“La speranza non può essere la più atroce condanna” – Intervista ai Drömspell

Cos’è la “barbarie futura” a cui fanno riferimento i romani Drömspell nel titolo del loro primo disco pubblicato nel 2020? Quali sono le barbarie che tutti i giorni accadono attorno a noi e che rendono questo esistente sempre di più un’incubo ad occhi aperti con le fondamenta nell’alienazione, nello sfruttamento e nell’oppressione quotidiana? Di questo e di molto altro ho parlato proprio con i Drömspell, una delle realtà d-beat/crust più interessanti attive nella scena punk e hardcore italiana. E mentre il futuro assume sembianze sempre più paranoiche ed angoscianti, la speranza non può essere la più atroce condanna!

“D-beat o barbarie!” Come grido di battaglia, ma facciamo un passo indietro. Come e perché nascono i Drömspell e che significato ha questo nome?

Ciao, i Drömspell nascono dalle ceneri “musicali” ed “emotive” di tante nostre esperienze passate. Tutti abbiamo avuto dei gruppi in precedenza e abbiamo diviso momenti di vita più o meno lunghi assieme. Quando non facevamo parte della stessa band, dividevamo il palco nelle stesse serate. Direi che quindi, prima di tutto, è stata la nostra amicizia a dare vita alla band, con quei suoni che già all’epoca dei nostri primi incontri di tanti anni fa aveva segnato le nostre cervella.

Credo ci sia sempre stata la voglia di suonare questo, il tempo ha portato via molto del superfluo e ci siamo ritrovati con questo suono che ci portiamo appresso.

Riguardo il significato del nome, è un gioco di parole che allude alle sonorità scandinave. Dröm in svedese sta per sogno, ma può essere utilizzato anche per indicare uno stato di angosciosa allucinazione. Spel potrebbe indicare una messa in scena o la farsa di questo sogno, ma noi abbiamo aggiunto una l, spell che in inglese sta per incantesimo, maleficio e via discorrendo. Era importante per noi un nome che confondesse, che possa creare un punto interrogativo.

Il vostro primo disco intitolato Barbarie Futura è stato pubblicato nel 2020 ed è tutt’ora uno dei miei preferiti in ambito hardcore/d-beat. Quali sono le band che hanno influenzato il vostro sound e perché la scelta di suonare d-beat oggi?

Le influenze sono le più disparate e disperate, per via degli ascolti di ciascuno di noi. Ad ogni modo per farla breve indiscutibilmente Anti-Cimex, Wretched e Discharge. Suonare D-beat oggi? Come ti dicevo, avremmo sempre voluto farlo. Vogliamo dire la nostra e lo facciamo come ci viene.

Qual è il significato di un titolo come Barbarie Futura? Cos’è quella barbarie futura a cui fate riferimento? E quali sono invece le barbarie che ogni giorno abbiamo sotto gli occhi e che spesso non contrastiamo o fingiamo di non vedere?

È un futuro già realizzato.

È il crollo di un universo privato. Il collasso di molteplici universi privati. Canta la razzia che avanza sulle nostre vite, lo scenario è quello presente. La relazione con il futuro per noi è questione chiusa, è una costatazione di quanto tutto intorno a noi diviene arido e asfissiante, tutto risponde a una logica di privazione. Barbarie futura è un verdetto. L’essere soli in questo mondo già di per sé è una barbarie, le guerre in atto e quelle “passate”, la proprietà privata, il dominio, lo sfruttamento…è tutto già qui. La violenza come elemento principale di ogni rapporto. La fame della pancia si sovrappone a quella psicologica dell’approvazione sociale e del successo. Il futuro è un presente raddoppiato che avanza per sottrazione della vita.

Come da tradizione dell’hardcore italiano di Wretched e compagnia e del d-beat punk più militante, anche nella vostra musica la componente lirica sembra assumere un ruolo di rilievo. Cosa vi ispira nella scrittura dei testi e cosa volete trasmettere a chi vi ascolta? Pensate che il punk possa ancora avere qualche potenziale di protesta, resistenza e conflitto oggigiorno?

