A Blaze in the Northern Sky #05

Quinto appuntamento con la rubrica più amata dagli/dalle amic* di compagn* satana, della rivoluzione sociale e della lotta di classe e più odiata dai seguaci degli Absurd, dalla restante feccia NSBM e dagli ambigui simpatizzanti e collaboratori dei nazi all’interno della scena black metal! Ancora una volta si parlerà di alcune delle più interessanti uscite recenti in ambito black metal di band accomunate da un solo criterio: prendere le distanze dalla merda NSBM, razzista e omo-transfobica/sessista che impesta la scena del metallo nero. Oggi parleremo infatti dei nuovi dischi dei tedeschi Toadeater, dei finlandesi Havukruunu (vecchie conoscenze di A Blaze in the Northern Sky) e del progetto greco Mystras, tutte band e individualità che in modalità diverse hanno scelto in modo netto e sincero il lato della barricata ove posizionarsi, il lato della barricata in cui non si lasciano spazio di agibilità ai fascisti, i quali si combattono con ogni mezzo necessario. O anche solamente il lato della barricata in cui non si hanno rapporti e non si collabora con i nazi all’interno della scena del metallo nero, che per una sottocultura come quella del metal estremo è già qualcosa. Alcune band e individualità di cui vi parlerò sono inoltre mosse da sincere tensioni di rivolta contro ogni forma di oppressione e discriminazione e vedono anche nel black metal un mezzo per opporsi e lottare contro le derive nazi-fasciste, razziste e autoritarie, o contro la sempre più pesante oppressione dell’esistente capitalista sulle nostre vite.  Quindi non perdiamo altro tempo e addentriamoci in questo viaggio oscuro e infernale in compagnia di tre dei migliori dischi black metal del 2020!

We are a blaze in the northern sky, the next thousand years are ours! Ancora una volta per il black metal, per l’insurrezione!

Toadeater – Bit to Ewigen Daogen (2020)

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Partiti nel luglio del 2018 con un demo caratterizzato da sonorità definibili come “blackened hardcore”, oggi i tedeschi Toadeater hanno cambiato quasi completamente le proprie sembianze, evolvendosi ed evolvendo la propria proposta in un post-black metal attraversato da pulsioni riottose, capace di alternarsi tra momenti atmosferici, interessanti trame melodiche e devastanti quanto sofferte sfuriate di puro metallo nero. Un’evoluzione interessante e che con questo nuovissimo Bit to Ewigen Daogen mostra una band giunta ad un livello di maturita e qualità compositiva estremamente sopra la media, oltre a presentarci una proposta quanto più personale possibile e assolutamente di impatto che difficilmente passa senza colpire nel segno. L’attitudine hardcore riaffiora qua e la in alcuni passaggi, nonostante le sonorità del gruppo ormai abbiano virato totalmente verso lidi e territori esclusivamente black metal, con un tripudio di tremolo picking, blast beats e un’interessante varietà nell’interpretazione vocale che spazia dal classico screaming sofferto e annichilente, a parti cantate e pulite dai toni epici che mi hanno ricordato addirittura i Summoning. L’atmosfera generale costruita dalle cinque tracce oscilla sempre tra momenti in cui tuonanti tempeste e selvaggi assalti black metal ci inghiottono senza pietà e passaggi dalle tinte atmosferiche che disegnano labili istanti di quiete, mentre le sensazioni che ci logorano dall’interno nel corso dell’ascolto di Bit to Ewigen Daogen, si alternano tra una lancinante sofferenza, un malessere esistenziale che sembra non trovare sfogo e una viscerale tensione anarchica alla rivolta contro questo mondo di oppressione e sfruttamento. I Toadeater si dimostrano estremamente bravi a modellare il proprio sound e a costruire le atmosfere giuste al fine sorreggere le tematiche affrontate nelle liriche, dalla critica al progresso capitalista volto unicamente al profitto e dunque all’alienazione delle nostre esistenze (Conquering the Throne), fino a giungere alla presa di coscienza della devastazione ambientale e della distruzione dell’ecosistema sempre in nome del profitto (Crows and Sparrows). Un disco di post-black metal in cui c’è davvero tutto e niente suona fuori posto, in cui ogni elemento trova la sua perfetta dimensione: atmosfere, epicità, furia cieca e selvaggia, assalti all’arma bianca, sofferenza e rabbia si alternano e si intrecciano costantemente, dando vita ad un disco di black metal intenso e devastante come non se ne vedeva da un pezzo. Sicuramente Bit to Ewigen Daogen rappresenta una delle migliori uscite di questo 2020 e i Toadeater dimostrano definitivamente di essere una delle realtà più interessanti e convincenti di tutta la scena black metal europea. Abbiamo raggiunto il punto di non ritorno… è ora di vedere questo mondo bruciare!

