Carlos Dunga – Oltre Quella Linea (2019)

Dimmi fin dove andremo, dimmi dove ci fermeremo, dimmi come ci fermeremo quando nessuno riuscirà a fermarci! 

Oltre quella linea che demarca le scene hardcore punk, thrash metal e heavy metal tradizionale, ci stanno i Carlos Dunga, gentaglia di Firenze che prende il meglio di tutti e tre i generi sopra citati per condensarli in una soluzione devastante, convincente e che sembra non avere debolezze. Siete cresciuti sparandovi nelle orecchie contemporaneamente l’hardcore dei Negazione, degli Upset Noise e il thrash metal/crossover ottantiano? Vi fanno venire i brividi ancora oggi le linee melodiche che caratterizzano il riffing tipico della NWOBHM e di gruppi immortali come gli Iron Maiden? Ecco, se così fosse, non esiste miglior gruppo in Italia dei Carlos Dunga, una band in grado sintetizzare ai limiti della perfezione tutte queste influenze in un unica proposta che funziona in tutti i sensi e che fa venire voglia di moshare fin dal primo ascolto. Fedeli ad una impostazione hardcore che ha le sue radici ben piantate nella tradizione italiana del genere, soprattutto nelle linee vocali, nell’attitudine generale e nella scrittura delle liriche (che mi ha riportato alla mente anche lo stile degli ultimissimi Nofu), e assolutamente radicati nella aggressività e nell’immediatezza espressiva, ma soprattutto nel riffing e nelle strutture dei brani, tipiche del thrash metal, facendo costantemente l’occhiolino a linee melodiche che pescano a piene mani dall’heavy metal tradizionale di scuola britannica, i Carlos Dunga con questo “Oltre Quella Linea” ci regalano un disco completo e che non perde mai d’intensità dall’inizio alla fine, dal primo brano “Il Re Caduto” all’ultima traccia “L’Età dell’Ansia“. Le influenze heavy classiche si palesano fin dall’intro strumentale sorretta da un riffing che sembra pescato direttamente da qualche sconosciuto o dimenticato disco NWOBHM dell’underground britannico tra la fine dei ’70 e i primi anni Ottanta. I fiorentini, proprio come il grande mediano-regista brasiliano che da il nome al gruppo, riescono a tenere insieme e a miscelare perfettamente le differenti anime che vivono all’interno della loro proposta thrashpunk, condedola con un’attitudine hc e un’irruenza furiosa che non possono lasciare indifferenti e risultano sempre più coinvolgenti mano a mano che si prosegue nell’ascolto delle dodici tracce presenti su “Oltre Quella Linea“. Una traccia come “Ho Provato a Salvare Tutto” rappresenta per me l’esempio migliore della capacità dei Carlos Dunga di fondere thrash, hardcore punk e echi NWOBHM che esplodono in un’assolo da air guitar selvaggio, accompagnato da un testo il cui stile e “poetica” mi ha ricordato in modo prepotente la tradizione hc italiana degli anni ’80 dei Negazione. La doppietta composta dall’iniziale “Il Re Caduto” e da “Caduta Spettacolare” è invece una mazzata in pieno volto di thrash/crossover in cui spicca un riffing veloce e fulminante che rende impossibile non iniziare a fare headbanging come se non ci fosse un domani. Per concludere, senza spoilerarvi troppo delle altre tracce, credo si possa definire “Oltre Quella Linea” dei Carlos Dunga, semplicemente con un solo aggettivo: inarrestabile. A quanto pare, oltre ogni linea possibile ed immaginabile, lo spirito continua.