“L’Hardcore è Solidarietà e Lotta, No Business Punk!” – Intervista ai Jilted

Dopo averli visti suonare dal vivo in occasione della decima edizione del Go Fest! nella splendida cornice del centro sociale occupato e autogestito Strike lo scorso settembre, ho pensato, a distanza di qualche mese, che fosse un’ottima idea scambiare due chiacchere con i Jilted, nome storico della scena crust hardcore italiana. Attivo dalla fine degli anni 90, il gruppo di Alessandria rappresenta ancora oggi una garanzia in termini di attitudine e di visione dell’hardcore punk come musica politicamente impegnata, consapevole e intimamente legata a pratiche quali diy, solidarietà e autogestione. Di questo e di molto altro ho parlato nel corso di questa intervista insieme a Fulvio e Koro. No business punk!

Ciao ragazzi! Dato che vi ho visti dal vivo a settembre in occasione del Go Fest! 10, vorrei proprio iniziare da quell’evento. Com’è andata? Cosa significa per voi, band ormai in giro da più di vent’anni, suonare ad un concerto come il Go Fest! che è divenuto negli anni punto di riferimento per tutti gli amanti dei generi più estremi dell’hardcore, del punk e del metal?

Ciao! Il Go Fest 10 è stata un’esperienza veramente unica. Un festival organizzato molto bene, ottima promozione e bands provenienti da tutta Italia,isole comprese (cosa piuttosto inusuale), con una affluenza di pubblico incredibile! Credo di non aver mai visto così tanta gente ad un concerto o festival hc in Italia, se non a fine anni ‘80/inizio ‘90. Probabilmente anche il fatto di non aver potuto organizzare concerti per così tanto tempo a causa delle restrizioni per il Covid-19 ha influito positivamente, la gente aveva voglia di un’esperienza simile.

Quando siamo stati contattati per suonare abbiamo subito accettato molto volentieri, non suonavamo a Roma dal 2014 ed è stato un onore far parte del Go Fest 10 ed è stata la dimostrazione pratica che anche in Italia ci sono molti gruppi validi e molta gente che segue la scena. Abbiamo incontrato amici che non vedevamo da tantissimo tempo,altri che vediamo più spesso, in definitiva una delle migliori situazioni di sempre.

Siete in giro dalla fine degli anni 90, avete visto passare band, mode, spazi occupati, situazioni diverse. Quali sono secondo voi le più grandi differenze all’interno della scena hardcore e punk da quando avete iniziato ad oggi? Cosa pensate si sia perso invece in termini di attitudine, militanza e attivismo rispetto a quegli anni?

(Koro) In quegli anni c’erano sicuramente piu’ spazi,centri sociali autogestiti,squat,negozi di dischi ecc..,erano realta’ molto diffuse in quasi ogni citta’,ed erano una presenza forte sul territorio. oltre a dare un approccio diretto ad una cultura alternativa ed antagonista con la distribuzione di volantini informativi,dischi,cassette,libri,fanzines ecc..,coinvolgevano parecchia gente in ogni iniziativa,concerto,manifestazione. c’era forte interesse e un grande senso di appartenenza. Oggi molti spazi che davano queste possibilita’ sono stati chiusi o sgomberati,ci sono meno punti di riferimento. Ad Alessandria il “Perlanera” e’ molto attivo ed e’ sempre un gran posto da supportare. Come differenze,negli anni 90,ovviamente c’erano mezzi di comunicazione diversi,non c’era tutta la tecnologia di oggi,era tutto un po’ piu’ “artigianale”. Ci si teneva in contatto con gli amici della scena via lettera e telefonate sul fisso a ore pasti,si faceva tanto “tape trading”,si scambiavano paccate di cassette duplicate con amici della zona e in giro per l’Italia per conoscere nuove e vecchie band che non si erano mai ascoltate. Il materiale nuovo dei gruppi andava esaurito in breve tempo,ai concerti davanti ai banchetti delle distro c’erano sempre decine di persone,comprare dischi era una cosa molto piu’ diffusa.

Da sempre suonate un crust-hardcore sia radicato nella tradizione italiana dei Wretched sia influenzato dal crust punk europeo degli anni 80/90. Cosa significa per voi suonare questo genere? Quale pensate possa essere ancora oggi nel 2021 la potenzialità di suonare un punk ancora fortemente conscio dal punto di vista politico e sociale?

