Prehistoric War Cult – Cold Wind Howls Over The Burial Site (2021)

Prehistoric metal of death is the soundtrack of the savage war to come… and meanwhile the cold wind howls over the next burial site!

In una scena spesso ambigua, se non apertamente tollerante nei confronti di gruppi vicini all’estrema destra come quella del cosiddetto war metal, fa estremamente piacere imbattersi in una band come i tedeschi Prehistoric War Cult che non si nasconde e anzi prende una netta posizione antifascista. I Prehistoric War Cult, portando alto lo stendardo del più feroce e primordiale war metal, già dal nome lasciano pochi spazi all’immaginazione su quello che sono capaci di offrirci con questa loro prima fatica in studio intitolata Cold Wind Howls Over The Burial Site.  La musica dei tedeschi potrebbe essere sintetizzata come il figlio bastardo, assetato di distruzione e sangue, del death metal più marcio e ferale e del black metal più primitivo e oltranzista, un sound opprimente, oscuro, feroce e primitivo che guarda tanto a nomi seminali come i Beherit di “The Oath of Black Blood” quanto alla proposta dei più recenti Caveman Cult. Un bestial war metal che non fa prigionieri e non lascia scampo a niente e nessuno, tira dritto per la sua strada in nome della guerra selvaggia e della violenza primitiva senza scrupoli, ribadendo la supremazia del metal estremo suonato con furia cieca e violenza barbarica.

Bastano difatti i 53 secondi dell’intro Marks of Death in Abandoned Caves per comprendere di essere al cospetto di un assalto di death/black metal implacabile e spietato, che non ha intenzione di risparmiarsi in termini di ferocia, brutalità e barbarico spirito guerresco. Sette tracce per una ventina di minuti abbondanti in cui veniamo sommersi da un riffing forsennato, blast beats tritaossa e da vocals selvagge, tutti elementi con cui i Prehistoric War Cult riescono costruire un’atmosfera soffocante e sulfurea che ci inghiotte senza lasciarsi speranze o attimi di tregua. Tracce come Blood Sacrifice e Towards the Blazing Monument (of Creation) evocano gli spettri di Goatlord e Black Witchery (altre due fondamentali influenze) in maniera convincente, pur dimostrando una buona dose di personalità nel trovare soluzioni interessanti e non monotone in un genere come il “war metal” fortemente inflazionato soprattutto negli anni più recenti. Altro momento di altissimo livello è Raiding The Enemy Village (As Foretold By The Sacred Bones), brano che, come evocato dal titolo steso, ha tutta la ferocia di un incursione barbarica, di una razzia selvaggia all’interno di un villaggio nemico che si trova impreparato e indifeso nell’affrontare la distruzione dispensata in nome del “preistorico metal della morte”! Lasciate ogni speranza e accettate dunque il culto del war metal suonato dai Prehistoric War Cult e siate pronti al bagno di sangue che lascerà dietro di sé questo Cold Wind Howls Over The Burial Site. 

Che i barbari si scatenino. Che affilino le spade, che brandiscano le asce, che colpiscano senza pietà i propri nemici. Che la guerra selvaggia  prenda il posto della rassegnazione, che la violenza primitiva prenda il posto del attesa, che il culto del metallo preistorico regni tra le macerie di questo mondo. Che le orde barbariche vadano all’assalto al grido di “Prehistoric Metal of Death”!