Una pugnalata alla schiena

Una pugnalata alla schiena sorprenderà le vostre truppe di frontiera, troppo impegnate ad annegare i propri fantasmi in litri di vodka scadente per guardarsi le spalle. Le loro polveri sono bagnate, i fucili divorati dalla ruggine si sono inceppati ancora una volta. Non si sentono spari né ordini impazziti, il nemico è invisibile questa notte e non indossa divise riconoscibili, la bufera è compagna fedele degli insorti ancora una volta. Il loro sangue caldo colora la neve fresca, il sol dell’avvenire è tramontato per sempre. Tutto è andato secondo i piani, uno stormo di voci e risate invade la tundra e spezza il silenzio assordante, le impronte nella neve ci raccontano che gli eretici son tornati a danzare nell’oscurità impenetrabile. Convinti che non li troveranno mai, perché le loro rotte impervie non sono segnate sulle mappe di morte del potere.

La bufera si placa. I soldati superstiti ricominciano a marciare tremanti e spaesati in direzione del prossimo avamposto, invocando un dio sordo e recitando a lui preghiere che tradiscono un timore atavico, sperando di venire risparmiati dalla sete di sangue di queste ombre senza volto e senza nomi; almeno per questa notte. Gli insorti si guardano negli occhi, si scambiano baci intensi e si sussurano all’orecchio: “saremo ancora agguati”. Bruciano gli stendardi rubati al nemico, illuminando per pochi istanti l’oscurità che li protegge ormai da troppo tempo. Puliscono i loro pugnali nella neve, rivolgono un ultimo sguardo complice alla luna piena e si rimettono all’inseguimento…