Coffin Surfer – Rot A Rolla (2017)

Nell’ “eternità di una estate terribile” (citando gli Hate&Merda) vi porto una nuova recensione, questa volta di un gruppo che con l’hardcore e con il punk in generale ha poco a che fare, ma che trasuda un’attitudine diy e underground marcia da tutti i pori. Sto parlando dei Coffin Surfer e della loro ultima fatica in studio “Rot A Rolla”, un EP breve ma intenso e fottutamente divertente. Immaginatevi gli Entombed di “To Ride, Shoot Straight and Speak the Truth”, la velocità e la voce marcia tipici del grindcore, uno sporco groove rock che chiama in causa i maestri Motorhead, una certa attitudine a metà strada tra l’universo surf rock e il rockabilly e avrete dinanzi a voi la proposta musicale dei bolognesi Coffin Surfer. Possiamo definire la musica dei nostri come “death’n’roll”, anche se, come già evidenziato sopra, il loro genere incorpora differenti anime e svariate infuenze tanto che il gruppo ha coniato un termine specifico per definire la propria musica: “grindabilly” (ribadisco il mio amore sconfinato per l’invenzione di definizioni musicali che non stanno ne in cielo ne in terra come questa). Questo “Rot A Rolla”, secondo lavoro dei Coffin Surfer dopo l’ottimo demo del 2014, è stato rilasciato nel gennaio del 2017 e si compone di sole 5 tracce. Si tratta pur sempre di un EP quindi il numero di pezzi presenti è del tutto giustificato; l’ascolto dei brani è estremamente piacevole, intenso e divertente ed è forse proprio per questo motivo che lascia l’amaro in bocca, arrivati all’ultimo pezzo “Deathroll” (un titolo del tutto casuale vista la proposta musicale del gruppo…), non poter ascoltare altre canzoni di questi quattro marci zombie bolognesi cresciuti a pane, death metal e rockabilly. Da sottolineare inoltre la vena irriverente e dissacrante che pervade ogni brano e ogni testo dei Coffin Surfer, che si manifesta in tutto il suo splendore nei titoli dei brano presenti su questo EP; difatti titoli come “Saint Fetus”, “Nutria” o “Escape From India” meritano da soli l’ascolto di questo “Rot A Rolla”. Il tutto è condito da un’immaginario e una copertina che fanno invidia ai peggiori b-movie horror degli anni 70-80. A parere personale di chi scrive (uno che di musica ne capisce molto poco, ma che di rumore ne mastica abbastanza) il pezzo migliore dell’EP è “Headless Chicks Rodeo” (scroscianti applausi per un altro titolo azzeccatissimo) in quanto rappresenta perfettamente la proposta musicale dei Coffin Surfer in tutte le sue sfaccettature. E’ senza dubbio il pezzo “grindabilly” perfetto, insuperabile nel suo marciume.

Ora basta chiacchiere, chiudo qui la recensione invitandovi calorosamente ad ascoltare al più presto questo “Rot A Rolla”, un disco perfetto per accompagnare una rissa alcolica e “per far ballare e scapocchiare zombie e pin up…”. Grindabilly oltre la musica, Grindabilly oltre il rumore.