Flower – Hardly a Dream (2022)

Il tanto atteso album di debutto degli americani Flower è finalmente tra le nostri mani e invade le nostre orecchie con un’esplosione di anarcho-crust punk che affonda le proprie radici nelle sonorità degli anni 80 e 90, tanto statunitensi quanto britanniche. Bastano pochissimi minuti di immersione in Hardly a Dream per comprendere che i Flower si inseriscono su un tracciato già battuto in maniera magistrale dai Nausea e dai Sacrilege, ripercorrendo tutte le tappe del crust punk più anarchico e al contempo apocalittico. Il disco si apre con Lethargy ed immediatamente l’arpeggio di chitarra ci fa sprofondare in un’atmosfera oscura e post-apocalittica che riporta alla mente, per il mood, quel capolavoro di brano che è Tech-no-logic kill che introduceva Extinction dei sopracitati Nausea, per poi cedere il passo a martellanti ritmiche d-beat e riffing affilati pronti all’assalto spietato in nome del crust punk più bellicoso e selvaggio. La stessa atmosfera e gli stessi scenari catastrofisti, desolati e apocalittici vengono ripresi ed evocati nuovamente in una traccia bellissima come The Contrarian, sorretta da un ottimo arpeggio di chitarra e guidata da uno spoken word della cantante che appare come un manifesto politico e di intenti dei Flower.

Si potrebbe dunque, a primo impatto, commettere l’errore di bannare i Flower come dei cloni dei Nausea, ma appunto si commetterebbe un grave errore e non si darebbe il giusto merito alla musica dei nostri; se è certo indubbia la totale devozione al culto dei Nausea da parte della band newyorkese, i nostri punx sanno anche attingere da altre importanti e valide realtà che hanno avuto l’importanza storica di segnare in maniera indelebile l’evoluzione della scena crust punk mondiale, dai maestri di quell’ibrido thrash metal/crust dei Sacrilege (evocati in maniera evidente in brani come Parasite, American Alms e Filth of Their Confines) fino ad arrivare ad un’altra importantissima band crust-core come i Detestation, passando attraverso le influenze evidenti di band quali Antisect e Antischism, dimostrandosi abili nel non limitarsi ad un banale copia-incolla della lezione degli autori e delle autrici di brani iconici come Cybergod, Here Today o Godless. Al di là di tutta questa gamma di influenze, i Flower possono contare su ben dodici frecce al loro crust-arco e sono pronti a prendere la mira per colpire in maniera mortale con brani di assoluta efficacia, ferocia e impatto come Victim of Progress o Left Hand of Darkness!

E’ un disco visceralmente sincero e mosso da passione questo Hardly a Dream, un disco altrettanto politico e militante attraversato da uno spirito fortemente antagonista e anarchico che non risparmia attacchi frontali, invettive, critiche e prese di posizione nette contro questo esistente di miseria e violenze e contro il brutale realismo dell’epoca del tardo capitalismo che stiamo vivendo. I testi dei Flower sono al contempo disillusi e feroci, sanno chi e come colpire, specialmente quando vedono come obiettivi della propria rabbia quelle menzogne spacciate per decenni come realtà inconfutabili ed immutabili come il sogno americano, il patriottismo e il nazionalismo, le ipocrisie religiose o la cieca avidità dell’umanità che ci sta portando verso il collasso. La forza di Hardly a Dream e dei Flower è quella di riuscire a parlare con toni apocalittici delle catastrofi che attraversano la nostra epoca a causa della fame di profitti del capitalismo in nome di una corsa sfrenata ad un presunto progresso, catastrofi che diventeranno sempre più comuni e diffuse, e contemporaneamente affrontare con feroce disillusione gli aspetti più oscuri, scorretti e angoscianti della nostra società e gli effetti che tutto ciò ha sulle nostre vite.

Prodotto e pubblicato da Profane Existence che non necessità di introduzioni e accompagnato da un artwork di copertina che richiama lo stile artistico e l’immaginario di quella fondamentale entità che si aggirava nell’underground anarcho punk britannico e che risponde al nome di Rudimentary Peni, i Flower hanno realizzato un disco crust punk a tratti impeccabile che, mentre ci porta indietro con la mente ai primi anni 90, riesce a suonare, sia musicalmente che liricamente, più attuale e necessario che mai. Pur essendo stato pubblicato sul finire dell’anno appena passato, Hardly a Dream è l’ennesimo disco che entra di diritto nella mia personale top ten dei dischi crust punk del 2022.