Φ​ω​ν​ή Δ​ι​α​μ​α​ρ​τ​υ​ρ​ί​α​ς (Voice Of Protest), 20 inni marci della gloriosa scena D.I.Y. Greek Crust/Punk degli anni 80/90

E’ da anni che penso, progetto e mi appunto informazioni con il fine di scrivere un articolo di approfondimento sulla storica e seminale scena crust punk greca emersa a cavallo tra la fine degli anni 80 e l’inizio dei 90. Qualcosa sono riuscito ad abbozzare in uno speciale intitolato “In the Years of Desolation“, articolo sui cinque dischi punk greci che ho preferito nel corso del 2021, ma a parte una manciata di righe non mi sono poi molto dilungato nell’approfondire quella che ritengo una delle scene più interessanti, stimolanti e affascinanti, oltre che una di quelle a cui sono musicalmente più affezionato, specialmente in ambito crust. Quale occasione migliore di farlo, sempre in una maniera abbastanza concisa e assolutamente non esaustiva, se non partendo dalla pubblicazione di Φ​ω​ν​ή Δ​ι​α​μ​α​ρ​τ​υ​ρ​ί​α​ς (letteralmente Voci di Protesta), compilation assemblata e data in pasto a tutti noi affamati di crust punk greco da una delle etichette diy più attive degli ultimi tempi e che risponde al nome di Extreme Earslaughter Records? Non aspettatevi un approfondimento vero e proprio, ma qualcosa a metà strada tra la recensione e l’introduzione alla scena crust punk greca degli anni 80/90. Venti band, venti mariculenti inni di una vera e propria greek crust as fuck existence, venti voci di protesta!

Negli anni ’90 la Grecia è stata terreno estremamente fertile per l’emergere e il diffondersi di sonorità hardcore e punk; dagli abissi e dalle desolate lande della penisola ellenica emersero infatti una moltitudine di gruppi orientati a suonare un crust punk e un hardcore oscuri e dai toni fortemente apocalittici, con una marcata influenza di band seminali quali Amebix, Antisect e Axegrinder. Band storiche come Chaotic End, Forgotten Prophecy o Panikos non si limitarono peró ad assorbire e riproporre le classiche sonorità crust inglesi degli anni ’80 in maniera scontata, ma, aggiungendo spesso parti di synth, marcando certe tensione metalliche e approcciandosi ad altri elementi capaci di costruire atmosfere paranoiche, desolate e apocalittiche, lo mutarono in quella che può essere definita una vera e propria “terza via greca al crust punk”, un suono che dentro e fuori la penisola ellenica ha fatto scuola negli anni successivi, basti vedere l’emergere di nuove band capaci di segnare un continuum anche negli anni dieci del duemila come Kataxnia, Hellstorm, Procrastinate o Conspiracy of Denial.

Chi accentuando sonorità metalliche che guardavano alle prime forme di death metal, chi esplorando e costruendo con maestria atmosfere e immaginari apocalittici dominati da sensazioni di desolazione e paranoia, la scena crust greca ha sempre offerto una personale rilettura e interpretazione delle sonorità che emerse dall’underground britannico sotto forma di un primordiale brodo pestilenziale noto come stenchcore, si sono evolute verso lidi più definiti nella forma crust punk che tutti noi conosciamo. Mentre negli stessi anni in Svezia imperavano sonorità d-beat e in Italia faceva scuola l’iconica scena hardcore punk, fu l’underground greco (insieme forse solo alla scena polacca) ad imporsi come vera e propria alternativa crust punk, tanto allo scena inglese quanto a quella d’oltreoceano.

Accanto a band che vengono tutt’ora considerate dei veri e propri nomi di culto della scena crust mondiale come Chaotic End (Χαοτικό Τέλος), Hibernation e Forgotten Prophecy, anche grazie alla traduzione dei loro nomi in lingua inglese che ne ha aiutato la diffusione, molti altri gruppi sono spesso sconosciuti, tralasciati, poco noti o dimenticati, sia perchè la scena greca diy di quegli anni ha generato una mole numerosissima di realtà spesso esistite per una manciata di demo e poi scomparse, sia per via di una barriera linguistica dovuta alla difficoltà di ricordarsi, pronunciare e leggere i nomi e i titoli degli album scritti in alfabeto greco.

