Tapping the Vein: Industrial Crust (Parte Seconda)

In questa seconda e ultima parte della traduzione di Tapping the Vein: Industrial Crust verranno affrontate le esperienze e le storie di altre cinque band fondamentali per lo sviluppo e la breve esistenza del cosidetto incrustial, partendo dai Saw Throat (temporanea incarnazione dei Sore Throat) fino ad arrivare ai Nausea (si, esatammente quei Nausea!). Qui trovate la prima parte dell’articolo tradotto.

L’articolo di cui vi presento la traduzione è apparso originariamente su Negative Insight, blog e prima ancora fanzine creati da Erik, già attivo con la distro Social Napalm. L’idea di tradurre e ospitare questo articolo nasce dal mio interesse di approfondire e condividere la storia poco conosciuta e molto breve dell’industrial crust, sottogenere del sottogenere emerso negli anni 90 e legato intimamente alla scena crust punk/hardcore britannica (Deviated Instinct) e statunitense (Nausea), ma che ha visto degli esponenti validi anche in Italia con le sperimentazioni dell’ultimo album dei Contropotere o con le sonorità esplorate dal collettivo artistico-musicale Brandelli d’Odio. La scelta di dividere l’articolo in due parti nasce invece dalla volontà di renderlo più facilmente leggibile data l’estrema lunghezza e la profondità con cui vengono trattate le diverse band e i loro dischi. Ringrazio nuovamente Erik per avermi concesso di tradurlo e pubblicarlo e vi invito a seguire i suoi progetti perché il punk e l’hardcore non avrebbero senso di esistere senza il supporto reciproco e la collaborazione!

Saw Throat

Quando si nominano i Sore Throat in una conversazione, si possono ottenere due tipologie di reazioni opposte: l’odiosa estremità sonora e il senso dell’umorismo provocatorio della band fanno ridere come uno scolaretto o fanno ridacchiare in modo offensivo. E in fondo è giusto così, perché per quanto innovativa potesse essere nel 1989 l’idea di un LP di 99 canzoni incazzate e rumorose, si trattava comunque di un’impresa piuttosto immatura, anche se divertente. Tuttavia, i Sore Throat sono raramente ricordati per la grandezza del loro Inde$troy LP, pubblicato nel 1989 dalla Manic Ears Records, storica etichetta hardcore britannica di Bristol. All’epoca la formazione era composta da Rich Militia alla voce, Bri e Jon (dei Doom) rispettivamente alla chitarra e al basso e Hammy (fondatore della Peaceville Records e batterista degli Instigators) alla batteria. Inde$troy si discostava talmente tanto dalle tipiche esplosioni di rumore thrashy dei Sore Throat da portare la band a decidere di pubblicare l’album con il nome di Saw Throat.

Nel 1989, la cosiddetta scena hardcore britannica – che comprendeva molti generi diversi – stava già perdendo slancio e le band, quando non si stavano disgregando, cominciavano a cercare altrove l’ispirazione. Con le sue lunghe parti ambient atmosferiche e i suoi schiaccianti momenti industrial, Inde$troy può essere considerato uno degli LP crust più notevoli e singolari dell’ondata anni ’80, anche se paradossalmente è stato necessario che la band rinunciasse – momentaneamente – alla sua idea iniziale (fondamentalmente far incazzare il maggior numero di persone con rumori caotici, hardcore veloce e improvvisate e con testi spesso offensivi) per raggiungerlo.

Inde$troy è un concept album di proporzioni dantesche. Composto da una sola traccia, la sua scrittura è stata ispirata da band come Melvins, Saint Vitus e Swans, e direi che è probabilmente la cosa più vicina a un’Opera crust (una descrizione terrificante, forse, ma che in qualche modo si adatta all’opera). Il brano è diviso in diverse parti, come canzoni o momenti che sono legati insieme senza soluzione di continuità con strati di tastiere, parti parlate, diverse grida di dolore, feedback, effetti sonori aggiuntivi e persino una vera e propria motosega! Di conseguenza, Inde$troy genera una energia e una atmosfera proprie, un’atmosfera molto particolare che conferisce una effettiva qualità narrativa ad un’opera che racconta essenzialmente una storia sulla fine del mondo. I riff di chitarra molto cupi e opprimenti, combinati con un ritmo aggressivo e quasi sludge (in contrasto con l’abituale velocità martellante dei Sore Throat), le voci aggressivamente ruvide e arricchite da una voce insolitamente chiara di Rich Militia (le urla folli in apertura della prima “canzone” sono in realtà eseguite da Paul dei Pleasant Valley Children) e l’aggiunta di fitti livelli di tastiere ed elementi industrial conferiscono all’album una dimensione apocalittica. La colonna sonora dell’imminente collasso, appunto.

