No Sun Rises – Dominium Terrae (2020)

Esattamente un anno fa mi trovavo a scrivere su queste pagine della prima fatica dei No Sun Rises, quello splendido disco che è Ascent/Decay del quale mi infatui fin dal primo momento, sopratyutto perchè rimasi completamente catturato dalla proposta del gruppo tedesco che riusciva a sintetizzare le tensioni di un post-black metal atmosferico con tensioni maggiormente riconducibili a territori del neo-crust moderno. Con questa nuova tape intitolata Dominium Terrae che presenta due brani, i No Sun Rises invertono parzialmente la rotta sonora che avevano seguito sul precedente, bellissimo (mi tocca ribadirlo) Ascent/Decay, decidendo di esplorare territori black metal differenti anche se non del tutto ignoti o innovativi. Due composizioni caratterizzate da una lunghezza abbastanza sostenuta, abbondantemente superiore ai dieci minuti come per la titletrack, che, partendo da una base abbastanza nota negli ultimi anni di post-black metal moderno, si diramano su coordinate atmosferiche capaci di evocare lo spettro degli Agalloch più malinconici, mentre nei momenti più serrati e furiosi si sentono echi degli ultimi Downfall of Gaia. Inoltre gli strumenti ad arco  sono in grado di costruire paesaggi bucolici e atmosfere di quiete come nella maestosa e intensa prima traccia che da titolo all’intero ep, ovvero “Dominium Terrae“.

È proprio su questa contrapposizione costante tra quiete e tempesta, tra momenti melancolici e impetuose tempeste black metal accompagnate dallo screaming sofferto di Jonas (alternato all’interpretazione estremamente evocativa della voce di Nicole, ospite sulla prima traccia) che i No Sun Rises sono abili a costruire due ottime tracce di post black metal moderno e dalle ottime tinte atmosferiche che possono riportare alla mente certo USBM di tradizione cascadian care in egual misura a Wolves in the Throne Room e Falls of Rauros. Per concludere, degno di nota l’artwork di copertina, che ricalcando uno stile riconducibile alle incisioni medievali, rappresenta un castello preda delle fiamme, probabilmente fiamme di qualche rivolta contadina contro i signori e i ricchi. Certamente un bel ritorno, seppur si tratti solamente di una tape di due tracce, da parte di uno dei gruppi più interessanti degli ultimi anni, un ritorno che mostra forse le nuove rotte musicali che i No Sun Rises esploreranno nel prossimo futuro!