Lords of Olona Wasteland Chaos

THAT’S THE WAY WE LIKE IT BABY, WE DON’T WANT TO LIVE FOREVER!

Fine della quarantena, data sconosciuta. Il mondo come lo conoscevamo prima della pandemia non esiste più e forse è un bene. Secondo alcuni esperti il virus sembrerebbe essere stato debellato per sempre, secondo altri esso è pronto nuovamente ad infettare ciò che rimane degli esseri umani per trasformarli definitivamente in creature che nemmeno la morte può portare con se. In questo scenario surreale e post-apocalittico, nella Valle della Morte impestata dai fumi nauseabondi che fuoriescono dalle acque putride dell’Olona, si aggirano numerose orde di guerrieri-zombie ubriachi marci fino al midollo portatori unicamente di morte e distruzione per tutte le lande desolate del varesotto. Il nome di due di queste bande di non-umani rieccheggia nel vento e porta con sè sventura, provocando terrore in quelle poche comunità di sopravvissuti che popolano le mortifere wastelands. Motron e Overcharge, questi i loro terribili nomi, signori incontrastati del caos su queste terre dominate dalla desolazione e dalla paura. Chiudetevi in casa, blindate porte e finestre perchè un vortice di d-beat, raw’n’roll e speedmetalpunk si sta avvicinando per spazzare via qualsiasi cosa trovi sulla sua strada. 

Si avete sentito bene: Motron e Overcharge sono riemersi dalle acque putride dell’Olona, sono di nuovo on the road per le lande desolate della valle della morte e sono pronti nuovamente a portare il caos e distruzione per tutte le terre del varesotto, tenendo sempre alta la fiamma immortale del metal-punk grazie a due nuovi devastanti dischi capaci di scatenare l’inferno in terra! Il primo novembre del 2019 viene finalmente pubblicato il nuovo lavoro in casa Motron intitolato “Who’ll Stop the Rain?“, mentre il 20 di marzo è il turno di “Metalpunx”, ultima fatica targata Overcharge. Ed ora è giunto il momento di parlarvi di queste due vere e proprie dichiarazioni di guerra accompagnate da una colonna sonora a base di d-beat, crust punk, speed metal e rock’n’roll!

Per questioni di cuore partiamo da “Who’ll Stop the Rain”, disco che ho avuto il piacere e l’onore di coprodurre senza pensarci due volte, andando sul sicuro con i Motron che ormai ritengo essere uno di quei gruppi garanzia tanto a livello di sound quanto a livello di attitudine. Fin dai tempi della loro prima demo datata 2003 il sound dei Motron si componeva, anche se in modo ancora acerbo, di due anime ben definite: quella più legata ad un rock’n’roll stradaiolo di ispirazione motorheadiana e quella maggiormente influenzata dal d-beat/crust di mostri sacri quali Discharge, Extreme Noise Terror e perchè no Driller Killer.  Oggi a distanza di sei anni, questo sound, rinominato dai nostri semplicemente “Raw’n’Roll”, è ancora il punto di forza dei Motron e rappresenta ancora una volta la ricetta vincente su un disco a tratti perfetto come “Who’ll Stop the Rain”. Tredici tracce in cui l’anima più raw e quella roll (richiamate anche dalla denominazione dei due lati del disco) vengono miscelate alla perfezione come forse mai era avvenuto nei precedenti, seppur ottimi, lavori del gruppo varesino. Un disco questo “Who’ll Stop the Rain” in cui le suddette due anime continuano a fondersi ma al contempo rimanere ben definite, permettendo in questo modo di poter sentire perfettamente tutte le influenze da cui prenda vita il devastante Motron-sound: dalla furia frenetica delle composizioni che richiama i primi seminali lavori degli Extreme Noise Terror alla brutalità martellante del d-beat di scuola Discharge, passando per un riffing crust tipico dei Driller Killer o dei Doom alternato ad un groove profondamente rock’n’roll a la Motorhead (influenza che ho sentito principalmente negli assoli) e un’attitudine generale dell’intero lavoro molto stradaiola, bellicosa e ancora visceralmente legata all’underground. La cartucciera dei Motron questa volta può contare su tredici proiettili praticamente letali a cui si somma la cover di “Potere Nelle Strade” dei Nabat rivisitata in chiave raw’n’roll da buona tradizione motroniana che si rispetti che non ha nulla da recriminare all’originale. Tracce come Hair of the Dog, la titletrack, Forget, Into my Cage o Rage Burning fungono da esempi definitivi di quell’ibrido bastardo composto in egual misura dal d-beat/crust punk più marcio e dal rock’n’roll più stradaiolo che è il sound dei Motron oggigiorno, nothing less, nothing more. Sempre fedeli a loro stessi, i Motron si abbattono con la potenza di una tempesta sulle nostre vite e lasciando solo distruzione e caos al loro passaggio.