L’interazione tra forma e contenuto è molto importante in questo disco, poiché Inde$troy non contiene nulla delle solite frecciatine e del senso dell’umorismo dei Sore Throat (al contrario, nei titoli di coda si scusano persino con Heresy e Active Minds) e si concentra su temi che riguardano l’ecologia e il modo in cui il capitalismo, in questo caso il legame tra l’industria e l’avidità umana, distrugge il pianeta. Il tono dei testi è rabbioso e pessimista e si potrebbe sostenere che l’aggiunta di sonorità brutali e macchinose e l’inclusione di lunghe parti di tastiera rafforzino l’aura cupa e funerea dell’opera e l’idea che l’acciaio stia letteralmente trafiggendo la Terra. La band ha impiegato tre settimane per scrivere e registrare Inde$troy, un tempo impressionante per una band di ubriaconi come i Sore Throat (per fare un confronto, Unhindered By Talent è stato registrato in soli due giorni). Il disco è stato prodotto e arrangiato ai Lions Studios di Leeds tra il febbraio e l’aprile del 1989 da Andy dei Gold, Frankincense + Disk-Drive (che ha anche fornito gli effetti di tastiera necessari), che ha utilizzato la tecnologia digitale per il mix finale su un mixer a sedici tracce. La produzione di Inde$troy è quindi impressionante se si considera il contesto e il suono grezzo dei dischi precedenti – e successivi – dei Sore Throat. L’artwork post-apocalittico dall’aspetto inquietante e folle, disegnato da Steve Hutton (che poi è diventato illustratore di libri per bambini), è altrettanto stupefacente e illustra in modo appropriato la musica e le parole dell’LP.

Questo capolavoro di pesante e lento crust è stato ristampato per la prima volta su cd nel 2004 dalla SOA Records di Roma e su vinile (ma con uno strano colore blu per la copertina) nel 2007 grazie alla collaborazione tra le etichette tedesche Skuld Releases ed Epistrophy, quindi non avete davvero scuse per non recuperarlo e ascoltarlo.

Sonic Violence

I fan dell’anarco-punk conosceranno i Sinyx grazie al loro EP di culto Black Death (autoprodotto nel 1981). Tuttavia, mentre la speranza e l’ottimismo per un futuro migliore durante gli anni dell’anarco-punk si affievolivano sempre di più e il regime della Thatcher proseguiva inesorabile, lo stesso accadeva alla musica. L’ex membro dei Sinyx, Dave “Auntie” Godbald, fu una di quelle persone la cui traiettoria musicale coincise con la crisi politica che molti altri stavano avvertendo. In un’intervista con Fabryka, Auntie afferma: “I Sinyx erano diventati gradualmente meno politici e più filosofici, con uno stile musicale più scuro e pesante. Tuttavia, volevo andare oltre quello che ritenevo appropriato con i Sinyx, così mi sono rasato il mohicano e ho formato i Sonic Violence”.

Secondo Auntie, l’idea del suono e dell’immagine dei Sonic Violence era quella di essere una versione più feroce dei Killing Joke. Una prima formazione fu creata nel 1986, ma non funzionò mai e si sciolse alla fine dell’87. Nel 1988 si riunì una nuova formazione composta da due bassisti con l’obiettivo di averne uno “con il maggior numero di toni bassi possibile per scuotere il pavimento e l’intestino e l’altro con corde leggere e acuti taglienti come rasoi per assalire i tamburi delle orecchie e aggiungere un tocco alla mia chitarra”.

Questa seconda formazione era inizialmente composta dall’ex cantante dei Kronstadt Uprising Spencer Blake alla voce, da suo fratello Murray Blake al basso (anch’egli dei Kronstadt Uprising, anche se non nello stesso periodo), dall’ex membro dei Sinyx Andy Whiting sempre al basso, da Auntie alla chitarra e da Elmer Barrett alla batteria. Sfortunatamente Spencer non funzionò, così Murray e Auntie finirono per dividersi i compiti alla voce . Questa formazione consolidata rimarrà intatta fino al 1991.

