Solidarietà ai/alle compagnx di Bezmotivny, colpiti dall’operazione Scripta Scelera

Bezmotivny, letteralmente “senza motivo“. Questo era il nome di alcuni anarchici nichilisti che operarono in quel di Bialystok tra il 1903 e il 1908, città che fu tra i maggiori centri dell’antagonismo rivoluzionario dell’Impero Russo. Insieme ad altri anarchici di ispirazione anarco-comunista, formarono un’organizzazione nota con il nome di Bandiera Nera che venne smantellata dalla controrivoluzione zarista nel 1908 e tutti i membri furono arrestati o esiliati. Bezmotivny è il nome scelto qualche anno fa anche da altri anarchici italiani per la pubblicazione di un quindicinale internazionalista. All’alba di martedì 8 agosto alcuni compagni e alcune compagne legati/e al circolo anarchico “Gogliardo Fiaschi” di Carrara sono stati colpiti dall’operazione repressiva chiamata Scripta Scelera e arrestati perchè colpevoli di aver pubblicato, stampato e diffuso questo quindicinale anarchico, mostrando ancora una volta come la repressione e la controrivoluzione colpiscano il movimento anarchico oggi come ieri, nel silenzio-consenso generale. Con le solite assurde accuse di associazione sovversiva con finalità di terrorismo, stampa clandestina e istigazione a delinquere, si colpiscono e reprimono le idee prima ancora che la dinamite e le persone e si cerca di mettere a tacere, come accadeva già oltre cent’anni fa con le “leggi antianarchiche”, ogni anelito e aspirazione rivoluzionaria. Solidarietà rivoluzionaria con i compagni e le compagne arrestati/e e sottoposti alle misure restrittive!

In aggiunta a questo breve comunicato, ci tengo a riportare sia l’editoriale apparso sul primo numero di Bezmotivny con il titolo Un Giornale “Senzamotivo” sia quello apparso sul secondo numero del marzo 2021 dal titolo “Un giornale anarchico“.

Un giornale  ”Senzamotivo”

Produrre e diffondere un giornale cartaceo con una periodicità quindicinale, di questi tempi in cui la propaganda è digitalizzata, potrebbe sembrare una scelta senzamotivo. Per noi, invece, risponde a un’esigenza chiara.  Non solo ci sono sempre meno pubblicazioni anarchiche periodiche  (almeno in Italia), ma crediamo utile e anche e soprattutto necessario riappropriarsi di un mezzo che, a differenza della propaganda telematica, porta con sé una diversa temporalità e materialità. Per loro stessa natura i tempi di internet sono troppo rapidi per la riflessione, e la sovraesposizione alle notizie fa in modo che sembrino tutte uguali. Invece, un oggetto concreto presuppone tempi più dilatati e una scelta di contenuto, quindi di qualità. Questa stessa materialità si presta meno a un’eliminazione definitiva, cosa che accade spesso ai siti internet quando vengono oscurati.  Inoltre crediamo possa avere la qualità del vecchio e buon giornale stampato, e che riesca in qualche modo ad apportare il contributo alla diffusione delle idee e
pratiche anarchiche in maniera più incisiva.

Il nome del periodico si richiama agli anarchici bezmotivny che, in Russia ai primi del ‘900, scelgono di colpire la borghesia per rompere la pacificazione sociale e radicalizzare l’attacco allo Stato. Ai più, in quel momento un attacco violento sembrava senza motivo, lo stesso accade adesso. Invece, l’obiettivo del nostro giornale è quello di raccogliere i momenti di una guerra in corso, per non cedere alla rassegnazione e contribuire a mostrare un motivo che esiste ed è sempre esistito.

Bezmotivny vuole essere – o osare essere – un progetto quindicinale che principalmente si occuperà di ciò che interessa la vita e l’esistenza degli stessi anarchici: la pratica di attacco allo Stato e ai suoi affiliati e la repressione. Perciò su queste pagine troveranno spazio le cronache sovversive della solidarietà e i racconti dei colpi che i nostri nemici più grandi – lo Stato, il Capitale, e tutti coloro che rigonfiano i loro bianchi disinfettati  panciotti – cercano di infliggerle.

