Contrasto – Solo per Te (2023)

respiro piano per non far rumore mentre ripenso a quei giorni di marzo e ne sento l’odore, le celle in fiamme sui tetti per strada, quei lacrimogeni a pieni polmoni, la vita ritrovata

Le rivolte di Modena

COME QUANDO UN RESPIRO LUNGO RINFRESCA L’ARIA SULLA FACCIA… RIEMPI QUESTO CUORE DI RABBIA E FERVORE, TORNA A FARMI RESPIRARE DI AMORE CRIMINALE.

Da “Dentro le Mura” del 1997, i Contrasto sono sinonimo di coerenza, di militanza, di rabbia, di passione e di punk hardcore politico e personale. A distanza di 26 anni i Contrasto incarnano ancora tutto questo in maniera sincera e appassionata, mossi da tensioni rivoltose e pensieri incendiari capaci di far breccia nei cuori, continuando a sottolineare come il punk e l’hardcore siano, prima di tutto il resto, un vettore ideologico-politico. Una musica che si fa minaccia reale dentro una cornice di conflitto quotidiano, attraverso cui comunicare, incontrare, approfondire, dibattere, ascoltare, esprimere, rivalutare, agire e respirare; sostanzialmente per far ritornare la parola alla parola e la parola all’azione, per convertire le parole che urliamo nei microfoni, che scriviamo, che canticchiamo o che sussurriamo a filo di voce, in fuoco. Dopo essermi infatuato e aver coltivato per anni l’amore provato per quel capolavoro intitolato Politico Personale, disco che non ho mai avuto il coraggio di recensire per via del legame emotivo che si era creato con esso e per via del fatto che le parole scritte da Max e gli altri riverberassero in me in una maniera unica e precisa, ho atteso a lungo un nuovo album targato Contrasto.

E’ un caldissimo e annoiato pomeriggio di giugno quando, come fulmine a ciel sereno, viene pubblicato il video di Solo per Te, il primo singolo che da il titolo a questo nuovo lavoro della band di Cesena. Come un ragazzo innamorato che incontra dopo anni la persona amata, attesa e mai dimenticata, inizio l’ascolto del brano… arrivato alla fine una, due, cinque volte, sento uno strano sapore di amarezza in bocca, non come se i Contrasto mi avessero deluso ma come se non riuscissi più a ritrovare nella loro musica quello che il già citato Politico Personale e ancora prima il bellissimo Tornare ai Resti mi avevano fatto provare nello stomaco, sulla pelle e nella testa, quelle parole e quelle tensioni che riverberavano in maniera assordante dentro di me. In più qualcosa musicalmente di Solo per Te mi fece storcere il naso, forse il sapore troppo simile a certo “street” punk rock degli ultimi tempi che, per quante volte ci abbia provato, proprio non riesco ad apprezzare fino in fondo. Con il timore di una completa svolta verso sonorità molto più melodiche e lontane dall’hardcore punk politico a cui mi ero affezionato, rimasi comunque profondamente felice di sapere dell’imminente pubblicazione del nuovo album dei Contrasto, perchè dopo tutto al cuore non si comanda e loro rimangono una delle band a cui sono più affezionato, tanto dal punto di vista musicale quanto da quello umano e politico.

Poi a fine giugno finalmente il nuovo album viene pubblicato, sia in formato fisico grazie alla solita cospirazione diy che permette la diffusione di questi pensieri e parole dinamitardi, sia in formato digitale. Prendo tutto il fiato che posso, cerco di tenere a bada le emozioni e mi tuffo a capofitto nell’ascolto delle 8 tracce che compongono Solo per Te. Il disco si apre con Armi e Bagagli, titolo che evoca immediatamente la splendida copertina di Politico Personale, il classico pezzo dei Contrasto più recenti, anthemico e riottoso allo stesso tempo, un pezzo punk hardcore diretto come un pugno sferrato all’altezza della bocca dello stomaco che parla di antifascismo militante e sputa veleno sugli accademici figli del 68 e sugli infami che compromettono la lotta. Mi ricredo immediatamente, cancello le impressioni che erano nate in me dopo l’ascolto di Solo per Te, ritrovo i Contrasto di cui sentivo la mancanza e continuo l’ascolto del disco con Come il St.Pauli, traccia già presente nello split di qualche mese prima con i Tear Me Down. Probabilmente il brano più street punk mai scritto dalla band cesenate, un inno ultras militante che si stampa in testa al primo ascolto, mentre la voce di Max racconta delle lotte del quartiere St.Pauli ad Amburgo e dell’omonimo club calcistico noto per le sue posizioni antifasciste, antirazziste e contro la guerra. Nei Giorni più Bui è l’altro brano già presentato sullo split con i Tear Me Down, forse la prima traccia di cui mi sono infatuato realmente durante l’ascolto, altro brano punk hardcore che riesce a bilanciare perfettamente le vecchie tensioni sonore della band e le aperture più melodiche e punk rock, con la solita poetica in cui si intrecciano perfettamente il personale e il politico ormai marchio di fabbrica dei Contrasto, con la scelta accurata delle parole per esprimere i pensieri, per veicolare messaggi e per invitare alle riflessioni e citando addirittura la Rote Armee Fraktion con la celebre frase “l’incapacità di usare violenza getta nell’impotenza di fronte al fascismo”… Brucia passione, brucia infinita.

