Warpath – Oblio (2016)

Partendo dalla lezione primordiale dei soliti Wretched e dei Discharge all’italiana meglio conosciuti dai piú con il nome di Eu’s Arse di quel capolavoro grezzo che è “Lo Stato Ha Bisogno di Te? Bene, Fottilo!” del lontano 1982, passando per i Detestation dello spettacolare “Unheard Cries” e i Nausea di “The Punk Terrorist Anthology Vol.1”, senza dimenticare i Consume dell’EP “Forked Tongue”, uno dei migliori esempi di crust-core dei primi anni 2000 a parer mio, si arriva dritti dritti a questo “Oblio”, seconda fatica in studio per i Warpath, gruppo milanese che come avrete capito si dedica anima e corpo ai suoni crust/d-beat più oltranzisti e annichilenti nella loro cieca furia distruttiva.

Dopo aver stupito tutti gli amanti delle sonorità Crust-core nel lontano 2008 con lo split/demo “Nel Dilagare della Follia”, titolo anche del loro brano più rappresentativo che ripropongono nuovamente anche sull’ultimo “Oblio”, i Warpath (letteralmente, “sentiero di guerra”) avevano fatto perdere le loro tracce in studio di registrazione, salvo poi tornare sulle scene nel 2016 con questo lavoro che non stupisce ma riconferma tutte le qualità del gruppo milanese e della loro proposta. Tanta attitudine tipica del genere, tanta passione che si sente in ogni nota che compone le 8 tracce che ci accompagneranno in questa viaggio verso l’oblio. Se siete amanti incurabili della doppia voce maschile/femminile a la Nausea, dei riff crust-core metallizzati quanto basta e dei ritmi d-beat martellanti, questo “Oblio” è l’album che fa per voi e che per nessuna ragione dovete farvi scappare. I testi trattano le tematiche classiche del genere; inoltre ogni gruppo crust che si rispetti deve avere almeno un brano che faccia riferimento all’olocausto nucleare e i Warpath non deludono nemmeno su questo punto. Tornando seri a parlare delle tematiche affrontate dai Warpath si passa dall’alienazione umana alla critica feroce alla guerra, dall’invettiva pregna d’odio verso questa società di merda (“La Quotidianità Uccide”, uno dei pezzi migliori) a vere proprie mazzate sui denti a livello lirico come nell’iniziale “Shut the Fuck Up!”. I nostri chiudono il disco riproponendo quello che è a tutti gli effetti il loro brano piú rappresentativo e che è sempre un piacere sentirselo sparare nelle orecchie, ossia il giá citato “Nel Dilagare della Follia”. Tutto il meglio che ci si può aspettare da un disco crust-core figlio adottivo di Detestation, Nausea e Disrupt lo si può trovare dunque su questo “Oblio” dei Warpath, gruppo che ci mette la giusta dose di ferocia, istinto distruttivo e viscerale nonché sincera passione per dare la propria personale sfumatura ad un genere che innovare è quasi impossibile, se non del tutto inutile. Ma a noi il crust piace così come lo fanno i Warpath, senza compromessi e incazzato con tutto e tutti, quindi non ci lamentiamo e ci godiamo di brutto questi 19 minuti verso l’ “Oblio”.

I Warpath ci urlano in faccia tutto l’odio e la rabbia possibile che ogni giorno ci cresce sottopelle corrodendoci dall’interno e che alimentiamo in questa era dominata dalla dilagante follia. Tempi moderni sempre più orientati verso il baratro, un lento cammino verso la condanna a morte, l’annichilimento pressoché totale dell’essere umano che si trasforma in estinzione, in oblio. Sensazione di angoscia e di orrore fuoriesce dal nichilismo sonoro messo in campo dai Warpath su questo “Oblio”, ma allo stesso tempo l’unica risposta che appare possibile, se tralasciamo la pulsione a tinte misantrope verso l’estinzione umana, è quella di intraprendere il sentiero di guerra e rispondere colpo su colpo a questo presente dominato dal sonno della ragione più assoluto e dai mostri da esso generati.

Tutto il mondo va a fuoco, non sembra esserci alternativa all’oblio. Non ci resta che seguire il “sentiero di guerra”, nel dilagare della follia.