Sound of Suffering – Intervista ai Greenthumb

Qualche settimana fa i Greenthumb hanno pubblicato “There Are More Things”, ep di tre tracce che prosegue nel percorso tracciato dal debutto “West”, ovvero un concentrato di sludge/doom opprimente e feroce fedele ai nomi storici del genere ma suonato con tutta la rabbia selvaggia tipica dell’hardcore. Ho avuto la fortuna di far loro alcune domande, quindi godetevi l’intervista! 

Il nome che avete scelto per il vostro gruppo non lascia spazio a dubbi sul genere e sul gruppo a cui vi ispirate maggiormente. Ma oltre ai Bongzilla quali sono state e quali continuano ad essere le vostre influenze?

Per quanto i Bongzilla siano stati uno dei primi gruppi che ci ha fatto avvicinare al genere, non sono una delle nostre principali bands d’ispirazione. Sebbene il nostro nome e l’omonima cover presente nel nostro primo lavoro possano facilmente condurre l’ascoltatore a tale pensiero, questo ha delle radici più profonde. Se noi prendiamo, ad esempio, il nome Greenthumb e il nome del nostro primo lavoro West, concentrandoci soprattutto sul layout del disco, possiamo notare una forte antitesi fra questi termini. Greenthumb esprime fertilità, crescita, forza vitale, mentre West e la carcassa del cane che fa da copertina al CD esprimono invece deserto, aridità, morte. La sintesi di questi due termini messi in forte contrasto rappresentano la difficile realtà in cui personalmente viviamo, in cui il sogno di far crescere la pianta che sta dentro ognuno di noi è fortemente e brutalmente perseguitato dall’aridità morale e musicale che caratterizza la nostra città e che abbiamo sempre avvertito da quando, in adolescenza, abbiamo iniziato a suonare assieme. Per quanto riguarda le nostre influenze possiamo definirci degli ascoltatori musicali a tutto tondo, e per questo nei nostri pezzi si possono trovare varie influenze che nell’arco della nostra vita sono state essenziali. Oltre al nostro genere musicale in se, si possono notare influenze che vanno dal blues al black metal, anche se il genere che più ha influenzato la nostra forma mentis è, paradossalmente, l’hardcore californiano, stile musicale e di vita che in adolescenza, per la sua arroganza e il suo non avere peli sulla lingua, ci ha fortemente deviato.

Venite da Alghero, quindi la domanda è: quanto vi ha influenzati (se vi ha influenzato) il vostro territorio nel comporre e pensare il vostro sound opprimente, annichilente e rabbioso?

La nostra terra sicuramente ha influenzato il nostro modo di suonare in maniera irreversibile. L’isolamento dovuto da una terra bagnata dal mare in ogni direzione non può fare altro che alimentare la nostra voglia di uscire da questa situazione. Esistono molti gruppi sardi veramente validi che non riescono ad emergere a causa di questo isolamento. Nella nostra terra puoi suonare esagerando in tre città, e se non metti tutto te stesso, dando anima, corpo ed energie per i tuoi obbiettivi, difficilmente puoi arrivare alla visibilità che i gruppi della penisola riescono ad avere più facilmente. Se prendiamo l’esempio specifico di Alghero, la situazione appare ancora più critica, dal momento che si tratta di un isolamento nell’isolamento, e ciò si riflette anche nell’ambito musicale, basti considerare che il nostro è l’unico gruppo underground nella nostra città. Come detto prima però, per quanto il nostro percorso sia pieno di sacrifici, frustrazione e solitudine, tutto questo non ci spaventa affatto ma insinua in noi una fame difficile da placare. Per quanto riguarda l’ambito musicale il gruppo sardo che ci ha influenzato maggiormente sono i Black Capricorn, doom da Cagliari, a parer nostro uno dei più validi in Europa, da sempre per noi fonte di ispirazione.

Negli ultimi anni lo sludge (e generi con cui si contamina costantemente come doom e stoner) sembra aver trovato nuova linfa nel nostro paese, basti pensare a gruppi come Evil Cosby, Deadsmoke, Grime o  Sator. A cosa pensate sia dovuto questo ritrovato interesse per tali sonorità, per loro natura ostiche e perciò di nicchia?
Pensate si possa parlare di vera e propria scena italiana? Se si, quali pensate possano essere le sue caratteristiche che la differenziano dalla scena storica e in generale dall’approccio classico del genere?

