Evil Fragments #04

Quarto appuntamento con Evil Fragments, un appuntamento però per certi versi diverso dai precedenti tre. Questa volta saranno solamente due i protagonisti di questa ennesima discesa tra i frammenti del male e rispondono al nome di Corrupted Human Behavior e Mace Head. Sara diverso sopratutto il mood generale che accompagnerà la lettura delle seguenti recensioni, perchè le atmosfere, le ambientazioni e i paesaggi evocati dalla musica dei due gruppi sono in grado (o quanto meno lo spero) di portarvi a vagare con la mente e l’immaginazione per campi di battaglia dominati dalla distruzione e lande desolate invase da odori nauseabondi di morte, in rotta verso l’ignoto tra toni apocalittici, oscurità senza fine e lamenti lancinanti di eterna dannazione. Verso un sole che non sorge mai, che le orde barbariche vadano all’assalto di questo mondo e delle sue macerie. E allora quale colonna sonora migliore per tutto questo, se non quel brodo primordiale marciulento e oscuro conosciuto come stenchcore?

Mace Head One – Damalog (2020)

Do you like new ways how to take that anciently old metallic crust punk called “Stenchcore”? Do you like some barbar Conan like metal take and dark punk vibe? Then this is what the “Mace Head” is trying to create.

Mace Head è il nome di un one-man project direttamente dalle lande della Repubblica Ceca. Il sound che caratterizzate questa misteriosa creatura  dietro cui si celano la mente e il braccio di Jan Pospisil,  sintetizza in maniera si ancora acerba ma già estremamente interessante, i momenti più epici e viking dei Bathory di Hammerheart, le atmosfere apocalittiche ed oscure degli Amebix, fino a giungere a quell’heavy/speed/proto-black a cui ci hanno abituato i Darkhtrone del periodo che va da FOAD ad Arctic Thunder. Il tutto è accompagnato da un’immaginario e da un’atmosfera che richiama fortemente un certo immaginario caro allo stenchcore più bellicoso e dominato da paesaggi e ambientazioni barbare e post-apocalittiche, che fan venire in mente immagini di lande desolate disseminate di corpi morti, armi ed armature arrugginite e consumate dal tempo, lamenti lancinanti di dolore e odori nauseabondi di morte e putrefazione; lande in cui si aggirano solitari e selvaggi signori della guerra o rinnegati guerrieri senza padroni a cui inginocchiarsi, né patrie a cui fare ritorno, ma solamente dei del caos e della distruzione, la cui sete di sangue dev’essere saziata a tutti i costi. Sono queste le atmosfere e le ambientazioni che evoca il bellissimo artwork di copertina, profondamente ispirato da quel capolavoro che è Arise degli Amebix. Inoltre una nota interessante è l’ispirazione che attraversa e anima l’intero album e da cui viene il titolo Damälog, ovvero il nome del principale antagonista del mondo narrativo fantastico creato dalla mente di Jan, una figura assimilabile, per certi versi, a quel Korgüll the Exterminator di voivodiana memoria. Una soluzione questa se non proprio originale, quanto meno interessante e che dimostra una volontà di creare un legame profondo tra la musica e l’aspetto lirico-narrativo nella proposta del progetto Mace Head. Probabilmente il maggior pregio di questo one man project è quello di riuscire, attraverso un sound ancora acerbo ma selvaggio e primitivo al punto giusto, nel suo intento di creare atmosfere apocalittiche, paesaggi desolati e di farci immergere nel suo orizzonte narrativo dominato da scenari guerreschi e barbari e da un’oscurità e una desolazione che appaiono eterni. Senza raggiungere le vette di sensibilità artistica e ispirazione compositiva-lirica nè di Quorthon, nè di Rob “The Baron” Miller nè tanto meno della coppia Fenriz-Nocturno Culto, il progetto Mace Head e questo primo album fanno comunque intravedere delle buone qualità e un’interessante dose di personalità, nonchè una proposta che se sviluppata nel modo giusto potrebbe risultare vincente, tanto per sonorità quanto per atmosfera, ambientazione narrativa e immaginario che accompagnano il tutto. In fin dei conti questo Damälog si dimostra un discreto assaggio, barbaro quanto epico ed oscuro, di quel brodo primordiale che negli anni ’80 qualcuno avrebbe chiamato semplicemente stenchcore. High priest of skull crushing, predator of broken bones, chancellor of annihilation. Ordo Ab Chaos… Damalog!

 

Corrupted Human Behavior – S/t (2020)

Corrupted Human Behavior, nuova creatura stench-crust dal Portogallo. Fermiamoci subito un attimo ad osservare con attenzione la copertina del primo demo di questi tre portoghesi e soffermiamoci a leggere un paio di titoli degli otto brani che accompagnano questa prima loro fatica in studio. Non sentite anche voi nell’aria un acre odore di stenchore/crust punk? Beh, se la vostra risposta fosse affermativa, non ci sarebbe nulla da stupirsi perchè è proprio nel più marcio, apocalittico e bellicoso stench-crust che affondano le radici putrescenti dei Corrupted Human Behavior. I nomi che vengono portati immediatamente alla mente appena ci giungono all’orecchio le prime note di Aspects of War, aperta magistralmente  dall’intro Reqviem for a Broken Blade (lenta strumentale profondamente evocativa che ci trasporta immediatamente su un campo di battaglia tra tintinni di spade, nitriti di cavalli e urla di guerra),  sono i classici del genere, dai Deviated Instinct agli Instinct of Survival, passando per Effigy e Amebix. Nulla di nuovo sotto il sole, ma i nostri dimostrano di saper attingere dal brodo primordiale dello stenchcore con intelligenza e di saper modellare la materia crust punk con estrema qualità e discreta maestria, riuscendo quasi sempre ad enfatizzare nel modo giusto le atmosfere più oscure e i toni apocalittici che aleggiano su tutto il disco. Le tematiche affrontate nel corso delle otto tracce rispecchiano questioni sempre attuali per chi si pone in conflitto estremo e rivoluzionario nei confronti di questo sistema e questo esistente; dalla repressione/oppressione dello Stato all’inquinamento e alla distruzione dell’ecosistema in nome del profitto, sono tutte tematiche classiche del genere ma i Corrupted Human Behavior dimostrano di sentirle proprie e di affrontarle con sincerità, con rabbia e con una viscerale tensione di rivolta e sovversione. Nonostante si tratti della prima fatica in studio per il gruppo portoghese, si tratta a parer mio di uno dei lavori più interessanti usciti recentemente e riconducibili a quell’humus primitivo conosciuto semplicemente con il nome “stenchcore”. Up the ladder and over the trench, it’s now their time to face revenge!

Che i barbari si scatenino. Che affilino le spade, che brandiscano le asce, che colpiscano senza pietà i propri nemici. Che l’odio prenda il posto della tolleranza, che il furore prenda il posto della rassegnazione, che l’oltraggio prenda il posto del rispetto. Che le orde barbariche vadano all’assalto… per non doversi più inginocchiare dinanzi a nessun dio o re, per lasciare solo macerie di ogni regno al loro passaggio!