“Orrore, Caos e Morte” – Intervista agli Spasticus

Orrore, caos e morte. Non solo quello che abbiamo vissuto durante il biennio pandemico e stiamo vivendo tuttora, tra pandemia, crisi socio-economica, crisi ambientale-ecologica e scoppio dell’ennesimo conflitto imperialista, ma anche il titolo di uno dei migliori dischi death metal/grind pubblicato in italia lo scorso anno da una band palermitana che risponde al nome di Spasticus. Se volete saperne di più sul loro nome ai limiti della demenzialità, sulla loro visione del metallo della morte e della scena diy, underground ed estrema siciliana, vi lascio alle parole di Anselmo, Jan e Walter e mi taccio immediatamente. Death for you is coming soon, slowly rot!

Bella ragazzi! Come va? Dato che la vostra bio bandcamp è abbastanza intrigante, vi va di darci due note biografiche sulla band? Come è stato scelto il nome Spasticus?

Hailz! Tutto bene, siamo appena tornati dal nostro primo tour, per cui bene, nella stanchezza generale.
Riguardo la storia degli Spasticus: il gruppo nasce tra 2018 e 2019 per volontà di Jan Spasticus e l’allora bassista Lorenzo Subhuman.
Tra un demo (Fuck Me Before I Die – 2020), un minialbum (Horror Chaos Death – 2021) e uno split (con i deathster calabresi Boia – 2022), la formazione è cambiata praticamente ogni sei mesi, fino ad arrivare al power-trio attuale: Anselmo Von Barbarie – basso/vox, Walter 669 – batteria, Jan Spasticus – chitarra/backing vox. Il nome deriva dal pezzo di Ian Dury “Spasticus Austisticus” e dal nomignolo che la madre di Jan soleva affibbiargli da ragazzino (Spasticus, per l’appunto, eheh…)

Il vostro primo full lenght “Horror Chaos Death” è datato maggio 2021 ed è un esempio convincente di come si possa e si debba suonare death/thrash old school oggigiorno. Cosa vi ha spinto a suonare questo genere e quali sono le vostre influenze principali?

La scelta del genere è stata piuttosto casuale: siamo tutti appassionati di metal, punk e di tutto ciò che c’è in mezzo, e ad un certo punto mentre suonavamo ci siamo resi conto che stavamo effettivamente suonando death metal (forse death/grind?) e la cosa ci andava benissimo. Come influenze le più evidenti sono Repulsion, Napalm Death, Pungent stench, primi Bolt Thrower, Autopsy; vedevo che nelle recensione c’è chi ci ha sentito pure un po’ di Svezia, boh può essere, non ci dispiace la cosa. Comunque, di base cerchiamo di non buttarci in una sola direzione e di attingere il più possibile dai nostri ascolti e dall’ispirazione del momento, senza fissarci troppo con un gruppo/stile preciso.

Cosa significa per voi tenere vivo un certo sound e un’attitudine così radicata nella vecchia scuola del metal estremo nel 2022? Perchè suonare death, thrash e generi affini oggi?

Senza girarci troppo attorno, ci viene naturale, non credo ci sia un motivo preciso. In fondo, perchè NON si dovrebbe suonare death metal nel 2022? Questo genere in particolare va fortissimo ora come ora, probabilmente pure meglio che nei 90’s sotto certi punti di vista. Che poi si creino certi trend in un genere musicale è un altro discorso, non per forza negativo, ma sicuramente problematico.

Rimanendo a parlare del vostro primo disco, a cosa si riferiscono quell’Orrore, Caos e Morte che avete scelto come titolo? Quali sono le tematiche che cercate di affrontare con la vostra musica e da cosa traete ispirazione per scrivere i testi?

I testi sono stati scritti per lo più da Jan, se non per qualche frase di Anselmo. Horror Chaos Death si riferisce alla sensazione di trovarsi nel mezzo degli eventi del 2020 e del 2021 (non potevamo ancora sapere dello scoppio della guerra nel 2022, ma il discorso è lo stesso più o meno), tra pandemia, crisi climatica ed economica, merda che piove da tutte le parti, nonchè eventi personali abbastanza pesanti. La solita vecchia merda. C’è anche spazio per della sana ironia necro-umoristica (vedi i testi di Spasticus, di Chemowhore e di Crypt of Freaks), d’altronde siamo italiani e ci serve una “linea comica” per completezza.

Siete una band palermitana, cosa potete raccontarci della scena diy, underground, punk e metal estremo della vostra città e in generale delle realtà più valide che offre la vostra regione?

