L’Hardcore è Ancora una Minaccia per l’Esistente

Milano, quartiere Bovisa, una fredda notte di gennaio. Dopo tre giorni di resistenza allo sgombero, davanti alla Casa Brancaleone occupata e con due compagni sul tetto che non hanno nessuna intenzione di cedere nemmeno un metro a celere, digos e pompieri che li vorrebbero tirare giù, nella serata di giovedì 23 si è svolta una taz hardcore organizzata in fretta e furia pochissime ore prima. E non c’è posto migliore in cui suonare hardcore punk se non in una situazione di conflitto reale come quella di uno sgombero e di una tenace resistenza che prosegue da giorni (sta terminando il quarto al momento in cui sto scrivendo queste righe), riprendendoci le strade di una metropoli come quella di Milano sempre delle mani dei padroni della cosidetta “riqualificazione urbana” che altro non è se non l’ennessimo processo di gentrificazione in una città vetrina asservita agli interessi del capitale, una città in preda ad una psicosi securitaria e che sventola alto il drappo del decoro e della legalità contro tutto ciò che la pacificazione sociale impone di considerare “diverso” e “deviante”, ovvero immigrati, chi occupa le case, i punx che suonano nelle strade o nei posti abbandonati, i senzatetto, gli ultimi di ogni sorta e tutti gli sfruttati che cercano di attaccare questo sistema economico-politico che opprime e reprime.

Dalla mattina di martedì 21, data di inizio dello sgombero di Casa Brancaleone, però un presidio di solidali e complici ha occupato stabilmente il piazzale sottostante l’occupazione completamente invaso da agenti della digos, da camionette di polizia e carabinieri, dalla celere e dai pompieri, dimostrando come “solidarietà” e “complicità” non siano solo parole vuote ripetute senza pensarci, bensì si tramutano in azione concreta. E questo tramutarsi in azione della s0lidarietà rende possibile, a distanza di giorni, parlare di uno sgombero che non è avvenuto e che difficilmente verrà portato a termine con facilità visto che i compagni che resistono sul tetto del Branka sono più decisi che mai a non cedere e a riprendersi il cielo grigio che domina sopra la metropoli milanese.

Milano, quartiere Bovisa. A riscaldare la fredda notte di quasi fine gennaio e i corpi (e i cuori) dei presenti al presidio così come dei due compagni che resistono ancora adesso sul tetto del Branka ci hanno pensato alcuni dei migliori gruppi della scena diy e hardcore milanese degli ultimi anni, ovvero Kobra, Peep, The Seeker e Shoki. Una taz organizzata nel tardo pomeriggio, praticamente improvvisata, ha dimostrato dove deve tornare ad essere suonato l’hardcore punk e cosa deve tornare ad essere l’hardcore punk. Il concerto di ieri sera è stata una boccata d’aria fresca nonchè la riprova che l’hardcore è e deve ancora continuare ad essere una minaccia per questo esistente fatto di quotidiano sfruttamento, repressione e oppressione e che vogliamo vedere ridotto in macerie il prima possibile. Saremo sempre il degrado che avanza nel vostro quieto vivere fatto di sgomberi, polizia, carceri e controllo totale delle nostre esistenze. Risplenda il nostro fuoco sotto cieli di piombo.

Solidali e complici sempre con Casa Brancaleone e con chi resiste sul tetto così come al presidio.

Ci volete morti, ma siamo noi che vi condanniamo a morte al suono della nostra musica e al suono del nostro rumore, sempre in direzione ostinata e contraria!