Masakre – Morbid Extinction (2022)

Morbid Extinction“, letteralmente “estinzione morbosa”. Con un titolo del genere cosa cazzo dovremmo mai aspettarci? Più che un titolo sembra trattarsi di una vera e propria dichiarazione di guerra senza esclusione di colpi e senza alcuna volontà di fare prigionieri. Bastano undici minuti agli indonesiani Masakre per polverizzare in maniera spietata qualsiasi cosa si trovi nel loro raggio d’azione. Cinque tracce che irrompono nelle nostre esistenze condannate all’estinzione con la brutalità e l’efferatezza di un bombardamento a tappeto volto a radere tutto al suolo e lasciare solo macerie. Bastano infatti questi undici minuti e questi cinque brani ai Masakre per mostrarsi come una band spietata pronta a portare morte, devastazione ed annichilimento senza mezze misure con un death metal vecchia scuola che non disdegna incursioni in territori crust o raid improvvisi in cui risuona tutta l’efferatezza del proto grindcore. E’ veramente difficile parlare di un disco come questo cercando di seguire un discorso lineare senza perdersi. Difficile perchè in una durata cosi contenuta i Masakre riescono a travolgerci con cosi tanta intensità, con una volontà di distruzione e con una furia che sembra impossibile da placare e che lascia spiazzati e impotenti. C’è infatti qualcosa di estremamente bestiale e caotico nella proposta death metal dalle tinte nere dei Masakre, così come dall’altra parte c’è un’attitudine profondamente (crust) punk e proto-grind che permea e attraversa il loro sound conferendo a questo Morbid Extinction quel tocco di personalità che ci permette di poter assaporare al meglio le differenti influenze in cui affondano le radici della band. Come se non bastasse questo assalto death metal a lasciarci inermi, le atmosfere oscure e tetre che accompagnano le cinque composizioni degli indonesiani costruiscono un’atmosfera opprimente e asfissiante che amplifica la sensazione di trovarsi in mezzo ad un vero e proprio massacro che non sembra volere conoscere tregua ne pietà. Un’atmosfera in grado di dipingere scenari di un futuro senza speranza, in cui l’estinzione sembra l’unico destino possibile per umanità condannata e inerme.

Addentrandoci più profondamente nel sound dei Masakre, ci troviamo in territori dominati dal death metal vecchia scuola, quello più marcio e putrescente di Autopsy, Nihilist, Bolt Thrower, Obituary, ma che al contempo si ibrida con tensioni e sonorità più vicine al crust punk più efferato e belligerante di band quali Extreme Noise Terror o al primissimo grindcore di Napalm Death o Repulsion. Come già accennato, tutto ciò è accompagnato da un’atmosfera minacciosa e da toni che sembrano voler richiamare quella oscurità eterna, opprimente e disturbante tipica di certo metal estremo primordiale di scuola Hellhammer/Celtic Frost. Cinque tracce, undici minuti e io ho già parlato fin troppo. L’estinzione è vicina, i Masakre diffondono la loro visione di distruzione e nichilismo senza eguali e son pronti a lasciare morte e disperazione sul campo di battaglia. Siate pronti al massacro che verrà. Siate pronti ad abbracciare gli incubi di un’estinzione morbosa.