Jilted – Nel Sangue (2022)

L’ennesima cospirazione DIY ci regala finalmente il nuovo e tanto atteso disco dei Jilted, nomi di culto della scena hardcore/crust punk italiana più militante, politicizzata e schierata. Attivi dagli anni 90, Nell’Ingiustizia e nel Silenzio segna il ritorno discografico della band alessandrina a distanza di dieci anni dall’ultimo Venti di Guerra, disco che già a suo tempo rappresentò un’ottimo esempio di solidità, di furiosa urgenza espressiva e di testi che hanno da dire qualcosa come nella migliore tradizione punk. Nell’Ingiustizia e Nel Silenzio non fa eccezione e anzi ci ripropone i Jilted in una delle loro migliori versioni, con un sound estremamente convincente, deciso, rabbioso e belligerante, che tira dritto per dritto in direzione ostinata e contraria contro questo esistente di merda, sfruttamento e oppressione quotidiana. La ricetta per il caos che i Jilted ci vomitano nelle orecchie è sempre la stessa, con le radici ben piantate in profondità nella lezione seminale del suono caotico e furioso dei migliori Wretched, per proseguire poi sui sentieri di un hardcore/crust-core (a metà strada tra la scuola svedese e certe sonorità a la Doom o Hiatus, capace di tirare in causa anche i primissimi Kontatto) che appare inscalfibile, spietato e fiero della sua anima militante ed antagonista, lontana da orpelli inutili, soluzioni banali o momenti poco ispirati. Un suono che vive di riffing forsennati e votati all’attacco, una batteria martellante capace di sbriciolare le ossa e una voce abrasiva e sguaiata, il tutto senza mai rinunciare ad una certa dose di epicità e un approccio decisamente belligerante.

Son tanti gli episodi degni di essere citati, ma credo vi basti ascoltare il tridente con cui si apre il disco formato da Nel Sangue, Condizioni Inumane e Isteria Collettiva, tutti e tre brani che si conficcano nella memoria al primo ascolto, per farvi infatuare immediatamente e fugare gli ultimi dubbi (se mai ne aveste avuti) sull’impatto, la qualità e la forza di questa nuova fatica targata Jilted. Nove schegge di crust/hardcore punk che sono veri e propri venti di guerra che soffiano per scuotere questi tempi bui nelle proprie fondamenta. I nostri punx alessandrini rappresentano ancora oggi una garanzia in termini di attitudine e di visione del punk e dell’hardcore come musica per sua natura impegnata, consapevole, schierata e legata a doppio filo a pratiche come il do it yourself, la solidarietà e la netta presa di posizione contro tutte quelle forme di oppressione e violenza che subiamo nelle nostre vite. Lo stesso titolo scelto dalla band piemontese per questo nuovo disco appare come vera e propria presa di posizione nei confronti di un sistema politico ed economico che si perpetua nell’ingiustizia e nella miseria soffocate nel silenzio, provando a colpi di quieto vivere, repressione e alienazione ad abituarci alla miseria delle nostre esistenze, ad un presente sempre più arido e agli orrori perpetuati in nome di una società che ha abolito ogni forma di avventura e di reale libertà.

In fondo questo Nell’Ingiustizia e Nel Silenzio è un disco tanto politico quanto personale, come a dire che le due dimensioni, così come quella della lotta e quella del punk, non possono essere separate perchè si alimentano vicendevolmente. Uscito sul finire del 2022, Nell’Ingiustizia e nel Silenzio si candida ad essere il disco crust, hardcore, raw punk (si in questo caso è una definizione che ha senso e lontana dalle mode del momento) italiano non solo dell’anno appena passato ma anche di quello attuale, a mani basse, ribadendo ancora una volta che i Jilted sono una band che fa della coerenza delle idee, delle pratiche e della musica suonata il proprio punto di forza!