A riprova del fatto che la loro etica DIY è rimasta invariata, i Sonic Violence pubblicano il loro EP di debutto del 1989, Sacrifice To Strength, con l’imprinting Sound Violation Promotions. Con un suono denso e avvolgente da betoniera, la band è stata una delle punte di diamante di questo nuovo stile heavy industrial.

Il gruppo si fece subito notare dall’ex batterista degli Instigators Paul “Hammy” Halmshaw, che all’epoca gestiva l’etichetta metal Peaceville Records. Auntie racconta di essere entrato nella Peaceville: “Un mio amico conosceva qualcuno degli Axegrinder, che a quel tempo erano su Peaceville, e mi suggerì di inviare una demo. L’ho fatto e ho ricevuto una risposta che diceva: ‘Fuck Yeah – voglio metterti sotto contratto immediatamente! Questo portò alla pubblicazione del primo album dei Sonic Violence, Jagd, che uscì nel 1990. Si trattava di un’altra pubblicazione densa e oscura, con titoli di canzoni come “Blasphemer”, “Tortured” e “Symptom”, tra gli altri brani del disco composto da sette canzoni. Fondendo musica pesante con una spina dorsale punk e industrial, l’album fu un successo al punto che i Peaceville ne vollero di nuovi, e l’EP Casket Case 12″ seguì rapidamente sempre nel 1990.

Auntie ricorda: “Dopo Jagd abbiamo dovuto scegliere se lasciare Peaceville o firmare un nuovo contratto per quattro album. Io volevo andarmene, gli altri no e questo ha contribuito al mio allontanamento dagli SV. Sentivo che la Peaceville ci stava mettendo i bastoni tra le ruote e volevo vedere quali altre opzioni avevamo a disposizione – forse la Earache o una delle etichette europee, ma un’etichetta meno orientata al death metal”.

A questo punto, Bill si è unito al sampler e la band si è spostata ulteriormente verso un’influenza industrial, allontanandosi dalle proprie radici punk. Anche il membro fondatore Auntie lascia la band. Il gruppo si stabilizza su un organico composto solo da batteria, percussioni, campionatore e basso. Intraprendono un tour poco promosso a sostegno del loro secondo album, intitolato Transfixtion (Peaceville/Dreamtime, 1992), per poi separarsi dalla Peaceville.

La band ha continuato fino al 1994, pubblicando un 12″ chiamato The Blastecyst Mixes e uno split 7″ con gli industrial rocker britannici Headbutt (entrambi usciti nel 1993). Come accennato, in questo periodo la band si era allontanata da qualsiasi influenza punk, optando invece per uno stile industriale più diretto. Viene completato il materiale per un terzo album, che però non viene mai realizzato.

I tentativi di riunire la band ci sono stati. Auntie e gli altri membri, tranne il batterista Elmer, dell’album Jagd si riunirono per alcune prove, ma non se ne fece più nulla. Auntie afferma: “Ora ho John (ex-Sinyx) come bassista sostitutivo e un possibile batterista, quindi spero di riprendere le prove quest’estate. Il materiale sarà caratterizzato dal materiale più veloce basato sulla chitarra e da alcune cose nuove o non registrate in precedenza”.

Mortified

La band meno documentata o conosciuta di questo articolo, i Mortified si sono formati nel 1988 a Honiton, in Inghilterra (a metà strada tra Exeter e Bristol) e hanno pubblicato il demo Drivel nel 1991. Come ha scritto Luc su Kängnäve, “la loro musica è difficile da descrivere: lenta, sporca, pesante e dissonante – ci sono elementi di doom metal, crust, industrial, noise rock, forse un’atmosfera dei primi Godflesh/Pitchshifter, un po’ di Amebix, anche se questa non è una descrizione lontanamente accurata”.

