Narkan – Lobotomizzati (2023)

Narkan – Narcan (naloxone) è un antagonista puro degli stupefacenti naturali e sintetici.

Lobotomizzati – usato anche come aggettivo in usi fig. e scherz., di persona poco intelligente o a cui è stato fatto il lavaggio del cervello.

I Narkan sono un giovanissimo trio raw punk nato e cresciuto nella polverosa sala prove del Centro Occupato T28 e che si aggira da un annetto per la scena hardcore punk milanese diffondendo il suo verbo in maniera chiara, concisa e diretta: siamo giovani, ci hanno rubato il futuro, siamo incazzati e ve lo urliamo nelle orecchie, ve lo vomitiamo addosso senza preoccuparci se vi piaccia o meno. In una scena punk come quella milanese che da parecchio tempo non vedeva emergere nuove giovani leve in grado di portare linfa vitale e novità, anche solo in termini di freschezza, esigenza espressiva, tensione antagonista e rabbia adolescenziale, i Narkan son stati giustamente accolti da tutti con quel moto di orgoglio e riscatto che ti fa gridar al mondo intero: “vedete? Ci volevate condannati a morte nel vostro quieto vivere e invece il nostro spirito continua!”
Ma come suonano questi giovani punx liberi e selvaggi? Grezzi, sporchi, rumorosi, riottosi, provocatori come il primordiale hardcore italiano di Wretched, Peggio Punx ed Eu’s Arse e con un’attitudine fortemente chaos punk, con liriche che si concentrano su temi classici ma sempre attuali e su cui è necessario prendere posizioni nel qui ed ora, dalla critica alla tecnologia, alle tradizioni e all’ascesa della destra reazionaria e fascista al governo fino a giungere a quella voglia e quel bisogno di riprendersi tutto ciò che politica, cultura, società ed economia hanno tolto ai giovani come loro e ai meno giovani come noi, espresso perfettamente in una traccia come Prendi Tutto che mi ha ricordato un noto slogan di alcuni anni fa recitante “veniamo dal niente ci prendiamo tutto“. Uno slogan in odore di rabbia pre-politica tipica di certa musica trap e drill, ma sostanzialmente punk e adolescenziale di chi si vede proiettato in un futuro che non esiste più perchè gli è stato tolto dallo Stato e dal Capitale, dalla distruzione ambientale e climatica e dal peggioramento delle condizioni materiali.

L’attitudine dei Narkan è quella giusta, quella antagonista, quella visceralmente mossa da una tensione ribelle e insurrezionale, quella che ti dà la spinta per gridare al mondo intero, attraverso un microfono, cosa ti fa incazzare, cosa vuoi combattere e cosa ti fa schifo. È una rabbia, per sua fortuna, ancora istintiva sporcata da una fondamentale dose di incoscienza e non affossata dalla disillusione e dalla stanchezza dell’età adulta, che solamente in adolescenza può divampare e deflagrare in maniera scomposta ma efficace, non preoccupandosi di suonare bene, dire le cose nella maniera migliore e senza il timore di doversi mordere la lingua.
Sì poi ci sarebbe quel “puttana” con cui definiscono la neo-duce Giorgia Meloni nella loro ultima traccia (che però potrete sentire solamente in sede live e non su disco) che fa storcere il naso, ma sono giovani e avranno tempo di comprendere, discutere e riflettere su temi fondamentali come l’antisessismo e la cultura patriarcale perché dopotutto nessuno di noi punx è nato imparato e mi sembra, e lo dico servendomi dell’arma dell’autocritica, che il problema del patriarcato sia tutt’altro che risolto dentro e fuori i nostri spazi e le nostre scene.
Vuoi morire cieco e muto o libero e selvaggio?
I Narkan sembrano non aver dubbi sulla risposta, perchè in fondo sono giovani, sono incazzati e hanno ragione!