Swordwielder – System Overlord (2019)

noi danziamo in tondo nella notte e siamo divorati dal fuoco…

Venti di tempesta invadono queste lande desolate dove ci troviamo costretti a vagare senza metà e a sopravvivere. L’inverno è alle porte mentre le orde del caos e della distruzione si aggirano finalmente libere ed incontrastate tra le rovine del vecchio mondo. All’orizzonte si possono ancora scorgere fuochi di rivolta che verranno presto inghiottiti dall’ultimo tramonto preannunciando l’ora più buia. Nessun futuro per il mondo di oggi, solo l’oscurità che non lascia scampo. E allora noi danzeremo in tondo nella notte oscura e cammineremo su strade illuminate dalle fiamme della rivolta che ci divorano, le stesse fiamme che inghiottono (mai sazie) le macerie del mondo dominato dal capitale e dalla gerarchia. Su quale musica dunque danzeremo tra le fiamme e il fuoco quando arriverà l’ultima notte dell’insurrezione?

Probabilmente “System Overlord , ultima creatura partorita nell’oscurità dagli svedesi Swordwielder tramite la Profane Existence records è la miglior risposta e forse l’unica possibile. Se “Howl of Dynamite” degli Storm of Sedition è stato il mio disco preferito del 2019, questa nuova fatica degli Swordwielder rientra certamente tra i miei ascolti più costanti e assidui di tutto l’anno appena terminato. Quarantacinque minuti di epico, apocalittico ed oscuro stenchcore/crust punk profondamente radicato nel fertile terreno britannico di fine anni ottanta e nella seminale lezione che va dagli Amebix ai Deviated Instinsct passando per gli Axegrinder di “The Rise of the Serpent Man”, gli Hellbastard di “Heading for Internal Darkness” e qualcosa pure dei primissimi Bolt Thrower. Uno stenchcore dai toni apocalittici e dalle atmosfere epiche quello suonato dagli Swordwielder e lo si può notare fin da Violent Revolution”, traccia d’apertura di “System Overlord”, un rabbioso inno da urlare a squarciagola sul campo di battaglia per dichiarare guerra aperta e brutale contro questo mondo affinchè tra le macerie della rivolta potremo danzare liberi e veder sorgere un nuovo sole. Traccia dopo traccia, veniamo inghiottiti da una furiosa tempesta di rovinoso stench-crust che alterna devastanti assalti a spada sguainata, ben rappresentati da tracce quali “Second Attack” e “Savage Execution“, a momenti in cui svettano le atmosfere epiche e al contempo oscure costruite sapientemente dagli Swordwielder, gruppo oramai giunto all’apice della propria maturazione artistica. Gli esempi migliori di questa atmosfera epica che aleggia imperiosa su tutto “System Overlord” possono essere ritrovati nell’introduzione acustica e nel riff dominante di “Nuclear Winter“, così come nel rallentamento centrale della quinta traccia “Cyborg” che sottolinea una tensione crescente che potrebbe sfociare nuovamente in tempesta squarciando l’apparente e labile quiete da un momento all’altro. Giungendo al termine di questa furibonda tormenta di stenchcore che lascia solamente corpi senza vita e macerie alle sue spalle, ci imbattiamo in “Northern Lights”, traccia conclusiva del disco, una traccia dominata da un’atmosfera sofferta (sottolineata sopratutto dal cantato) che sembra rappresentare la degna colonna sonora per accompagnare la fine della battaglia, in bilico tra toni di maestosa epicità e gli ultimi assalti con la spada sanguinante stretta in pugno e agitata sotto un cielo tuonante che preannuncia la pioggia. Condensando in nove tracce tutte le sfumature d’immaginario che vanno dalle visioni post-apocalittiche degli Amebix di “Arise” agli scenari guerreschi e barbarici dei Bolt Thrower di “In Battle There Is No Law”, gli Swordwielder ci regalano un disco di epico stenchcore che pare incurante del tempo che passa e proprio da questa incuranza trae tutta la sua magnificenza e la sua bellezza. Nella suo incedere maestoso e battagliero “System Overlord” sembra volerci lasciare un solo messaggio, una sola strada da percorre nella tempesta che avanza: non c’è più nienta da salvare, ma tutto il mondo da distruggere.