Nihildum – Verso il Nulla Creatore (2012)

C’è di tutto in questo affascinante album dei romani Nihildum: riff e cavalcate thrash di scuola britannica in stile Sacrilege si stagliano sopra un tappeto sonoro composto da resti putrescenti di crust punk suonato alla maniera dei maestri Deviated Instinct (ma anche di Extintion of Mankind e Misery) sapientemente imbastardito dal death metal old school a là Bolt Thower, e come se non bastasse tutto è condito da sonorità che richiamano il marciume degli Hellhammer di “Apocalyptic Raids” alternate a rallentamenti doom angoscianti e opprimenti in stile Celtic Frost. Mettiamoci anche il fatto che il gusto per certe melodie mi ha ricordato in più di una occasione certe cose degli indimenticati Effigy e dei mostri sacri Axegrinder e aggiungiamo a tutto questo un immaginario e un’atmosfera generale dell’album che rimanda direttamente alle visioni apocalittiche dei maestri Amebix e capirete che ci troviamo di fronte ad un’opera che definire affascinante è poco. Dopo quanto detto non posso astenermi dal definire la musica dei Nihildum come “Apocalyptic Stenchcrust”, definizione che riesce a racchiudere nel modo migliore le molteplici influenze a cui ho appena accennato e che fanno capolinea qua e là nel suono annichilente e disturbante che fuoriesce da ogni singolo secondo di questo “Verso il Nulla Creatore”. Per un amante di tutto ciò che è definibile “musica estrema”, sia essa metal o punk, e che abbia un marcato retrogusto di “old school” non può quindi esistere nulla di meglio di “Verso il Nulla Creatore”, primo e lavoro dei laziali Nihildum datato 2012.

“Verso il nulla Creatore” si apre con un’intro strumentale da pelle d’oca della durata di quasi sei minuti caratterizzata da una parte iniziale lenta e sinistra che mostra fin da subito le profonde radici doom presenti nel suono dei nostri. Un doom marcio, paranoico e opprimente che ricorda in molti punti l’approccio nichilista e oscuro dei Celtic Frost, affiancato da melodie prese di scuola Effigy. Questa intro rallentata e “melodica” lascia in seguito spazio a cavalcate thrash e riff death metal vecchia scuola, marcia e putrida al punto giusto, che riporta alla mente in più di un’occasione tanto la scuola svedese dei primi ’90 quanto certe sonorità riconducibili al capolavoro “In Battle There Is No Law” dei già citati Bolt Thrower.

Anche la successiva traccia, la titletrack, presenta una struttura simile all’intro; difatti anche “Verso il Nulla Creatore” si apre con una melodia cadenzata e rallentata di matrice doom che lascia poi il passo a sferzate e riff thrash metal in stile Merciless, ma che in parte possono riportare alla mente anche alcuni passaggi del seminale “Seventh Day Of Doom” degli ungheresi Tormentor, sulle quali si staglia un growl cavernoso e marcio che ci accompagna per tutta la durata del brano e che conferisce un tono ancora più apocalittico e alienante/disturbante al tutto. Lo sfondo di ogni brano rimane sempre un putrido stenchcore/crust punk travolgente nella sua carica di odio annichilente, capace di creare una atmosfera opprimente e dal sapore apocalittico nei momenti più rallentati che riportano alla mente le pulsioni più primitive dei maestri Amebix.

Il resto dell’album prosegue sulle coordinate fin qui tracciate, un classico stenchore suonato egregiamente, sempre in bilico tra le pulsioni più doom e rallentate e le sferzate taglienti a cavallo tra thrash e death metal. Per comprendere al meglio il suond proposto dai Nihildun, un nome che non lascia spazio all’immaginazione sulle tematiche trattate in questo “Verso il Nulla Creatore”, dovreste immaginare una jam tra i Poison tedeschi di “Into the Abyss” (capolavoro proto death), i Deviated Instinct e i Sacrilege in un bunker antinucleare sullo sfondo di un paesaggio post-apocalittico invaso da esseri non-umani in putrefazione in cerca di carne fresca. Poco sopra ho accennato alle tematiche trattate dai Nihildum e di cosa mai dovranno trattare le liriche che accompagnano l’ “Apocalyptic Stenchcrust” dei nostri se non di profondo odio nei confronti del genere umano autocondannatosi ormai all’estinzione e di estrema misantropia che traspare fin dal titolo di pezzi quali “La Marcia degli Automi” o la successiva “La Fine dell’Umanitá”? Nichilismo e misantropia sono gli ingredienti principali delle liriche dei Nihildum. E questo conferisce un’aurea ancora più opprimente e marcia al tutto.

Ci troviamo quind davanti a sette tracce, comprese le due sublimi strumentali che aprono e chiudono questa lenta discesa verso gli abissi e gli orrori contenuti in questo “Verso il Nulla Creatore”, che ci mostrano tutta la qualità dei Nihildum e la loro capacitá di imprimere la loro personale impronta pur avendo imparato la lezione piú classica del genere; impronta personale facilmente individuabile grazie alle varie influenze che si possono captare lungo tutto il lavoro e che sono sapientemente amalgamate nel sound dei nostri; impronta che rende ” Verso il Nulla Creatore”, a parer di chi scrive, uno dei migliori lavori in ambito stenchcore/crust punk mai prodotti in Italia e che, nonostante sia datato 2012, ancora oggi tiene il passo degli ultimi lavori di band di culto per gli appassionati del genere come Sanctum, Instinct of Survival, Fatum e compagnia putrescente.

Citando un altro grandioso album stenchcore/crust punk italiano dei fiorentini Disprezzo, troppo spesso dimenticati dai più, “Nel mio mondo il sole non sorge mai”. E a grandi linee è questa sensazione di perenne oscurità soffocante che si prova ascoltando l’ Apocalyptic Stenchcrust marcio, opprimente e annichilente dei romani Nihildum. Colonna sonora dell’apocalisse, colonna sonora della fine dell’umanità, colonna sonora dell’estinzione!