Barbarian – To No God Shall I Kneel (2019)

To No God Shall I Kneel”, ultina fatica in studio di quella brutale macchina da guerra che risponde al nome dei Barbarian. Il loro assalto sonoro ancora una volta rappresenta il perfetto punto d’incontro tra il proto black metal di scuola Hellhammer/Celtic Frost, i Venom dei primi lavori e l’heavy metal epico di Manowar, Manilla Road e Running Wild. Il cambiamento (se proprio di cambiamento se vuole parlare) nella proposta profondamente radicata nella tradizione old school dei Barbarian è soprattutto l’evidente influenza dei Cirith Ungol più oscuri ed epici del capolavoro “One Foot in Hell”, richiamati più volte nelle atmosfere generali che accompagnano le sette tracce di questo barbarico “To No God Shall I Kneel”. In certi casi si può inoltre notare l’influenza che ha avuto un certo primordiale speed metal di gentaglia del calibro di Tyrant e Vectom sul sound dei nostri, così come un richiamo generale alla svolta intrapresa da Fenriz e i suoi Darkthrone negli ultimi dischi! Un assalto di speed/proto black metal feroce, epico ed oscuro allo stesso tempo, non si può chiedere di meglio ai Barbari pronti all’attacco per lasciare solo macerie e distruzione al loro passaggio!

“To No God Shall I Knell” si apre con un vero e proprio inno dei nostri brutali barbari intitolato “Obtuse Metal”, ennesimo brano anthemico scritto dal gruppo dopo l’iconica “Absolute Metal” presente sul precedente Cult of the Empty Grave, una cavalcata selvaggia di speed/black vecchia scuola che ci introduce alla battaglia. Si prosegue con la doppietta da brividi formata da “Birth and Death of Rish’Ah” e “Hope Annihlator“, probabilmente due delle migliori canzoni mai scritte dai Barbarian. La prima è un concentrato di speed metal classico accompagnato da assoli e melodie riconducibili tanto alla NWOBHM quanto appunto al metallo epico di Cirith Ungol e Manilla Road, mentre la seconda è un pezzo più orientato verso lidi propriamente speed/thrash di scuola Celtic Frost che però non perde mai quel sapore di heavy metal vecchia scuola, sopratutto in certi riff e nell’assolo. A seguire questa doppietta da brividi che si stampa immediatamente in testa, ci imbattiamo in un altro ottimo pezzo scritto dai nostri barbari senza pietà che non ci lascia nemmeno il tempo di riprendere fiato per continuare il massacro. Sto parlando di “Sheep Shall Obey”, traccia che viene introdotta da un’atmosfera epica e oscura che riporta alla mente immediatamente i Cirith Ungol di “One Foot in Hell” e che prosegue su sonorità che bilanciano perfettamente l’anima più heavy classica e quella speed/proto black dei Barbarian! Ci si avvia alla conclusione di questo devastante disco accompagnati dalla titletrack. I Cirith Ungol che suonano come i Celtic Frost, o viceversa. Epico e oscuro, questo brano è la degna colonna sonora con il quale termina l’assalto brutale e feroce dei Barbarian!

Che i barbari si scatenino. Che affilino le spade, che brandiscano le asce, che colpiscano senza pietà i propri nemici. Che l’odio prenda il posto della tolleranza, che il furore prenda il posto della rassegnazione, che l’oltraggio prenda il posto del rispetto. Che le orde barbariche vadano all’assalto… per non doversi più inginocchiare dinanzi a nessun dio o re, per lasciare solo macerie di ogni regno al loro passaggio!