Un secondo demo, sempre del 1991, si intitola Grog (The Next Mourning). Da questo demo è nato un LP (anch’esso intitolato Grog) per la francese Sludge Records. Il vinile vero e proprio per questa uscita fu stampato (edizione di 250 copie), ma le custodie per LP non furono mai realizzate e l’LP completo non uscì mai. (Mi è stato detto che se scrivete delle operazioni della Sludge Records potreste essere minacciati di azioni legali, quindi questo è tutto ciò che scriveremo qui). È un peccato che il disco non sia mai uscito, perché si tratta di materiale estremamente forte. Lento, macinante e pesante crust/doom metal con una leggera influenza industrial rispetto al resto del materiale. La canzone “Sad” è particolarmente forte, con voci ossessionanti che si alternano tra maschile e femminile, cantate su una nenia metallica e ipnotica. Una musica davvero terrificante che sembra essere stata registrata da dei pagani nelle brughiere dell’antica Gran Bretagna, come solo gli inglesi sanno fare. La band stessa lo descrive come “un enorme suono di basso vibrante, pattern di batteria metronomici e doomy, chitarre discordanti e voci femminili inquietanti in stile post-moderno. Urban-industrial mescolato al doom rock degli anni ’70”.

I Mortified si esibirono regolarmente dal vivo, compreso una data in apertura agli Hellbastard nel 1992. Un’ultima sessione di registrazione, intitolata “Stress”, fu registrata nel 1995 prima che la band si sciogliesse nel ’96 con un grande potenziale inespresso. Avrebbero potuto inserirsi benissimo nella Peaceville/Deaf Records, nella Rise Above o nella Earache, ed è un peccato che non ne sia uscito nulla. È sconcertante e un peccato che una band esistita per quasi 10 anni abbia una lasciato una testimonianza fisica e materiale così scarsa.

Nausea

Originari di New York, i Nausea sono di gran lunga la band più conosciuta di questo articolo. Il loro LP del 1990, fortemente influenzato da gruppi hardcore britannici come gli Antisect, ha venduto migliaia di copie ed è stato un punto fermo in qualsiasi collezione di dischi punk degli anni Novanta. Come molti gruppi punk britannici si dilettavano con le influenze reggae, anche i Nausea lo facevano, con un prolungato break reggae che induceva alla trance nella canzone “Sacrifice” del suddetto LP.

Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, NYC era apparentemente un terreno fertile per la contaminazione tra le scene industrial e crust/anarcho punk. Con band come Nausea e Jesus Chrust che non solo condividevano i palchi e partecipavano a gruppi di attivisti, ma a volte vivevano addirittura insieme negli squat del Lower East Side con gruppi industrial come Missing Foundation e Black Rain, un qualche intreccio era inevitabile. Anche se, per una serie di ragioni, non si è verificato quanto avrebbe potuto, sono emersi alcuni ibridi musicali interessanti.

La volontà dei Nausea di incorporare altri stili musicali si manifesta ancora una volta nella title track del loro EP del 1992, Lie Cycle. Cupo e dissonante, il brano ha la freddezza sterile di una cella frigorifera di un magazzino. Pur non avendo quasi nessuna melodia, c’è un groove ipnotico che costringe l’ascoltatore ad annuire con la testa. È un brano di spicco nel catalogo di una delle band più apprezzate del crust.

Sebbene “Lie Cycle” compaia nell’ultimo disco dei Nausea, anticipava anche ciò che sarebbe avvenuto con il cantante dei Nausea Al Long. Poco dopo la fine dei Nausea, egli formò i Sin, un gruppo fortemente influenzato e in linea con l’industrial metal dei Godflesh. Pur durando poco e pubblicando solo uno split CD con un’altra band di cui ci occupiamo in questo articolo, gli Spine Wrench, i Sin hanno preso il suono industriale definito in Lie Cycle e hanno continuato a espanderlo. Per i fan di questo stile, può valere la pena di essere approfondito. Tuttavia, nulla può superare il suono industriale di “Lie Cycle”.

