Life/Fatum – Everyone Crosses the Border/End Time (2023)

Quello che alla nostra vista appare come un drakkar “vichingo” che solca le onde in direzione di un’esplosione nucleare, ci prende per mano ed introduce allo split attesissimo tra due dei nomi più importanti della scena crust mondiale; da una parte troviamo infatti i russi Fatum, autori da più di dieci anni di quel brodo primordiale che non cessa di ribollire noto come stenchcore, e dall’altra i maestri del crust più caotico e politico giapponese che rispondono al nome di Life. Un disco che per chi si è sfamato per anni con Peace, Violence and Peace Research e Life Dungeons non può che essere una sorta di cerchio che si chiude. E, parlando da un punto di vista estremamente personale, quando nel 2017 uscirono a distanza di pochi mesi gli split tra Instinct of Survival e Life e Fatum e Instinct of Survival, ho sempre sperato di veder apparire all’orizzonte anche uno split tra Fatum e Life ma dovetti presto abbandonare le speranze.

Dopo aver aspettato invano per tutti questi anni ecco che finalmente nel 2023 Everyone Crosses the Border/End Time, lo split tanto agognato nato dalla collaborazione di due dei gruppi crust più importanti attualmente in circolazione irrompe senza pietà nelle nostre esistenze fatiscenti e condannate a bui tempi. Due tracce per band, quattro tracce disinteressate a reinventare il genere e che non lasciano spazio a inaspettati cambi di rotta, ma che servono e bastano per ribadire con forza e convinzione i punti fermi a cui ci hanno sempre abituato Fatum e Life; un crasher crust rumoroso, riverberato, caotico e rabbioso per i giapponesi, mentre per i russi la solita ricetta che pesca a piene mani dalle primitive incarnazioni crust britanniche di Deviated Instinct e Axegrinder, con l’aggiunta di una continua serie di incursioni in territori metallici, saccheggiando tanto il thrash metal di scuola Sacrilege quanto le primordiali sonorità death metal dei Bolt Thrower. End Time, traccia con cui si apre il lato dello split occupato dai Fatum, presenta come ospite alla voce Janick Varning, nota per esser stata dietro al microfono negli After the Bombs, un’altra grandiosa band crust punk dei primi anni duemila ed è infatti una traccia che evoca certi momenti dei Sacrilege e che non avrebbe sfigurato nemmeno su quel gioiello indimenticabile rappresentato da Relentless Onslaught. Last Line è invece, probabilmente, la traccia più metal in senso lato e mai scritta e suonata dai Fatum, totalmente strumentale e con il ruolo di protagonista preso con forza dalla chitarra che si lascia andare ad un minuto abbondante di assolo abrasivo e dal sapore vagamente epico.

I Life si presentano con Everyone Crosses the Border, dal titolo inequivocabilmente politico come, d’altronde, lo è tutta la musica suonata dalla band giapponese; si tratta di un brano che ribadisce i punti di forza a cui Hiro e compagni ci hanno abituati lungo tutta la loro discografia: ritmiche d-beat tritaossa, rabbia furiosa, chitarra affilata e corrosiva e una voce che sembra voler lacerare, in maniera sofferta e furiosa, il velo di disillusione, neutralità e menefreghismo che copre gli occhi di tantissime persone dinanzi agli orrori quotidiani di questo mondo, dalle violenze nei confronti di chi è costretto ad oltrepassare confini e frontiere alla distruzione cieca e famelica dell’ecosistema. Efforts for Create Peace ribadisce con forza e convinzione tutti gli ingredienti della devastante ricetta dei Life, mostrandosi come traccia ancora più incisiva e intensa rispetto alla precedente, non lasciando tempo a nessuno per riprendere fiato e proseguendo incessante verso la distruzione sonora. Traccia che mi ha ricordato i momenti più intensi, crudi e rabbiosi del loro ultimo capolavoro Ossification of Coral e questo non può che ribadire la capacità dei Life di non smentirsi mai in termini di qualità, intensità e attitudine.

Ci sono davvero pochissime altre parole che si potrebbero scrivere su questo split per riportarvene l’intensità e la bellezza e quindi preferisco lasciare a voi il piacere di farvi dilaniare i timpani fino a sanguinare. Life e Fatum ci hanno regalato un vero e proprio breviario del crust punk più apocalittico, furioso e riottoso, che non si fa scrupoli e che non ha intenzione di risparmiare nessuno; la perfetta colonna sonora di questi tempi di guerra, distruzione ambientale, svolte autoritarie e oppressione quotidiana, all’alba di un futuro che sembra non esistere più. In conclusione, questo split è la prova, l’ennesima, che il crust punk ha ancora qualcosa di importante da dire; la vera domanda è: c’è ancora la fuori qualcuno pronto ad ascoltare non solo la musica ma anche i messaggi?