E poi si giunge finalmente a quelli che ritengo essere i momenti più alti, emozionanti ed intensi di tutto l’album, rappresentati da Sante e Le Rivolte di Modena, due brani che nelle atmosfere, nelle emozioni evocate, nello stile poetico e nelle sonorità segnano un continuum evidente con canzoni del passato come C’è qualcosa in me che è più vecchio di me, Come l’interno visto dall’interno o Questa non è forse guerra e al contempo si riallacciano al discorso acustico e dal sapore cantautoriale che i Contrasto hanno intrapreso anni fa con il progetto Labile Istante di Vuoto. Sante è dedicata al bandito-compagno rivoluzionario Sante Notarnicola e alla sua anima inquieta, morto nel marzo del 2021 dopo aver passato più di vent’anni nelle infami carceri dello Stato che non riuscirono mai a spegnere il suo spirito rivoltoso e la sua coscienza politica, ma anzi lo convinsero ad agire da dentro contro le condizioni detentive, i regimi di tortura e i diritti dei detenuti. Canzone che mette i brividi dall’inizio alla fine, perchè visceralmente politica e personale in ogni sua parola, nota, emozione, sospiro.

Le Rivolte di Modena è invece il brano scelto dai Contrasto per chiudere l’album e credo non sarebbe potuta esserci scelta migliore, perchè è qui che si raggiunge l’apice della scrittura e della poetica della band di Cesena e perchè la voce di Max a scandire il testo mette i brividi dal primo all’ultimo secondo. Il testo chiama in causa in maniera evidente le rivolte che hanno interessato il carcere Sant’Anna di Modena nei primi giorni della pandemia da Covid-19, quando il lockdown e le misure adottate furono ancora più stringenti e dure per le persone detenute nelle patrie galere. Furono 8 i detenuti morti (uccisi) in seguito alle rivolte dell’8 marzo 2020 a Modena e siamo tutti a conoscenza delle violenze e delle torture agite dalle forze dell’ordine per sedare le proteste nelle carceri di tutta Italia in quel periodo, quindi credo sia molto semplice individuare gli assassini e i responsabili. Un testo di una carica anticarceraria senza eguali, lontano da slogan facili, scontati e fondamentalmente innocui, ma denso di tensioni di rivolta e vita ritrovata prima ancora che vissuta.

… di botte ne hanno prese tante, non saranno quelle che verranno a fargli paura. Io ancora un po’ piango perché il mondo la fuori non è bello e quando provo a immaginarmi nel mondo dentro ahimè lo vedo senza uscita.

Contributo di un familiare di un detenuto, citato in “Morti in una città silente, la strage dell’8 marzo 2020 nel Carcere di Sant’Anna di Modena” di Sara Manzoli

Fino all’ultimo istante, tornare e ritornare ai resti ancora e ancora. Centomila altre volte ancora, centomila altri fuochi ancora, centomila altre rivolte ancora. Finché i pensieri e le parole si facciano realmente dinamite, per una vita radicalmente diversa, per un presente radicalmente diverso. Per puntare e riprenderci il cielo; accanto a complici sconosciuti, accanto a chi si può guardare negli occhi e prendere per mano verso infinite notti bellissime e altrettanti giorni migliori, in costante ricerca di pulsioni affini, inseguendo bagliori nei giorni più bui. Solo per te compagna, fratello, sconosciuto. Un album che diventa casa, rifugio e tana ascolto dopo ascolto e, per dirla con le parole della band, “casa è dove finalmente cessa ogni tentativo di fuga“. Grazie Contrasto anche questa volta, perchè è ancora l’ora di armare le parole e convertirle in fuoco.