Non saprei dire se si possa effettivamente parlare di una scena siciliana, nè di una palermitana, almeno non con la prospettiva di altre zone meno periferiche d’italia. Sicuramente c’è una certa rosa di persone che suona, organizza concerti, magari qualcuno ha un’etichetta o fa grafiche per i gruppi. A Palermo, tolte le solite facce da due/tre gruppi a testa, noto un aumento dei liceali ai concerti metal e punk, probabilmente spinto da social e trend post-Lords Of Chaos, Maneskin et similia. La cosa non mi dispiace affatto comunque, anzi è bello vedere che qualcuno sotto i vent’anni si interessi di ste robe, soprattutto dopo che da tipo dieci sembravamo solo noi gli ultimi pischelli in circolazione nella “scena” locale, il che era abbastanza deprimente.

Riguardo i gruppi siciliani le realtà a mio avviso più valide ancora in circolazione sono: Bunker 66 (Black thrash da Messina), Always Never Fun (powerviolence da Palermo), Consumer (Sludge da Catania), Skeletal Gore (death metal da Siracusa), Necrosi (death metal da Agrigento). Sul fronte, invece, dei gruppi palermitani del passato che secondo me sono una bomba e andrebbero ascoltati anche solo per cultura dell’underground italiano: Haemophagus, Undead Creep, F.U.G., L.e.ar.n., Close to Collapse, Shock Troopers, Burst Up, Soviet Nuns, Sonny Corleone, Semprefreski.

Cosa vi piace e cosa invece vi infastidisce, a livello di dinamiche, della scena del metal estremo italiana? Quali sono le vostre impressioni al riguardo?

Crediamo di saperne poco della scena metal italiana, o meglio della parte non prettamente diy. Ci sono dinamiche che non conosciamo direttamente ma che immaginiamo, robe come il pay to play per i slot ai festival, i contest, le recensioni su richiesta e quelle cagate lì. Nei contesti dove abbiamo suonato finora, se non in pochissimi casi, ci siamo trovati sempre bene, forse abbiamo girato poco ancora per averne vera contezza.

So che all’interno della band ci sono elementi che bazzicano anche la scena hardcore/punk/grindcore, cosa vi lega come Spasticus a questo tipo di scena e alle sue dinamiche così diverse da quelle tipicamente metal?

Certo! Tutti e tre siamo appassionati di grind, punk hc, crust e così via, sia Anselmo che Walter suonano/suonavano in gruppi punk hc, grind e noisecore (Negative Path, Eraser, Dukov, Re-Turds). Finora abbiamo suonato sia in contesti diy, posti occupati e non, sia in locali o venue prettamente musicali/non politicizzate, sicuramente sono esperienze che ti lasciano impressioni e sensazioni diverse. Finora comunque ci siamo trovati bene a suonare sia al pub sotto casa sia al Kopi a Berlino, sono due tipi diversi di concerto ma non si escludono a vicenda secondo noi.

A maggio dello scorso anno avete pubblicato anche uno split con i Boia, altro nome interessante dell’underground metal italiano. Come è nata la collaborazione con la band calabrese e quali sono stati i motivi che vi hanno spinto a collaborare ad uno split proprio con i Boia?

I ragazzi dei Boia sono nostri amici ormai da un po’ di anni, più o meno da quando siamo diventati amici anche dei Bunker 66 e abbiamo cominciato a mettere su concerti assieme. Poi i Boia si sono sciolti ma 3/4 del gruppo sono confluiti nei Gargoyle, un gruppo doom con influenze black molto particolare con cui tra l’altro faremo delle date assieme nel 2023. Lo split è stata una decisione spontanea, quasi casuale, dettata dal fatto che i Boia appena scioltisi avevano ancora del materiale da pubblicare e noi avevamo appena completato 3 pezzi nuovi, inizialmente pensati per un 7″. Meglio così alla fine!

Prossimi progetti in casa Spasticus? Siete già al lavoro su nuovo materiale?

Come dicevamo all’inizio, siamo appena tornati dal nostro primo tour, che si è svolto tra Italia, Austria, Slovenia, Repubblica Ceca e Germania, perciò negli ultimi mesi ci eravamo più che altro dedicati alla scaletta per i live, ora
stiamo riprendendo il filo della scrittura del primo Lp, siamo a poco più di metà, senza forzature e corse allo studio dovremmo riuscire a tirarlo fuori entro il 2023. Sul fronte live terremmo il grosso degli impegni per dopo l’uscita del full ma verso l’estate dovremmo fare un weekend lungo con i sopracitati Gargoyle in giro per l’Italia.

Intervista terminata, spazio totalmente a vostra disposizione per aggiungere quello che pensate sia valido o interessante. Grazie ancora!

Grazie a Disastro Sonoro, è stato un piacere, speriamo non si capisca che in realtà siamo analfabeti…