello di live, non ne parliamo in maniera vittimistica ma come un dato oggettivo, non siamo una di quelle bands “belline” e brave tecnicamente che ti viene voglia di portare al tuo spazio. Anche per questo motivo ci fa ancora piu piacere quando veniamo invitati a suonare, perché vuol dire che al di la di tutto qualcosa la stiamo trasmettendo e qualcunə sta recependo. Anche dovessero essere pochə per noi significa tanto. Oggigiorno crediamo che si sia perso completamente cosa sia il punk, genere che ormai si é mercificato. Vediamo concerti con ingressi quasi proibitivi, security a concerti dove l’autogestione dovrebbe essere l’ABC e musica che trasmette solo il concetto di quanto si sia bravi a suonare.
Come band infatti (e questo é un punto fondamentale che ci ha fatto suonare insieme) abbiamo deciso di non portare la nostra musica in Pub’s o Live Clubs, ma solo in Squat, T.A.Z. , Benefit o comunque situazioni Autogestite.
Nel corso degli anni mi è sembrato (magari sbagliandomi) di vedere sempre meno punx partecipare a momenti e percorsi di lotta reale come possa essere quella anticarceraria o mobilitazioni contro la repressione politica, contro gli sgomberi, contro le frontiere o per altre mobilitazioni di natura antagonista. Avete avuto anche voi questa impressione rispetto al passato? Se si, a cosa pensate sia dovuta questa distanza tra la scena punk e movimento antagonista-libertario?
Purtroppo siamo d’accordo con te, ad oggi ci sono pochissimi Punx che partecipano alle lotte. Il motivo ce lo si chiede di continuo ma non si riesce a trovare delle risposte che spieghino il verificarsi di questo fenomeno. I fattori potrebbero essere tanti, l’età, impegni lavorativi, famiglia e la sfiducia ma ognuno di questi motivi non riesce a convincere o giustificare il fatto che si voglia essere Punx, urlare sopra il palco determinati testi e poi essere completamente disinteressati alle lotte.
Parlando anche di musica, avete pubblicato uno splendido disco nel 2019. Quali sono le vostre influenze musicali più importanti e nette? Da quali gruppi prendete ispirazione?
Grazie, apprezziamo i complimenti per il disco, guarda, le nostre influenze musicali principali vanno dal PunkHC Vecchia Scuola Italiana a tutta la scena Crust D-Beat europea senza dimenticare tutte le band Anarcopunx Italiane con cui siamo cresciuti.
Com’è la situazione della scena punk sarda attualmente? Quali sono le realtà più attive e interessanti?
Questa é una bella domanda che mette un po’ di rancore e tristezza, quindi cercheremo di non rispondere in maniera troppo critica e severa.
La scena Sarda é praticamente tutta morta. Ci sono davvero pochissime bands che hanno ancora voglia di suonare in primis gratuitamente in Benefits o situazioni Autogestite, ci sono ancora pochissimi individui che si impegnamo o aiutano a organizzare una serata, occupare un posto per iniziative o concerti e quei pochi che ci sono vanno tenuti stretti perché sono ossigeno in una terra come la Sardegna, per carità non fraintendiamoci, concerti in Sardegna non mancano, bands e persone che suonano c’é ne sono parecchie ma non hanno la nostra stessa attitudine quindi parliamo di locali, cachet, audio service impeccabili, il tutto mirato al solo Businness Show, Organizzatori e Gestori ma anche Pubblico e bands che non sanno nemmeno ill significato della parola T.A.Z. , giusto per fare un esempio. Non fraintendiamoci, ognuno é assolutamente libero di gestire il proprio spettacolo come meglio si conviene ma ci spiace dirlo, quello non é proprio il genere di persone con cui vogliamo condividere un’attitudine o che vogliamo al nostro fianco.
A settembre avete partecipato all’ultima edizione del September to Dismember insieme a band storiche come Hiatus, Raw Power e altri, festival punk diy di cui tutti sentivamo la mancanza da troppi anni e che per svariate ragioni mi son perso. Com’è stata quell’esperienza e quella giornata-serata? Vi va di raccontarci le vostre impressioni e sensazioni?
Il S.T.D. é stata un esperienza stupenda. Quando dal Collettivo Cannibale ci hanno chiesto di suonare eravamo molto entusiasti. Sia per il fatto di suonare in un concerto così grosso, ma ancor di piu per aver condiviso il palco con gruppi che ci portiamo nel cuore da tempo, vedi gli Hiatus, band e persone straordinarie, Warkrusher, Cancer Spreading e Jilted. Abbiamo apprezzato molto il supporto che ci é stato dato, siamo stati accolti e trattati da tuttə come se ci si conoscesse da anni. Per questo cogliamo ancora una volta l’opportunità di ringraziare il Collettivo Scintilla, tutto il Collettivo Cannibale e chiunque ci abbia supportato fino alla fine.
Sono stati giorni dove abbiamo reincontrato persone che non vedevamo da molto tempo, conosciuto nuove persone e stretto legami che speriamo si mantengano nel tempo.
Per concludere questa chiacchierata, programmi per il futuro? State già registrando un nuovo disco? O avete in programma nuove date?
Al momento stiamo ultimamdo nuovi pezzi e ne abbiamo in cantiere qualche altro, speriamo al più presto di registrare nuovamente per poter progettare oltre a un nuovo disco, magari anche qualche Split con bands che condividono la nostra attitudine.
Un grazie di cuore a te Stefano per averci dato questo spazio nella tua Disastro Sonoro e per le belle parole che hai speso per noi. Speriamo di incontrarci il piu presto in giro.