No Sanctuary – Metafisica Popular Portatil (2023)

Finalmente un nuovo capitolo che porta nuova linfa creativa alla narrativa caleidoscopica ed non convenzionale dei baschi No Sanctuary, un lavoro ancora più sperimentale, enigmatico e sfaccettato rispetto al bellissimo  Weird Slow Pvnk of Mystery and Imagination pubblicato nel 2019. I nostri hanno intrapreso fin dagli albori della loro carriera un sentiero del tutto personale e votato alla sperimentazione, allo sconfinamento in territori musicali, concettuali e lirici non banali e inaspettati, cercando sempre nuove strade da percorrere per allontanarsi dalla stagnazione e dal ripeter in maniera noiosa e sterile un’unica formula punk. Metafisica Popular Portatil è un’antologia di cinque brani, ognuno dei quali si distingue per influenze e sonorità uniche, che ribadiscono in maniera forte e innegabile la peculiare identità musicale, estetica e di immaginario dei No Sanctuary, il che li rende entità enigmatica ma preziosa all’interno della scena punk mondiale. Il loro punk sempre impregnato di mistero e immaginazione, oggi si affaccia verso lidi a tratti inesplorati e modellati dalla band al fine di far suonare il tutto coerente pur nella moltitudine di differenze e ispirazioni che caratterizzano ogni singola traccia.

Se è innegabile l’influenza degli Amebix sulla musica dei baschi visto il nome che si sono scelti, l’ascolto di Ballads of Boots and Bats, il singolo che annunciò la pubblicazione dell’album, mette in chiaro fin da subito che musicalmente le radici dei No Sanctuary affondano in profondità in territori diversificati e spesso difficilmente sintetizzabili tra loro ad un primo distratto ascolto; mentre la traccia appena citata assume presto le sembianze di una ballata notturna, probabilmente il brano più oscuro e gotico dell’intero album poichè influenzato in egual misura da certo deathrock e dai Killing Joke, troviamo come suo contraltare naturale Central Zero, ovvero la canzone più crust punk mai composta dai baschi, cinque minuti che evocano quel brodo primordiale noto come stenchcore in bilico tra tensioni anarco-insurrezionali e atmosfere paranoico-apocalittiche.

A bilanciare un’aleggiante tendenza metafisica e magica, troviamo sempre uno sguardo molto realista e urbano nella musica e nell’approccio dei No Sanctuary, che li spinge a creare racconti industriali legati alla loro regione geografica e alla loro città Iruña (Pamplona); una traccia come Acería Compacta de Bizkaia assume le sembianze di una meditazione etnologica sul cemento e sull’acciaio, senza nascondere mai un’aspra quanto velata critica all’urbanesimo e agli orrori e brutture dell’industrializzazione. Un brano che mantiene tutta la sua bellezza evocativa nella scelta di utilizzare il basco come lingua per il cantato e per le sue sonorità che sintetizzano al meglio lo stile di mostri sacri del doom metal come Saint Vitus e Reverend Bizzarre, in una lenta deriva psicogeografica tra paesaggi dominati dagli orrori dell’urbanistica, dall’oppressione del cemento e dalla violenza visiva dei mostri dell’architettura industriale per una durata di quasi 15 minuti. Cosa potrai mai aspettarci dopo un’odissea industriale e doom punk come questa? Cosa potrai mai accompagnarci verso la conclusione di questo viaggio enigmatico, estraniante nel suo essere pischedelico e metafisico? Cénit // Defensa Interior, una traccia che tra samples di film, melodie e strutture prese in prestito dal neofolk di artisti unici come i galiziani Sangre de Muerdago o di certo anarcho folk-punk americano meno pacchiano, si mostra come la conclusione meno convenzionale per quello che rimane, al di là di tutto, un disco visceralmente punk nella sua attitudine e nelle sue pulsioni.

E’ in tutto questo andare alla deriva tra influenze, territori, ispirazioni tratte dalle differenti forme di espressione artistica, che i No Sanctuary forgiano la loro identità unica, non replicabile e profondamente weird, che a primo impatto lascia confusi e destabilizzati ma che, al crescere degli ascolti, cattura e tiene imprigionati in questo labirinto di mistero e immaginazione, rifugio sicuro per tutto le anime folli e le entità enigmatiche in cerca di una catarsi. Difficile trovare e ascoltare un disco punk più sperimentale, evocativo e sfaccettato di Metafisica Popular Portatil, impossibile imbattersi in un disco altrettanto clamoroso in questo 2023.