(Fulvio) Suoniamo grosso modo lo stesso genere da oltre 20 anni, con qualche miglioramento a livello di sonorità e per noi è fondamentale unire tematiche socio/politiche/ecologiste nonché un’attitudine d.i.y. alla sonorità punk hardcore, tutto l’insieme costituisce l’energia che ci fa andare avanti. Io suono da oltre 30 anni e se non fosse per tutto ciò che sta dietro alla musica fine a se stessa probabilmente avrei già smesso.

Da sempre siamo interessati e affascinati dalle pratiche d.i.y., io ho gestito per anni Angry records (etichetta/distribuzione) e in precedenza collaboravo con Shove records tuttora attiva e ancora oggi “spaccio” qualche disco,libro,fanzine principalmente agli amici della zona. Come hai detto tu, siamo stati influenzati da Wretched, Impact e innegabilmente anche da Wolfpack, Anti-cimex, Doom, Hiatus ma non solo dal punto di vista musicale; continuare a suonare un certo tipo di hc nel 2021 non cambierà sicuramente lo stato delle cose nel mondo ma credo che possa essere utile a qualche “giovane leva” come stimolo per approfondire certe argomentazioni ed avvicinarsi ad un certo modo di pensare e di comportarsi.

Il vostro ultimo disco in studiò e stato Venti di Guerra, pubblicato nel 2013. Finalmente lo scorso anno, in pieno pandemia, avete annunciato le registrazioni di un nuovo capitolo della vostra discografia intitolato “Nell’Ingiustizia e Nel Silenzio”, dandoci in anteprima sia lo splendido artwork di copertina che una nuova devastante traccia “Nel Sangue”. Quali saranno le differenze con i vostri precendenti lavori sul nuovo disco? Su quali tematiche vi siete concentrati per scrivere i testi?

(Fulvio) La registrazione del nuovo LP era in previsione da molto tempo, il precedente “Venti di guerra” era uscito in cd nel 2013 ed in LP nel 2015, ma siamo piuttosto scombinati nel fare pezzi nuovi; inoltre a fine 2017 abbiamo cambiato batterista quindi abbiamo passato un po’ di tempo a provare i pezzi già editi, abbiamo fatto un po’ di concerti e ci siamo poi finalmente decisi a comporre pezzi nuovi e registrare.

Non credo che ci siano grosse differenze rispetto ai dischi precedenti sia a livello musicale che per quanto riguarda le tematiche trattate; qualche pezzo è un po’ più articolato rispetto alla precedente produzione ma pur sempre veloce e aggressivo. Una differenza c’è stata a livello produttivo, infatti siamo finalmente riusciti a registrare nella nostra sala prove, grazie al nostro amico Roberto che ha portato da noi il suo studio mobile “Rec fast die young” e in tre giorni “full immersion” abbiamo sistemato e registrato tutti i 9 pezzi che compongono l’lp e il risultato per noi è molto soddisfacente.

Abbiamo curato anche maggiormente la parte grafica, copertina e foglio interno, da poco abbiamo mandato tutto in stampa ma a causa dei tempi odierni l’lp uscirà per fine Febbraio 2022. Per i testi come sempre ci siamo ispirati alla vita di tutti i giorni, a tutte le porcherie che ci circondano, inquinamento, ingiustizie sociali, razzismo, capitalismo, globalizzazione...

Continuando a parlare del vostro nuovo disco, la cui pubblicazione vedrà ancora una volta la collaborazione di una vera e propria cospirazione di etichette e distro DIY, volevo chiedervi quanta importanza hanno per voi come Jilted pratiche come appunto do It yourself, autoproduzioni, autogestione ma anche solidarietà e supporto reciproco tra band e individui all’interno della scena hardcore?

(Koro) Sicuramente il d.i.y. e’ sempre stato fondamentale per i jilted,fin dall’inizio.con le nostre forze abbiamo attraversato piu’ di 2 decenni e con l’aiuto e supporto di altri gruppi,amici di etichette e distro,siamo riusciti a mandare in stampa diversi dischi e suonare decine di concerti in quasi tutta Italia e all’estero. Anche per questo nuovo lp,la formula e’ sempre quella:una grossa mano da etichette d.i.y. per la stampa e distribuzione. Solidarieta’ e supporto reciproco sono le fondamenta su cui una scena si regge ed esiste.

Nel 2018 avete partecipato alla compilation Non Un Sasso Indietro volume 2, pubblicata dagli amici e compagni di Distrozione. Quella compilation era benefit per sostenere le lotte contro le frontiere e quelle all’interno dei centri di detenzione, quindi quanto sono importanti queste pratiche di solidarietà e complicità con compagnx e individualità che lottano contro lo Stato e il Capitale?