Parlando di Stato ci sembra un’ovvietà, anche se non è detto che lo sia per tutti, che non possiamo ridurre la nostra Guerra, quella anarchica, ad un singolo Paese; perciò vogliamo rivolgere il nostro impegno e i nostri sforzi all’informazione sulla Guerra, sempre in corso, contro l’esistenza dello Stato nel mondo. Se la repressione contro i sovversivi trascende i confini, se gli Stati sono sempre più favorevoli alla coalizzazione nella rappresaglia contro gli anarchici, è forse bene ricordarsi che, sebbene si presenti in molte forme, il nemico è uno solo e va – e può essere – attaccato in ogni luogo. Contro la loro collaborazione per annientarci, la nostra complicità internazionale può essere un punto di forza efficace nel colpire alla tempia le strutture statali. Ecco perché il giornale sarà internazionalista; ospiterà le rivendicazioni di attacchi degli anarchici da varie parti del mondo.

Abbiamo scelto di concentrarci, inoltre, nel pubblicare gli scritti dei compagni prigionieri nel mondo, ribadendo quanto sia importante favorire il dibattito tra gli anarchici, che siano rinchiusi nelle carceri o meno. Il Potere, come sempre, cerca di spezzare, con metodi infami come la censura, i legami dei compagni ostaggio dello Stato; crediamo fondamentale non permettere il loro isolamento ma far sì che continuino ad essere partecipi alla Guerra anarchica. Pubblicheremo infine gli aggiornamenti dei processi, gli indirizzi degli anarchici detenuti di cui siamo a conoscenza e i trasferimenti.

Abbiamo scelto di disporre, oltre che di un indirizzo email, di una casella postale a cui tutti i compagni potranno fare riferimento, dando così la possibilità sia a chi si trova detenuto, sia a chi per scelta o per necessità non utilizza i mezzi telematici, di continuare a scrivere e a partecipare al dibattito anarchico.

Oltre a ciò, proponiamo ai compagni che si sentano di condividere questi presupposti di contribuire al progetto, realizzando il giornale in più lingue, con la stessa periodicità, provando così ad essere ancora più insistenti nell’idea di internazionalizzare la voglia di distruggere ogni presenza autoritaria nel mondo.

Per questi motivi,
i Senzamotivo

Un giornale anarchico

Questa pubblicazione prende vita a partire da un manipolo di individualità anarchiche sotto forma di una scommessa ben precisa: restituire alla vastità del dibattito anarchico un nuovo punto di riferimento, stabile nella forma e continuativo nel tempo, che tenga unite nella pagine di un quindicinale sia l’attenzione ai contributi di analisi e riflessione che la tempestività editoriale necessaria al puntuale resoconto di cronaca degli aggiornamenti dai vari fronti della guerra anarchica in corso.

Un punto fermo, che sia di più facile accesso possibile in ogni momento per chiunque si riconosca nell’importanza del dibattito tra anarchici, e che favorisca l’orientamento tra le molte strade che di volta in volta si aprono nell’esplorazione dell’azione anarchica lungo i vecchi e i nuovi orizzonti del pensiero antiautoritario. Uno strumento a disposizione di ogni anarchico, nato con l’obiettivo di ospitare e facilitare la discussione e il confronto – che ci auguriamo possa essere a volte anche molto acceso – tra le varie proposte che arrivano dai molti modi d’intendere e di praticare l’anarchismo da ogni parte del mondo.

Tuttavia, un po’ come accade nella cartografia per proiettare sulle mappe i ripidi pendii delle montagne e le distensioni boschive lungo le vallate, riportare su carta il complesso e variegato mondo dell’attacco anarchico allo Stato comporta certe difficoltà e impone talvolta la necessità di adottare alcuni accorgimenti in fase di redazione. Sia per assolvere alle immediate esigenze di spazio imposte dal limite delle otto pagine del nostro giornale, sia per ovviare al rischio sempre insidioso – data la vastità del materiale – di farsi trascinare fuori strada, si rende necessario definire alcuni basilari criteri di selezione delle notizie da pubblicare. Abbiamo scelto pertanto di impegnarci a riportare su queste pagine soltanto aggiornamenti di azioni manifestamente anarchiche, che siano accompagnate da un qualche tipo di rivendicazione o che si inseriscano in particolari contesti o tempistiche – ad esempio appelli alla solidarietà o campagne di mobilitazione – che riducano il margine di dubbio e la difficoltà d’interpretazione circa la natura e le motivazioni stesse dell’azione.

