Ebola – Il Vero Degrado è l’Abitudine al Vivere (2008)

“Il vero degrado è nelle menti abituate al buio, nei cervelli atrofizzati, nell’accettazione incondizionata. Il vero degrado è il funerale delle idee, il vero degrado è l’abitudine al vivere.”

Gli Ebola, ossia i cantatori della decadenza e del disagio della società moderna; moderni menestrelli nichilisti che sputano il loro veleno ed il loro odio sotto forma di invettive indirizzate contro la vacua esistenza e l’apparente quieto vivere della società del consumo. Sono rumorosi e incazzati e quasi dieci anni fa, nel lontano 2008, hanno rilasciato il loro album di debutto dal titolo “Il Vero Degrado è l’Abitudine al Vivere”: più di un semplice titolo, una dichiarazione di intenti, un manifesto misantropo-nichilista pregno di odio! Un concentrato di rumore nel quale trovano spazio echi di grindcore, hardcore e crust e che i nostri “bastards from Brescia” non ci hanno pensato due volte a definire “Ultracore” (mai etichetta fu più azzeccata).

Questo “Il Vero Degrado è l’Abitudine al Vivere” ci presenta un suono estremamente grezzo, istintivo e condito dalla rabbia primordiale che dilania le menti atrofizzate dell’uomo-automa moderno. Ci presenta un gruppo secondo a nessuno in quanto attitudine e passione, in quanto a efferatezza sonora e a lacerante nichilismo lirico; un gruppo di bastardi dediti completamente al culto del rumore.

Dodici i pezzacci presente sul debutto degli Ebola, tra i quali troviamo ben cinque cover quasi irriconoscibili e interpretate in maniera del tutto personale e caotica dai nostri bastardi from Udine. Da citare su tutte le personali reinterpretazioni di “Fino in Fondo” dei Wretched, di “Nassirya” degli anarco-punx Tetano e di “Tutti i Punx” dei Vivere Merda. Accanto alla scelta di coverizzare brani di gruppi che certamente hanno influenzato la loro proposta, gli Ebola hanno saputo scrivere delle brevi schegge incazzate e devastanti che colpiscono nel segno come la titletrack, “Chiuso in Stereotipi Inutili” o “Libera Interpretazione della Vita Altrui”, tutti pezzi che si aggirano tra i quaranta secondi e il minuto scarso; questo a dimostrare ancora una volta che ai nostri interessa solo una cosa: sputare la loro rabbia primordiale in un vortice di rumore annichilente con una voce sguaiata e fastidiosa nel breve tempo possibile. In breve è questa la sintesi dei dodici pezzi che vi ritroverete ad ascoltare. Da sottolineare la scelta degli Ebola di porre come intro di ogni brano uno spezzone preso da chissà quale filmaccio/filmato di serie Z.

Ho parlato fin troppo di questo “Il Vero Degrado è l’Abitudine al Vivere”, un vero e proprio capolavoro del rumore e della decadenza. Invito caldamente chi non lo avesse ancora fatto in questi dieci anni a resistere e perchè no a godersi quasi 15 minuti di purissimo disastro sonoro che ci vomita nelle orecchie tutto l’odio e la rabbia che anima l’esistenza dei nostri “Bastards from Brescia”. Se sopravvivete a questo concentrato di “Ultracore”, potrete ascoltare qualsiasi cosa in futuro.

Rumore non musica, Disastro Sonoro.

 

 

 

2 thoughts on “Ebola – Il Vero Degrado è l’Abitudine al Vivere (2008)

    1. Grazie per avermelo fatto notare, sapevo che erano del Bresciano ma non ho idea del perchè per tutta la recensione mi sono convinto fossero di Udine. CHE ERRORACCIO, provvedo a sistemare immediatamente 😉

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