(Koro) Dare la nostra disponibilita’ per concerti benefit e compilation come questa,pubblicata da Distrozione e’ un segnale forte di solidarieta’ verso chi subisce sulla propria pelle gli introiti politici, le logiche e forme repressive di uno stato, che in questi anni ha pianificato questo “mercato” di esseri umani. E’ sicuramente importante per noi quindi supportare e collaborare con chi nel proprio piccolo da’ un segnale di dissenso verso tutto questo.

Nel corso degli anni avete suonato con band fondamentali all’interno della scena crust/hardcore punk europea (ma non solo) come Doom, Visions of War, Asocial, così come con i brasiliani Armagedom e i giapponesi Beyond Description (con cui avete anche condiviso uno split). Quali sono i vostri ricordi di queste esperienze in giro per l’Europa? Quali sono le band con cui siete più orgogliosi di aver condiviso date e palco? Quali invece i momenti e le situazioni che vi hanno dato più fastidio?

(Fulvio) I nostri ricordi dei concerti in giro per l’Europa sono senz’altro bei ricordi, sinceramente non abbiamo mai trovato situazioni “catastrofiche”. Io ricordo con particolare affetto un paio di date in Belgio con Visions of war, Olho de gato e Twisted System, erano le nostre prime date all’estero e mantengo ancora oggi un rapporto di amicizia con alcuni componenti (o ex) di quelle bands. Altri ricordi particolarmente piacevoli sono il tour in Germania con i giapponesi Beyond Description ai quali avevo prodotto l’lp “A road to a brilliant future”, l’Anti-fascist festival a Stoccarda con Behind Enemy Lines, Cluster Bomb Unit….. migliaia di Km , poche ore di sonno accampati ma tante soddisfazioni a livello umano/emotivo. Non parlerei proprio di orgoglio ma direi che siamo stati particolarmente contenti e soddisfatti di aver condiviso il palco con Doom, Mob 47, Wolfbrigade, Sin Dios, Asocial ecc.

Una delle poche situazioni spiacevoli si è verificata qui in Italia, nemmeno molto tempo fa ad un festival,dove (pare) che una delle band abbia preso tutto il poco incasso della serata e se ne sia andata lasciando tutti gli altri gruppi a mani vuote…….il punto non sono i soldi ma il gesto in sé, imbarazzante!

Parlando per un momento della vostra città, vi va di raccontarmi/raccontare a chi leggerà un po’ la storia della scena hardcore punk di Alessandria?

(Fulvio) Alessandria è una piccola cittadina di circa 95 mila abitanti ma ha sempre avuto una scena punk hardcore attiva e prolifica. A partire dai primi anni ‘80,i Peggio Punx hanno dato inizio alla scena punk hardcore in città, hanno contribuito alla nascita del centro sociale “Subbuglio” ed è iniziata un’attività live non da poco che ha visto passare la maggior parte dei gruppi hc italiani degli anni ‘80 e,successivamente (nella seconda sede) anche quelli degli anni ‘90. Dalla fine degli anni ‘80 in avanti sono nate svariate bands quali Permanent Scar, Point of View, Burning Defeat, Insult,Bhopal e altre ancora fino ad arrivare ai giorni attuali con ancora attivi Jilted, Drunkards, Rogue State, Suicideforce, Cranked. Oltre al C.S. Subbuglio, in città ci sono stati il Forte Guercio Occupato che è stato attivissimo per tutti gli anni ‘90 e prima decade dei 2000, oltre a una miriade di gruppi italiani passarono in città Disorder, MDC, UK Subs, Intensity, Agnostic Front, Madball, Sick of it all, No Fx, Blue Cheer e molti altri. Ci fu ancheil C.S. Crocevia ed ora c’è il Laboratorio Anarchico Perlanera molto attivo con concerti, mercatino autobiologic, presentazione di libri ed altre iniziative.

Siamo giunti alla fine di questa chiacchierata/intervista/chiamatela un po’ come volete, quindi vi lascio questo spazio per aggiungere qualsiasi cosa vi passi per la testa. Vi ringrazio ancora per la disponibilità a rispondere alle mie domande, lunga vita ai Jilted!

Grazie a te per la bella intervista e per esserti interessato ai Jilted,speriamo di tornare presto a suonare dal vivo,magari con un po’ di copie del nuovo lp e di proseguire piu’ a lungo possibile!