Se il punk non fosse per noi tutto questo sicuramente oggi non saremmo ancora qui. È resistenza, impegno, protesta e sopravvivenza. È vivere al di qua di logiche brutali che strutturano la quotidianità, a volte è una trincea per tirare colpi precisi al cervello della bestia. A volte è un sogno o quello che rimane delle nostre speranze disastrate. È quello che avviene in degli spazi dove ancora possiamo incontrare sguardi, anche se tramortiti. È una possibilità che noi stessi non conosciamo ancora. A volte è rendersi conto, tra le risate, di essere prigionieri vestiti a festa. È Rifiuto. Per quanto riguarda i testi, cruciale è la realtà che la quotidianità ci getta in faccia e l’esperienza che ne facciamo.

Negli ultimi anni sembra sia scoppiato un vero e proprio revival di sonorità “raw punk” e d-beat a livello mondiale. Cosa pensate di questo fenomeno e quali sono secondo voi le band più interessanti a suonare d-beat uscite negli ultimi tempi?

Non abbiamo molto da dire riguardo il “raw punk”, ne sappiamo ancora meno… Posso dirti che noi cerchiamo di metterci sempre dentro i nostri contenuti e non farne solo una questione “musicalmente accattivante”. Attraverso fanzine, illustrazioni e comunicati. Purtroppo per via di questioni personali e molteplici non abbiamo fatto molti live.

I Drömspell sono una band nuova ma formata da volti noti della scena hardcore punk romana e italiana. Quali sono le vostre opinioni sulla scena hc italiana? Quali gli aspetti positivi e quali quelli negativi secondo voi?

La scena italiana è molto variegata, però sembra ci sia uno strano campanilismo legato alle sonorità oltre che al territorio. Personalmente lo trovo scabroso ma credo di comprenderlo. L’esperienza che abbiamo fatto della scena non sempre sembra essere è stata positiva. A volte le aspettative, giustamente irrazionali (rivendichiamo ancora), che ci portavamo dentro dall’adolescenza hanno avuto modo di essere infrante molteplici volte nel corso degli anni. Amicizie perdute, conflitti, rapporti di comodo, solitudini. Cose che fanno parte della vita. Compensate comunque anche da gioiosi ritrovamenti. Possiamo dire che a Roma regna un certo snobbismo del cazzo, ad esempio, è usanza perculare chi fa le cose con passione perché fare tutto in maniera sciatta e approssimativa è sinonimo di maturità e fa “cool”.

Erano i tempi dei Vermenara e delle What e per la compilation per Torre Maura, “una sturata de recchie” quando scrivevamo riguardo l’eccesso di protagonismo all’interno della “scena punk capitolina”. Personalmente odio i cazzoni che non riuscendo a fare i bulli a scuola, hanno poi scelto di esserlo in quegli spazi e con chi per vocazione ripudia tali atteggiamenti.

Legata a doppio filo alla domanda precedente, quali sono le migliori realtà attualmente attive della scena hardcore romana, sia da un punto di vista musicale (band) che da quello più politico e militante come occupazioni, collettivi, centri sociali o percorsi di lotta?

È un periodo molto duro questo per le occupazioni, specialmente per la questione del decreto rave da poco blaterato dal governo Meloni sia per via della legittimazione sempre più sfacciata di posizioni fasciste da parte dalla popolazione. Da sempre siamo solidali con le occupazioni e chi occupa; i nostri concerti avvengono all’interno di questi spazi dove la sottoscrizione è destinata alle spese legali per i compagnx in difficoltà e per la raccolta fondi necessari alle loro iniziative. Non faremo una classifica degli spazi esistenti perché ognuno di questi in realtà fa i conti con delle specifiche difficoltà, legate alla posizione e al contesto che occupano all’interno della città. A Roma ora ci sono parecchie band, bello vedere molti giovani punk alle serate.

State già lavorando ad un secondo capitolo della vostra discografia? Se si, musicalmente seguirà le coordinate di Barbarie Futura o ci saranno elementi nuovi ad ampliare il vostro d-beat hardcore?

Abbiamo 6 o 7 nuovi pezzi pronti, ma vorremmo dedicarci a fare delle date in giro visto che il primo disco

essendo uscito a cavallo della pandemia e non abbiamo potuto portarlo in giro come ci sarebbe piaciuto e avremmo voluto noi. La linea resta la stessa.

Lascio questo spazio a vostra completa disposizione, scrivete qualsiasi cosa vi passi per la testa e che pensate possa essere interessante! Grazie ancora rega’per il tempo!

La speranza non può essere la più atroce condanna