“Metalpunx”, un titolo più esplicativo di questo per descrivere la proposta degli Overcharge era seriamente difficile trovarlo. Gli alfieri italiani del più veloce e furioso ibrido speedmetalpunk profondamente influenzato dalla lezione dei Motorhead sono tornati a distanza di ormai quattro anni dal grandioso “Speedsick” e di soli due anni dall’ep “Electric Reaper” ma non hanno perso nulla in termini di rabbia, furia cieca e completa devozione alla distruzione più totale. “Metalpunx”, come già detto, basta da sè per descrivere il sound degli Overcharge, un concentrato di metal e punk nella sue forme più caotiche, veloci e violente. Ma cerchiamo di addentrarci con calma in questa tempesta sonora formata da nove brutali tracce, alcune, come la magnifica quarta traccia D-beat Destruction, fin dal titolo estremamente chiare su quello che ci aspetta addentrandoci nell’ascolto di questo nuovo disco. Anche gli Overcharge come i Motron rilasciarono la loro prima fatica in studio nel lontano 2013 e da allora hanno portato il loro tipico sound ad una maturazione pressochè totale, sound che trasuda da ogni singola nota di questo nuovo “Metalpunx”. Pescando come sempre a piene mani dal meglio del rock’n’roll/metal dei Motorhead, dal d-beat devastante di Discharge e Varukers, dal punk stradaiolo dei GBH, dall’hardcore-crust svedese di Anti-Cimex e Driller Killer (ma anche Wolfpack/Wolfbrigade) fino a giungere allo speed metal dei mitici Warhead, il sound degli Overcharge è quanto di meglio si possa volere da un ibrido bastardo tra lo speed metal, il d-beat/punk e il rock’n’roll, furioso e veloce, distruttivo e guerreggiante che li accomuna sempre più con realtà quali i canadesi Inepsy. L’Overcharge-sound emerge prepotente in tracce quali Black Diesel Breath, Bury the Damned e Lord of Hysteria per ribadire, se ce ne fosse bisogno, che qui non c’è nessuna intenzione di fare prigionieri ma unicamente di dispensare morte e distruzione. Gli Overcharge si dimostrano quindi ancora una volta essere i signori incontrastati del caos e dello speedmetalpunk e questo “Metalpunk” è la loro ennesima dichiariazone di guerra con la quale sono pronti a tornare a scorrazzare liberi e selvaggi per far tremare tutto le lande desolate attraversate dall’Olona! It’s only a d-beat destruction but that’s the way we like it baby!

Una nuova tempesta è ormai giunta, tuoni e fulmini devastano le lande desolate della provincia, un vortice di devastazione e di raw’n’roll e speeemetalpunk si abbatte nuovamente sulle nostre misere vite votate alla follia e alla paura. Chi potrà fermare la pioggia? Chi potrà fermare queste orde barbariche pronte a lasciare solo macerie al loro passaggio nell’Olona Wasteland?