Pestigor – Baptized in Pus (2023)

Cosa ci si può aspettare da gentaglia che porta nomi di battaglia del calibro di Pest, Skullcrusher, Bubonicus e Mercenary? Cosa ci si potrà mai aspettare da un titolo come Baptized in Pus? E da un’artowrk di copertina preso a piene mani da Warhammer? Ecco diciamo che i danesi Pestigor non lasciano spazio a dubbi o incomprensioni su ciò che sono e di certo non sono delle personcine avvezze alle buone maniere e infatti fanno della barbarie la loro unica ragion d’essere. Gli indizi parlano per loro, quindi è fin troppo facile immaginarsi una musica bellicosa, selvaggia e votata alla devastazione e alla distruzione più totali. Ed è proprio questo quello che ci offrono i Pestigor nelle otto tracce di Baptized in Pus, otto fendenti affilati come asce bipenni che fanno volare teste e sbriciolano crani nel bel mezzo di un conflitto sanguinario e barbarico, che non risparmiano niente e nessuno sul campo di battaglia e che imperversano come venti tempestosi che portano il caos sulle nostre misere esistenze. Qualcuno un tempo disse “non avremo distrutto tutto se non distruggeremo anche le macerie” è sembra proprio questo il credo della band danese, perchè al passaggio di questi quindici minuti scarsi di furiosa barbarie e di annichilente assalto sonoro, nemmeno le macerie rimangono intatte. Ma cosa suonano questi quattro barbari? Alcuni hanno descritto in maniera sbrigativa la loro proposta come “Warhammer-themed hardcore“, ma è fin troppo banale ridurre tutto a questa etichetta. Perchè nella musica dei Pestigor c’è di più e tutto quello che c’è è al servizio della barbarie. Siamo chiaramente nei territori di un hardcore punk fortemente primitivo e selvaggio nella sua furia distruttiva e per questo spesso sconfina in territori più riconducibili al primordiale crust punk britannico; ma ci sono altrettante incursioni in territori metal, sopratutto nei riffing e negli assoli che sembrano risentire molto della primissima ondata thrash metal sempre inglese, quella di Sacrilege o Onslaught per fare degli esempi. E’ quindi un metalpunk quello suonato dai nostri, a tratti più hardcore e crust vecchia scuola, altre più orientato verso lidi thrash e metallici, sempre però ancorato a serratissime ritmiche d-beat che martellano nel cervello dall’inizio alla fine e ad un sentore di sporcizia e bellicosità barbarica di stampo stenchcore. Su tutto questo spicca la voce riverberata di Pest, che, evocando spesso il fantasma di Tam Simpson dei già citati Sacrilege, intona veri e propri canti di guerra e chiamate alle armi. Da qualche parte ho letto “plaguecore” per definire la musica dei Pestigor e forse, in questo caso, l’etichetta calza a pennello. Quindi lasciate ogni speranza, deponete le armi e fatevi spazzare via dalla primitiva furia distruttiva di questi quattro barbari metalpunx che sono pronti a diffondere il morbo pestilenziale e la devastazione nelle nostre esistenze! Baptized in Shit? No, baptized in pus!

P.s. ringrazio ancora Alex Memento per avermeli fatti scoprire dal nulla, seguite la sua serigrafia e comprate le sue super magliette!