Schifonoia & Papal Discount House- Il Declino della Società del Pianto

Questo esistente, solo schifo e noia. Di questo esistente, e del suo spettacolo annichilente e mortifero, solo polvere e macerie. Che il punk e l’hardcore tornino ad essere una minaccia.

Per fortuna esistono ancora individualità e gruppi come Schifonoia e Papal Discount House con cui mi sento intimamente affine e con cui condivido una precisa visone di ciò che dovrebbero essere l’hardcore ed il punk: una minaccia per questo esistente annichilente, al fine di sovvertirlo e distruggerlo, al fine di lasciarne solo polvere e macerie. L’hardcore e il punk come bombe pronte a deflagrare per risvegliarci dal torpore della pacificazione sociale, per sovvertire il quieto vivere che ci condanna a morte, per distruggere la società dello spettacolo, per far risplendere le fiamme della nostra gioia tra le macerie dell’esistente.

Il declino della società del pianto, nasce dall’idea degli Schifonoia e dei Papal Discount House nel costruire un immaginario che vada a scardinare l’esistente. Un rovesciamento di prospettiva arricchita da elementi grotteschi e arazionali, dove la lotta tra un’esistente mortifero – e i suoi adepti – e il richiamo ad una vita radicale prende piede sottoforma di una narrazione tesa a distruggere la società spettacolare e i ruoli sociali che esso detta.

Questo disco introdotto dallo splendido titolo “Il Declino della Società del Pianto” (i cui artwork delle due copertine mi hanno riportato alla mente certi dischi dei Rudimentary Peni) rappresenta a mio parere uno degli split più interessanti e intensi di tutto il 2019, prima di tutto per quanto riguarda il lato lirico e d’immaginario. In estrema sintesi, ci troveremo ad ascoltare quaranta minuti abbondanti (sei tracce per i Papal Discount House e cinque per gli Schifonoia) di anarcho/hardcore punk con echi crust, ma il lato musicale, per quanto estremamente interessante e godibile, è quello su cui voglio soffermarmi meno. Proprio come dicono gli Schifonoia questo split nasce dall’idea di intendere la musica punk come mutuo appoggio, supporto e solidarietà tra individui affini, come mezzo per diffondere un messaggio insurrezionale ed incontrare individualità affini con cui intraprendere l’avventura della rivolta contro questo mondo, contro questa società dello spettacolo e dello sfruttamento, contro questo esistente sempre uguale che opprime e annichilisce. Perchè è bene ricordare che da un lato c’è l’esistente, con le sue abitudini e le sue certezze. E di certezze, questo veleno sociale, si muore. Dall’altro c’è l’insurrezione, l’ignoto che irrompe nella vita di tutti. L’inizio possibile di una pratica esagerata della libertà. Ed è proprio in questo tentativo di negazione e distruzione dell’esistente che anima “Il Declino della Società del Pianto” che vedo riflesse le mie tensioni sovversive e che mi fa sentire profondamente affine e complice con le individualità che fan parte degli Schifonoia e dei Papal Discount House.

Lo split si apre con un’intro lenta e dalle sonorità decadenti recitata dai Papal Discount House, un crescendo di tensione che esplode a livello lirico nel momento in cui la voce recita le seguenti parole: “Fuoco e macerie. Una bomba all’esistente. Una bomba all’esistente.” Veniamo così introdotti alla prima traccia intitolata in modo semplice quanto esplicito “Sbirri”, dalle sonorità pesantemente anarcho-hardcore punk che mi hanno ricordato certi Wretched, il cui testo è un attacco aggressivo ai servi dello Stato che difendono unicamente gli interessi dei padroni e la giustizia borghese. Un testo e un brano che sono belli quanto le caserme e le divise che bruciano. Proseguendo nell’ascolto del lato dello split occupato dai Papal Discount House, musicalmente rimaniamo ancorati ad un anarcho-hardcore punk crudo, primitivo e rabbioso che riesce perfettamente nel compito di mettere in risalto la componente lirica, a mio parere, vero punto di forza dei modenesi. Trovo inutile soffermarmi su questo o quell’altro brano, tanto quanto sviscerare il contenuto dei testi. Credo anzi, per citare, rivisitandolo, un certo Vaneigem, che le liriche dei Papal Discount House, debbano essere prese come dei contributi alla lotta dei/delle punx anarchic* rivoluzionar*, destinati ad essere discussi, corretti e soprattutto messi in pratica senza perdere tempo. E lo stesso concetto vale anche per i testi dei cinque brani proposti dagli Schifonoia.

Sul lato occupato dagli Schifonoia trovo sia interessante una traccia come “Sento Puzza di Lacca”, una netta presa di posizione nei confronti dei cosidetti fashion punk e più in generale nei confronti di tutti coloro che vedono nel punk solamente una merce alternativa asservita alle logiche del profitto e recuperata dalla società dello spettacolo. Un brano che, nel contenuto, mi ha riportato alla mente un bellissimo testo scritto dagli stessi compagni degli Schifonoia tempo fa e che si concludeva con la seguente frase: “alle creste colorate preferiamo il passamontagna”. Tra le cinque tracce degli Schifonoia c’è spazio anche per una catilinaria alla città di Bologna (ma potrebbe essere qualsiasi altra grande città) e alle sue mille sfaccettature, dalla militanza innocua e fatta unicamente di autoriproduzione del proprio immaginario (qualcuno ha detto disobba?) all’attacco violento nei confronti dei processi di gentrificazione e della città-vetrina in cui tutto è sacrificato sull’altare del profitto. A tutto questo, come suggeriscono gli stessi Schifonoia, si potrebbe rispondere con un gran botto, una veloce esplosione. Un’altra bomba per scuotere il quieto vivere in cui ci vorrebbero condannare a morte lenta.

Lasciarsi condannare a morte nell’apparente quieto vivere della società dello spettacolo o insorgere, attaccare e tentare di sovvertirla? Lasciarsi uccidere al suono della nostra stessa musica o renderla arma con cui sferrare colpi mortali a questo mondo che vogliamo vedere ridotto in macerie? Disastro Sonoro, Schifonoia e Papal Discount House hanno già deciso da che lato della barricata stare. Ora a voi la scelta, ma ricordatevi che il punk o l’hardcore dovrebbero essere il mezzo con cui minare l’esistente e farlo saltare, mai divenire un fine innocuo o un contenitore di parole ripetute allo sfinimento al punto da essere disarmate.

“Il Declino della Società del Pianto” è un disco impregnato di rabbia sovversiva e gioia insurrezionale, un disco personale e politico, perché la prossima rivoluzione ha dentro il personale in modo esplicito, ricordiamocelo. Ci troveremo presto sulle barricate mie cari Papal Discount House e miei cari Schifonoia, ci ritroveremo a danzare nella notte e a mettere bombe con cui minare e far saltare in aria l’esistente. Per farla finita con la rassegnazione, per l’insurrezione, per la vita.