Depressor

I Depressor esistono in varie incarnazioni dal 1992, frutto dell’ingegno di Chris Oxford, ex tecnico della chitarra dei Metallica e fan ossessivo delle cose più oscure dell’heavy metal. La visione musicale di Oxford è iniziata come un progetto solista ispirato da artisti del calibro di Amebix e Godflesh, pur mantenendo una propria personalità eccentrica – familiare, ma non derivativa. I Depressor hanno pubblicato diverse demo tra il 1995 e il 1997; Fuck Yoga Records ha ristampato due di questi come LP Filth/Grace nel 2014. La maggior parte dei punk storce il naso alla sola parola “drum machine”, ma questi demo sono all’altezza di qualsiasi altra cosa emanata dall’underground di San Francisco in quel periodo. Nel 1995 i Depressor registrarono anche un LP che rimase inedito per oltre vent’anni, finché Fuck Yoga non venne ancora una volta in loro soccorso. Questa sessione fotografa i Depressor al loro meglio, offrendo un ossessionante ibrido di riff metallici industrializzati e gelidi beat programmati. Sei canzoni che sono decisamente da incubo in un modo in cui la maggior parte delle band crust fallisce nel tentativo. Ci si può solo chiedere dove sarebbe potuta arrivare la scena punk/crust/grind della Bay Area se un’etichetta come la Prank Records o la Life is Abuse avesse pubblicato questo disco a metà degli anni Novanta. Forse la gente avrebbe potuto menzionare i Depressor alla stregua di His Hero is Gone o Dystopia… chi lo sa?

Chris ha ampliato i Depressor con una formazione completa nel 1998; il gruppo ha debuttato dal vivo alla Mission Records nel 2001. L’aggiunta di un batterista dal vivo ha compromesso l’influenza industriale dei Depressor in favore di un suono crust apocalittico più diretto che alla fine ha sfiorato il territorio del black metal. Sebbene la band al completo fosse grandiosa – il doppio EP Book of the Dead del 2004 con Andy Galeon dei Death Angel alla batteria è particolarmente incisivo – mi sono sempre chiesto cosa sarebbe potuto accadere se avessero mantenuto l’impronta industrial delle prime registrazioni. Ad ogni modo, le ristampe di Fuck Yoga sono ora disponibili per realizzare finalmente lo sforzo di Chris Oxford – se c’è qualcuno che merita una tale ricompensa per il suo duro lavoro, quello è certamente lui. Perché ci sia voluto qualcuno dalla Macedonia per riconoscere ciò che le etichette della Bay Area non hanno mai fatto, non lo so.

Contropotere

Altri gruppi meritevoli di menzione:

Le seguenti band potrebbero essere vagamente considerate come caratterizzate da un sound che incorpora punk/crust e industrial, anche se per varie ragioni non rientrano abbastanza nei parametri di questo articolo da esserne incluse.

Pitchshifter: Discussi nell’introduzione dell’articolo. Gruppo industrial metal che ha pubblicato molti dischi, tra cui il migliore è l’LP Industrial del 1991 su Deaf Records.

Execrate: Si suppone che esista un demo della metà degli anni Ottanta. La band comprendeva un futuro membro dei Deviated Instinct e un altro che faceva parte della versione originale dei Pitchshifter. Si dice che il demo sia molto influenzato dagli Amebix. (Non ha molto a che fare con l’industrial).

Skin Limit Show: Hanno pubblicato un EP e un 7″ a metà degli anni ’90. L’album (Wound Freeze) suona come i primi Pitchshifter mescolati con gli Optimum Wound Profile. Contiene anche un ex membro dei Pitchshifter e membri dei gruppi UKHC Meatfly e Hard To Swallow, tra gli altri.

Hybernoid: gruppo industrial metal inglese attivo dall’inizio alla metà degli anni Novanta. Hanno pubblicato tre album e tre EP.

Sin: progetto post-Nausea di Al Long con pesanti influenze Godflesh, che comprendeva anche Javier Villegas dei Born Against. Se ne parla nella sezione Nausea di questo articolo. Hanno pubblicato uno split CD con gli Spine Wrench nel 1992.

Feed: Dalla Svezia con ex membri di Dom Där, Slaktmask, Tolshock e Warcollapse. Suono piuttosto commerciale anni ’90 nonostante la formazione.

Counterblast: Quando i G-Anx si sciolsero, due membri formarono i Counterblast. Crust svedese furioso con influenze Neurosis e di altro tipo.

Contropotere: band anarchica italiana storica degli anni 1980-1990. Il loro ultimo album, Cyborg 100%, del 1994, ha un’influenza industrial oltre ad altri stili.

Mone¥i$god: Gruppo giapponese nato negli anni 2000 con l’ex cantante degli Asbestos. Hanno pubblicato due album.