<<Moorland trae ispirazione dalle “unlands” selvagge, quei vasti paesaggi paludosi delle terre basse che chiamiamo “casa”.>> Così ci viene presentato questo secondo album dell’affascinante progetto olandese Tüül, un duo folk composto dal banjo di Johanna Brücher, dalla fisarmonica di Teun Joshua Brandt e dalle loro voci. Johanna e Teun sono una coppia anche nella vita oltre che sul lato musicale e questo si percepisce immediatamente dall’affinità e la complicità con cui si costruiscono e si presentano le cinque composizioni che danno forma a Moorland. L’album, da un punto di vista lirico e concettuale, prende le mosse dalle riflessioni emerse sui territori e sui paesaggi in cui vivono Johanna e Teun; riflessioni che ruotano attorno alla presa di coscienza che questi paesaggi , nel corso del XIX secolo, sono stati trasformati dall’industria agricola in vere e proprie lande deserte, lasciando dietro di sé solamente isolati lembi di brughiera. La musica suonata dai Tüül quindi ci prende per mano e ci accompagna attraverso questi paesaggi dominati da resti, macerie e spettri dell’abbandono, provando a compiere un profondo lavoro di reimmaginazione e di détournement per percepirli come spazi concreti di anti-civiltà. Questi territori incolti, selvatici, non più addomesticati, che possono quindi fungere da spazi di sperimentazione e di possibilità di mondi nuovi, sono per i Tüül in grado di offrire una visione del futuro radicalmente diversa dal paradigma ecocida dominante e dalla civiltà che ci ha portati sull’orlo del collasso.
Le sonorità e le armonie create dall’intreccio tra il banjo e la fisarmonica dipingono atmosfere desolanti e sofferte ma che lasciano sempre intravedere uno spiraglio di luce, una crepa in cui germoglia l’erbaccia che rivendica la sua esistenza in un mondo completamente addomesticato, assoggettato alla logica del controllo e dell’utilitarismo, così come del mito di un progresso suicida e distopico. E’ un folk dalle tinte oscure e cupe, a tratti apocalittiche, con un particolare gusto per arrangiamenti ambientali, derive doom-drone e armonie che sembrano poterci perseguitare anche dopo aver concluso l’ascolto dell’album. Cinque sono le tappe in cui ci conducono, come dei vagabondi erranti, i Tüül, partendo dall’ammaliante e intensa Bury Me che rimane in testa fin dal primo ascolto, grazie soprattutto alla ripetizione a due voci della formula “don’t you worry…” per gran parte della durata del brano. Musicalmente in Moorland vengono evocati gli spettri di altri progetti folk recenti, da quelli più tradizionali come gli irlandesi Lankum a quelli più legati ad un’etica anarchica e diy come le Cistem Failure, passando per i dischi meno recenti del progetto Cinder Well o degli statunitensi Byssus. Potremmo definire, senza troppi errori, le sonorità costruite dal duo olandese come doom-folk, composizioni che si muovono in bilico tra una leggerezza apparentemente sognante e una desolazione apocalittica e priva di speranze, tra cantilene monotone e lente e passaggi dalle tinte funeree. I ritmi sono sempre rallentati, cadenzati e volutamente ripetitivi per trascinare l’ascoltatore in una sorta di trance sonora che facilità la discesa in paesaggi della mente dominati da lande deserte, paesaggi in rovina, luoghi abbandonati, cercando tra paludi e brughiere immagini reali di vite non-addomesticate e radicalmente diverse.

No Surprises o Pulling Bracken son solamente due delle cinque splendide e intense tappe che ci troveremo ad affrontare durante l’ascolto di Moorland, disco che ascolto dopo ascolto rafforza tutta la sua intensità e bellezza, lasciandoci con una sensazione di spaesamento e decadenza che non spaventa ma nutre un immaginario sempre più concreto di luoghi, spazi e tempi sottratti alla morsa dell’addomesticamento, della civilizzazione e della devastazione ecologica. In definitiva Moorland è il disco che mi ha fatto infatuare dei Tüül e quindi non posso essere totalmente oggettivo nel dirvi che merita ascolti ripetuti e attenti, oltre che di essere diffuso il più possibile. A presto su queste pagine virtuali, forse, arriverà anche un’intervista a Johanna e Teun… quindi tenetevi pronti se volete approfondire le loro idee, riflessioni e influenze musicali e non solo!