Exulansis – Sequestered Sympathy (2019)

“Sequestered Sympathy”, ultima fatica in studio rilasciata ad ottobre dagli Exulansis, terzetto proveniente dall’Oregon composto dalla violinista Andrea Morgan, dal chitarrista James Henderson e dal batterista Mark Morgan (tutti e tre impegnati anche nelle parti vocali e in quelle acustiche), è una perla di rara bellezza all’interno del panorama della musica estrema. Quando partono le note della title-track, brano posto in apertura del disco, si viene immediatamente inghiottiti da un’atmosfera malinconica (ma al contempo sognante) che ci avvolge e lascia col fiato sospeso per un bel po’ di minuti, prima di esplodere in uno screaming (ad opera del batterista Mark) carico di disperazione e da un forsennato riffing di natura black metal, il tutto sorretto in modo maestoso dalle leggiadre armonie create dal violino. Una costante tensione tra la quiete costruita da parti acustiche e passaggi atmosferici e una tempesta sorretta da brutali blast beats e riff serratissimi di matrice black metal/neocrust caratterizza la proposta degli Exulansis per tutta la durata del disco e delle sei tracce che lo compongono, una tensione che nei momenti di quiete trasmette un senso di vaga inquietudine, salvo poi deflagrare nella più ruggente delle tempeste dominata da devastanti urla di sofferenza e smarrimento.

Brano dopo brano si rimane costantemente estasiati dinanzi alla magnificienza dei paesaggi costruiti dalle sognanti armonie del violino che si intrecciano alle melodie della chitarra creando atmosfere a volte oscure, altre malinconiche. La brutale ed estrema bellezza di “Sequestered Sympathy” e della musica suonata dagli Exulansis si rivela in modo chiaro e lampante nel loro saper bilanciare e alternare perfettamente questa costante tensione che li anima, tensone che in alcuni momenti tende a spingerli alla ricerca di una quiete tanto agognata quanto sofferta, mentre in altri sembra abbandonarli in un vortice di disperazione come una violenta burrasca che sorprende in mare aperto e che non lascia speranze di salvezza. Questa tensione si manifesta anche, sul lato musicale, nella capacità dei nostri di regalarci momenti inaspettati come la seconda traccia “Barren” o come la conclusiva “A Helpless Witness, To Such Pain”, tracce interamente acustiche e dal sapore profondamente neo-folk. In tracce dalla durata maggiore come “Despondent” o “Dead Can’t Die“, momenti del disco che ho apprezzato maggiormente, gli Exulansis riescono ad amalgamare perfettamente l’ampio spettro di influenze che convivono nella loro proposta musicale e prendendoci per mano ci danno un assaggio di tutte queste loro sfumature.

Possiamo infatti imbatterci in parti più black metal e atmosferiche in cui risultano essere moltissimi i richiami ai Wolves in the Throne Room, agli Addaura e a tutta quella scena denominata “cascadian black metal”, mentre quando veniamo sorpresi dai passaggi più folk ci viene riportato alla mente il Panopticon acustico sia di “Autumn Eternal” sia quello più recente di “The Scars of Men on the Once Nameless Wilderness”. I momenti dal sapore neocrust possono ricordarci tanto i Fall of Efrara quanto gli Ekkaia, accompagnati da una presenza costante e sublime del violino che rievoca gruppi come i Morrow o gli Ashkara. Inoltre la capacità degli Exulansis di costruire un pattern di melodie, armonie e atmosfere di una bellezza e di una sensibilità rarissime  sembrano accumunare molti i gruppi prodotti ultimamente da Alerta Antifascista Records come i Dead to a Dying Word, gli Archivist e i Terra Mater. Un vortice maestoso ed epico quello suonato dagli Exulansis in cui si amalgano alla perfezone tutte le loro influenze che spaziano quindi dal doom al neo crust, dal black metal atmosferico e alla musica folk senza che nessuna di queste influenze sembri fuori posto per nemmeno un secondo o prevalga sulle altre.

Un’immagine, per meglio dire un dipinto, ha occupato la mia mente fin dal primo ascolto di questo disco, ovvero quel capolavoro dell’arte romantica che è “Il Viandante sul Mare di Nebbia” di Caspar Friedrich. Proprio come il personaggio protagonista del dipinto contempla la maestosità del panorama avvolto dalla nebbia, pur essendo sull’orlo di un precipizio, provando una sensazione di totale estasi ed inquietudine dinanzi al paesaggio infinito che si apre dinanzi ai suoi occhi, nella sua solitudine il viandante che si imbatte nelle note di “Sequestered Sympathy” prova lo stesso stato d’animo misto di sgomento e stupore di fronte alla magnificienza e alla sublime atmosfera creata dalla musica degli Exulansis.