 

Havukruunu – Uinuos Syömein Sota (2020)

“La luce del fuoco si sta spegnendo. I volti attorno al fuoco sono ombre”

Gli Havukruunu appaiono sotto le sembianze di una tempesta di black metal pagano pronto ad inghiottire il giorno in un’oscurità eterna, una notte senza fine dominata da forze ancestrali, entità pagane e creature selvagge che danzano tra le sacre fiamme del metallo nero. 

Mente la notte impenetrabile cala sulla foresta innevata, mentre il fuoco si sta lentamente consumando rendendo labile il confine tra il mondo reale degli uomini e quello delle ombre, i finlandesi Havukruunu irrompono furiosamente e solennemente con Uinuos Syömein Sota, un nuovo intensissimo lavoro di heavy/black metal attraversato da tensioni pagane e atmosfere epiche. La proposta degli Havukruunu è attraversata costantemente da una carica rituale unica, enfatizzata soprattutto dalle atmosfere epiche ed oscure che aleggiano sopra ogni brano, quasi a voler evocare tempi ancestrali e forze naturali primitive, tempi passati dominati da divinità della natura di cui ormai si son dimenticati i nomi. La musica degli Havukruunu è ancora una volta ispirata e attraversata in profondità da un paganesimo di tradizione finnica, un paganesimo che da tempi ancestrali si è trovato a confrontarsi costantemente con una natura selvaggia ed estrema, tanto ostile quanto intrigante, e abitato da primordiali forze oscure. Il black metal pagano suonato dagli Havukruunu rappresenta ancora una volta la sintesi perfetta dei Bathory più epici, dei Primordial più oscuri e battaglieri e dei Moonsorrow più pagani, dunque l’ascolto di questo Uinuos Syömein Sota ci fa immergere in atmosfere oscure, in grado di evocare tanto paesaggi dominati da una natura selvaggia brulicante di forze primordiali quanto scenari guerreschi di tempi ancestrali. Al contrario delle sensazione trasmesse dalla musica, le liriche degli Havukruunu si concentrano invece su tensioni interiori e preoccupazioni esistenziali. Quarantasei minuti suddivisi per otto brani che ci inghiottono nella loro atmosfera epica, oscura e pagana e ci fanno facilmente infatuare di questa ultima fatica in studio dei finlandesi. A mani basse, siamo al cospetto di uno dei migliori album black metal del 2020. Uinuos Syömein Sota è un disco sinceramente dedicato ai venti che soffiano nell’estremo nord del cuore di ogni individuo!

Mystras – Castles Conquered and Reclaimed (2020)

Mystras è il nome del nuovo progetto solista di quella mente geniale che è Ayloss (già noto per l’attività negli splendidi e ben più noti Spectral Lore) e con questo esordio intitolato Castles Conquered and Reclaimed ci propone un black metal di ispirazione medievale, attraversato da una profonda tensione insurrezionale che si infrange dirompente contro ogni gerarchia e autorità. La colonna sonora perfetta dunque per accompagnare l’assalto della plebe armata ai castelli e ai palazzi dei signori, nove inni di rivolta contro lo sfruttamento e l’oppressione, cinque agguati di black metal furioso e primordiale stemperati e inframezzati da quattro momenti strumentali in cui dominano le atmosfere e le melodie folk medievali.   Musicalmente Castles Conquered and Reclaimed si avvicina in maniera estremamente convincente a quel capolavoro che fu Dark Medieval Times dei Satyricon, con melodie e atmosfere folk di profonda tradizione medievale ad accompagnare e attraversare l’intera proposta di Mystras, una proposta che si erige magistralmente sulle coordinate di un black metal tempestoso e gelido di classica tradizione norvegese. Anche la registrazione stessa del disco ha un forte sapore di “trve norwegian black metal“, soprattutto per il fatto di essere infarcita di riverberi e per la sua natura profondamente lo-fi, spesso dando l’impressione di essere volutamente caotica e imperfetta nei suoni quando gli assalti black divampano in tutta la loro efferatezza e malignità. Inoltre molte delle melodie folk, ottimamente interpretate dal violino e dal flauto, che stemperano le sfuriate black metal sono prese direttamente dalla tradizione musicale medievale europea come nella traccia “Ai Vist lo Lop“. A livello di tematiche generali affrontate nel corso del disco, Ayloss sostiene di voler andar controcorrente rispetto alla narrazione storica incentrata sulle gesta e le figure dei re, dei cavalierie e dei signori, ponedo invece l’attenzione sul coraggio e il valore delle masse contadine e della plebe sfruttata che sempre sono insorte in nome della libertà, spesso pagando con la propria vita. Infine l’artwork di copertina, nella sua totale approssimazione, riesce comunque a risultare affascinante, nonchè a trasmettere un sapore fortemente diy e old school. All’assalto dei castelli dei signori e del loro mondo fatto di oppressione e sfruttamento, affinchè non ne rimangano nemmeno le macerie, mentre gli sfruttati danzeranno festosi nella notte tra le fiamme della gioia e al ritmo del medieval black metal suonato dal menestrello infernale Mystras.