E’ un genere musicale che esiste da tanto tempo e nella storia della musica c’è sempre stato chi ha provato a sviluppare questo tipo di sonorità. Noi personalmente cerchiamo di sviluppare un sound anacronistico ispirandoci a gruppi di un passato che può sembrar remoto. Non crediamo tuttavia che si possa parlare di vera e propria scena sludge/doom italiana, poiché siamo convinti che l’unica scena che esista è quella hardcore, in cui i gruppi dei generi più disparati suonano senza una divisione musicale. Non abbiamo quasi mai suonato in concerti dedicati a soli determinati generi, la maggior parte dei nostri live sono stati condivisi con gruppi grind, crust, powerviolence e non c’è cosa migliore di creare queste situazioni senza dividerci in compartimenti stagni. Abbiamo avuto il piacere di conoscere e suonare assieme a gruppi come Gufonero e Biggmen, bands che con il proprio sound alimentano questo genere musicale nel nostro paese, e che non potrebbero mai essere dissociati dalla scena hardcore, sia per i loro progetti passati e attuali che per il loro modo di vivere la musica.

Come si sviluppa il percorso che vi porta alla stesura delle liriche? Chi scrive i testi? Da cosa sono ispirati e cosa cercate di trasmettere con essi?

Non c’è tra di noi qualcuno in particolare che scrive i testi. Scriviamo tutti, dandoci a vicenda ispirazioni e correzioni. Tuttavia lo scrivere e il comporre sono due azioni separate. Quasi mai queste si sviluppano contemporaneamente. Prima di trasformarsi in liriche ciò che scriviamo è la concretizzazione di concetti che individualmente estrapoliamo da ciò che ci appassiona e che, in diversi modi e tramite differenti canali ( arte, letteratura, cinema ecc ) studiamo e intimamente assimiliamo. Nel nostro nuovo lavoro “There are more things” i tre pezzi presenti sono accomunati da situazioni che non hanno un tempo specifico, e i luoghi presenti non sono nitidi, bensì sfuocati, che non danno certezze all’ascoltatore ma alimentano l’immaginario individuale. Cerchiamo di sviluppare un ambiente e un’atmosfera tale da catapultare chi ci ascolta in ambienti onirici che lo possano portare oltre il contesto reale che lo circonda.

Esiste una cosiddetta scena underground/diy metal/punk ad Alghero? Avete gruppi da “consigliare” agli sfortunati lettori che si imbattono nelle pagine virtuali di Disastro Sonoro?

Oltre a suonare nei Greenthumb organizziamo concerti sotto il nome di “ L’Home Mort” ,“uomo morto” in Algherese. Siamo attivi da tre anni e cerchiamo di tenere viva una situazione che nella nostra città non è mai esistita sotto quest’ottica. Abbiamo avuto il piacere di far suonare gruppi della penisola come Gufonero, Grumo, Evil Cosby e Mesecina. abbiamo organizzato un minitour isolano ai Link, band belga blackned crust dal 97, e hanno suonato ai nostri concerti quasi tutte i gruppi della Sardegna. Nonostante questo ad Alghero nessuno a parte noi fa queste cose ed essendo soli anche l’organizzare, come il suonare, risulta difficile vivendo in Sardegna, noi abbiamo la fortuna di avere ad Alghero Respubica, centro culturale in cui, oltre a organizzare, proviamo, stampiamo nel laboratorio serigrafico e sviluppiamo nella camera oscura

Domanda doverosa: progetti futuri? Nuovo album previsto? prossimi concerti?

Sebbene il nostro ultimo lavoro “there are more things” sia uscito a Dicembre stiamo già lavorando a un nuovo progetto con la voglia di migliorarci sempre di più. Quest’anno inizieremo con due date sarde a febbraio in compagnia dei nostri amici Mesecina, con il desiderio di ritornare il prima possibile il Italia e cercare di organizzare qualcosa all’estero. Inoltre ci saranno delle aggiunte nella formazione, un azzardo che ci intriga molto e che non vediamo l’ora di svelare.

Ringrazio i Greenthumb per il tempo dedicatomi, aspettate a breve la recensione di “There Are More Things” che potrebbe vedere la luce in una veste differente dalle solite pagine virtuali di questo blog come siete abituati, chi lo sa…