Tale scelta risponde innanzitutto alla nostra necessità di non cadere nell’errore di parlare per altri, di attribuire a posteriori connotazioni o interpretazioni differenti da quelle volute e immaginate da chi ha compiuto l’azione, nel momento in cui l’ha compiuta. Riteniamo fondamentale che, tra anarchici, ogni individualità abbia piena ed esclusiva titolarità nel decidere per proprio conto se dare risalto – e, eventualmente in quale forma – alle proprie azioni, senza che siani altri ad anteporre dall’esterno interpretazioni o chiavi di lettura. Di fatto, inserire una notizia in un giornale anarchico costituisce di per sé una connotazione molto precisa dell’azione stessa, per cui nei casi in cui non fosse immediatamente riconoscibile tale connotazione si preferirà evitarne la pubblicazione. Per le stesse ragioni, in ogni numero cercheremo, per quanto possibile, di non sovrapporre in alcun modo una nostra lettura redazionale alle notizie di azioni e rivendicazioni riportate.Non si vuole, con questa scelta, sottintendere un rifiuto di principio della pratica delle azioni non rivendicate: l’anonimato o la firma – di qualsiasi tipo – non ci appaiono come scelte antitetiche, e non pensiamo che l’una debba escludere automaticamente l’altra. Propendere per l’una o per l’altra può dipendere da molteplici fattori, come particolari contesti o volontà specifiche.

Per quanto riguarda il nostro lavoro di redazione in questo giornale, preferiamo correre il rischio di non pubblicare un’azione che si voleva inserita nel dibattito anarchico piuttosto che incorrere nel più serio pericolo di mettere in evidenza per errore un qualcosa che, per una qualsiasi ragione, non si voleva pubblicato. Inoltre, pur non volendo sostenere la personalizzazione delle azioni ad ogni costo, il criterio per cui non abbiano rilevanza le motivazioni e le finalità con cui si compie una determinata azione non ci convince del tutto: comunque la si pensi riguardo all’esistenza o meno di azioni che parlano da sole, difficile negare che, in certi casi, alcune azioni – come appiccare il fuoco in una chiesa, o la distruzione di un’antenna 5G, tanto per fare alcuni esempi – possano esser compiute per ragioni estremamente differenti e divergenti. In assenza di elementi che permettano di inquadrare chiaramente l’azione nel contesto della guerra anarchica, si preferirà evitarne la pubblicazione, anche per non creare confusione con scenari talvolta anche molto distanti, se non del tutto incompatibili, con il pensiero anarchico.

Infine, come stabilire universalmente cos’è che è anarchico? Per far fronte alla necessità di questa complicata domanda abbiamo deciso di fare fede prevalentemente al criterio dell’autodefinizione, come unico presupposto che possa includere e rispettare ogni sfaccettatura di cui si compone l’individuale e irripetibile modo di vivere l’anarchismo di ognuno. Chi si definisce anarchico sta già esprimendo la scelta di entrare in discussione con un certo mondo, e ad ogni individualità di quel mondo questo giornale si rivolge. Bezmotivny è un giornale anarchico, perchè fatto da anarchici per altri anarchici.

Proprio dall’esperienza di anarchici s’impara presto che anche le cose semplici sono tutt’altro che scontate. La strada su cui abbiamo scelto di scommettere proponendo il progetto di questo giornale probabilmente non è neppure tra le più semplici, ma riteniamo fondamentale contribuire per quando in nostra possibilità a mettere a disposizione di ogni individualità anarchica uno spazio sicuro e costante per le molteplici forme della discussione tra anarchici. Questo è ciò che ci interessa e, fatte le dovute precisazioni, in questa direzione continueremo ad impegnarci finchè avrà vita questo giornale.

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