Qualche mese fa mi son ritrovato ad ascoltare in modo assiduo l’ultima omonima fatica in studio dei trevigiani Restos Humanos, uno dei migliori esempi di grind/death metal emerso dalle paludose lande venete negli ultimi anni. Quindi dopo averlo recensito sulle pagine di Disastro Sonoro senza pensarci due volte, oggi ho l’onore di riportarvi un’intervista/chiacchierata fatta con Júlian, frontman (se così vogliamo chiamarlo) della band, durante il tour con gli Hameophagus al quale ha partecipato in veste di bassista. Basta con le ciance, lascio la parola ai Restos Humanos a.k.a. quelli delle catacombe per i lettori di Disastro Sonoro.
La prima domanda è quella più difficile e al contempo quella più banale: ti va di raccontare come vi è venuta l’idea di dar vita ai Restos Humanos, come vi siete conosciuti tu, Barney e Sara e soprattutto da dove è stato preso il nome della band o come è stato deciso?
Al tempo suonavo con i Gelo, ancora nel 2012 quando volli comporre materiale se vogliamo più “cattivo”. Al tempo ascoltavo parecchio grind di stampo spagnoli quali: Ras, Machetazo, Looking for an Answer tra gli altri. Successivamente quando avevo già del materiale per un demo ep parlandone con Barney lui si offrì per registrare la batteria, l’anno successivo cioè 2013 quando ci arrivò la richiesta del nostro primo live chiesi a Sara di entrar parte nel gruppo. Noi ci conosciamo da parecchio tempo ancora prima di iniziare a suonare insieme sia perché ci vedevamo a concerti o con Barney in particolare ha registrato materiale dei Gelo in passato.
Nella vostra breve ma intensa carriera, iniziata con la pubblicazione di una demo nel 2013, giocano un ruolo fondamentale gli split album, di cui oggi se ne contano ben 4 e che ci danno l’idea di una band altamente prolifica e che non ama troppo stare con le mani in mano. Vuoi parlarci di cosa significa per voi collaborare con altri gruppi su questo tipo di formato e che importanza ricoprono per voi gli split? Vuoi parlarci dell’ultimo split con i Provocacion, ultima vostra fatica in studio?
Decisamente, sfruttiamo al massimo la possibilità di pubblicare, per ora i nostri split ci hanno dato la possibilità di farci conoscere e conoscere altri gruppi, tra meno di un mese sarà pronto un nuovo split con gli Agathocles, grandi nostri amici. Il formato 7” in particolare è sempre una chicca anche sé molte volte per i produttori rappresenta una perdita. Con i Provocación, diciamo che è uscito in tape, la registrazione è stata fatta a Medellín Colombia nel nostro tour in Colombia/Ecuador l’anno passato, ci hanno ospitato questi ragazzi che ci hanno proposto di registrare nel suo studio di registrazione casalingo fatto nel terrazzo di una casa come le migliori scene del film “Rodrigo D:no futuro”.
Le atmosfere e i riferimenti al Cinema Horror italiano (e non solo) anni ’70/’80 sono una costante sul vostro self-titled album, basti pensare all’introduzione affidata all’ “Incipit della Morte”. La domanda dunque appare scontata: quali sono le opere cinematografiche a tema horror che più ti hanno influenzato nella tua concezione della musica e nella tua composizione di essa per i Restos Humanos? E oltre al cinema horror d’autore, da quali altre forme artistiche trai ispirazione per scrivere i testi e quali tematiche cerchi di affrontare in essi?
Tu sei colombiano ma impiantato a Treviso, cosa ci puoi dire della scena trevigiana sia in ambito hardcore punk sia in ambito metal estremo? Hai qualche gruppo da consigliare ai lettori di Disastro Sonoro? E della scena (sia punk che metal estremo) a livello nazionale quali sono le tue impressioni?
Si, sono Colombiano di nascita e Italiano di adozione. Treviso anche sé per molti motivi è una città ostile allo stesso tempo ci ha regalato ultimamente degli ultimi gruppi, concerti e iniziative legate alla musica. Ci sono moltissimi gruppi sia punk e hc molto attivi. Hobos, I bentornati Gargantha, Grog, i vecchi Cimex, i doomter Messa, infine basta assistere a qualche concerto a Treviso per rendersi conto della buona salute che gode la provincia e il Veneto in generale. Vi consiglio vivamente il festival “in Veneto There is No Law”.