“The Final Chapter” // Mortal War – Gates of Hell (2017)

E’ un lunedì sera qualsiasi di un ottobre che ormai si avvia alla conclusione quello in cui rispolvero una serie di demo di alcuni gruppi crust punk che hanno avuto sì un’esistenza breve ma che hanno lasciato delle testimonianze ben più che valide del loro passaggio su queste desolato pianeta condannato all’estinzione, abbeverandosi in quel putrido e pestilenziale brodo primordiale che qualcuno una volta decise di chiamare stenchcore. Terminal Conquest, Femacoffin, Hexx, Morbid Scum e la lista di adepti al culto apocalittico del figlio bastardo tra anarcho/hardcore punk e proto metal estremo potrebbe proseguire. Una demo in particolare ritorna costantemente ad occupare i miei ascolti, lasciandomi l’amaro in bocca per quello che sarebbe potuto essere ma non è stato. Sto parlando di Gates of Hell, primo e unico vagito dei Mortal War; demo con cui si apre questa nuova rubrica intitolata “The Final Chapter”, in cui parlerò di quella manciata di band crust punk che sono esistite giusto il tempo per lasciare la testimonianza di una demo o un ep e poi sono scomparse nell’oscurità da dove erano emerse. Conclusa la premessa, siate pronti a varcare i cancelli dell’inferno.

Captured under the crust moon…

Mortal War esordiscono con questa prima demotape intitolata Gates of Hell nel 2017 e ci regalano un stench-crust punk apocalittico, oscuro, metallico e intriso di quella rabbia primordiale che solamente il crust della prima ondata sapeva trasmettere. Se non bastasse il nome scelto dalla band di Philadelphia, l’artwork di copertina o il titolo di questa prima e unica loro fatica in studio, ci pensa una cover di “Winter” degli Amebix a fugare ogni dubbio su quali siano i punti di riferimento principali e in quale brodo primordiale affondino le radici dei nostri. Nelle tre tracce che compongono questo Gates of Hell possiamo infatti notare quanto abbiano profondamente influenzato il sound dei Mortal War lavori immortali come “No Sanctuary”“Grind the Enemy”, primo demo targato Axegrinder, “In Darkness There Is No Choice” e sopratutto l’Ep “From Hell” dei giapponesi Effigy. Mentre ci si addentra nello stenchcore suonato dai Mortal War, attraversando i cancelli dell’inferno, l’atmosfera si farà sempre più tetra e opprimente, lande desolate ricoperte da corpi in putrefazione, testimonianze di battaglie barbare e degli orrori della guerra, si apriranno dinanzi ai nostri occhi impauriti e una luna nera ci renderà in eterno schiavi dell’oscurità, costringendoci a vagare senza meta come anime condannate alla dannazione eterna! Senza inutili giri di parole, è da brividi la seconda traccia “The Battle’s End” che si apre con una melodia che odora di quell’atmosfera pagana di amebixiana memoria; una intro dai toni apocalittici che ci illude dell’arrivo della quiete dopo la tempesta dell’iniziale “Slave to Darkness”, sfociando poi in realtà in un vero e proprio selvaggio massacro con le cavalcate di chitarra a costruire un’atmosfera epica e la batteria a scandire i colpi come se ci trovassimo, inermi e disarmati, nel mezzo di un campo di battaglia pronti per essere falciati via. A quanto pare i nostri giovani crusters di Philadelphia hanno interiorizzato al meglio la lezione primitiva del crust più apocalittico e selvaggio di scuola britannica e di quella giapponese che risponde al nome di Effigy, SDS e certi AGE, riuscendo a regalarci una ottimo demo che ha fatto e continuerà a fare la felicità di noi tutti amanti dei gruppi sopracitati e di gentaglia del calibro di Fatum, Instinct of Survival o Stormcrow! Che si aprano i cancelli dell’inferno, che l’oscurità regni sovrana su questa terra condannata all’oblio!