L’hardcore emerse lentamente a metà della fine degli anni ’80 con gruppi come Stress, Adieksodo (Dead End), Antidrasi (Reaction) e Genia Tou Chaous – per una valida e interessante panoramica del punk greco degli esordi, vi invito a consultare la compilation “Διατάραξη Κοινής Ησυχίας” (Disturbance of the Common Peace) pubblicata nel 1984 da Enigma Records. Non passò molto tempo che da quei primissimi vagiti punk, i punx legati alla scena degli squat cominciassero a riprorre le sonorità ascoltate e assorbite dai dischi degli Amebix e degli Axegrinder, facendo così emergere una scena caratterizzata da una propria interpretazione greca del crust più metallico, pesante e oscuro, un sentiero che iniziò ad essere tracciato e che prese presto il sopravvento all’interno della scena punk e hardcore ellenica.

Forgotten Prophecy

Le sonorità crust greche e il parlare di una “scena crust greca” non dev’essere intesa però solo da un punto di vista di connotazione geografica e territoriale, bensì ponendo l’attenzione sull’esistenza di un approccio originale, personale e unico alla materia crust punk in terra ellenica da parte di moltissime band che hanno attraversato il decennio a cavallo tra gli anni 80 e i Novanta. Una via greca al crust punk con delle caratteristiche peculiari e via a via sempre più riconoscibili, che hanno saputo evolvere in una direzione personale un genere emerso nell’underground britannico, enfatizzando o modificando in maniera unica le coordinate classiche di questo determinato stile musicale. Ecco allora che il crust greco assume le sembianze di una musica fortemente metallica, evocativa ed epica ma al contempo paranoica, catastrofica e nichilista, ricorrendo in maniera sistematica all’utilizzo del synth per costruire atmosfere e melodie in grado di enfatizzare la natura apocalittica e angosciata stessa del crust punk più primordiale.

In questa approfondita e fondamentale compilation realizzata e pubblicata da Extreme Earslaughter Records troviamo si le band più note e importanti come Ksexasmeni Profitia (Forgotten Prophecy) o Chaotiko Telos (Chaotic End), ma anche realtà minori che hanno avuto un’esistenza breve o meno diffusione fuori dai confini ellenici. E’ una panoramica, un viaggio che inizia temporalmente nel 1986 con O Efialtis Ginete Pragmatikotita (The Nightmare Becomes Reality) dei Chamena Idanika (Lost Ideals) e giunge all’anno domini 1997 con Onira – Efialtes (Dreams – Nightmares) dei Thamenes Elpides (Buried Hopes), passando per molti gruppi e brani estratti da demo, a riprova delle breve esistenza di moltissime realtà che hanno alimentato e attraversato la scena crust e punk greca in quel periodo storico. Trovo inoltre di notevole importanza la presenza di due brani che son stati eseguiti o registrati all’interno di due squat come Villa Amalias e XT91, per l’importanza storica che ha avuto la relazione, tutt’ora presente e solida, tra la scena punk e il movimento antagonista, politico e squatter greco, con la presenza di luoghi occupati storici sia per il movimento punk che per i movimenti di lotta sociale e politica, come il BIologica Squat di Salonicco sgomberato dopo 34 anni di occupazione alle prime luci di una triste alba del 31 dicembre 2021.

Chaotic Threat

Quindi per concludere questi pensieri sparsi che avevano il solo obiettivo di fungere da breve introduzione alla scena crust greca degli anni 80 e 90, non posso far altro che invitarvi nuovamente all’ascolto di questa bellissima ed interessantissima compilation targata Extreme Earslaughter Records e ad abbandonarvi ai 20 inni marci della gloriosa scena diy crust punk greca e alle sue voci di protesta!