“Le rive della rovina”

Stasera c’è buio prima, mi concedo alle luci sulle rive della rovina. Il faro illumina un lago pronto ad inghiottire tutto. Ma i toni sono placidi, la musica spazzatura ovunque fa tempesta, mascherine come siringhe prima, abbandonate ovunque, presunzione ovunque, debolezza ovunque, incertezza ovunque, inutili negazioni, partiti che rincorrono col sangue opportunità, strutture al collasso, soldi sporchi investiti male, preservazione della vita, il lusso del lockdown col denaro, la gente in miseria, la curva dei contagi, il gel per le mani, siamo in guerra?!! Esasperazione di debolezze, la normalità è venuta fuori con chiarezza, mostrando tutto il mostro compulsivo dell’ordine prestabilito, che fa acqua e carità da tutte le parti. Fragilità psichiche, l’aumento dei suicidi, l’aumento dei ricoveri in t.s.o. Il buon senso e le sincere reti d’aiuto possono aiutare a stare in piedi…magari al caldo?! Un’altra notte, ancora, respiro rassegnazione, il deserto in paese, non che prima fosse diverso? Il natale suda freddo quest’anno, il virus è sotto l’albero, se disordine e crisi deve essere, bene! Fuoco e rabbia divampino, scelte personali, molteplici, affrontano un presente in giornate fatte di numeri, giornate che non sanno di niente, dove i media creano panico, diffidenza e terrore, l’unico terrorista è lo stato, che ci reputa numeri, gestibili fino all’osso. Sta a noi ancora e ancora pieni d’amore, pure soli, combattere per ogni secondo…a perdi fiato.

Gabriela Yankov, 11/11/20