“In the Years of Desolation” – 5 Devastanti Dischi della Scena Punk Greca Pubblicati nel 2021

Negli anni ’90 la Grecia è stata un terreno estremamente fertile per le sonorità hardcore e punk; dagli abissi della penisola ellenica emersero infatti una moltitudine di gruppi orientati a suonare un crust punk e un hardcore oscuri e dai toni fortemente apocalittici, con una marcata influenza di band seminali quali Amebix, Antisect e Axegrinder. Band storiche come Chaotic End, Forgotten Prophecy o Panikos non si limitarono peró ad assorbire e riproporre le classiche sonorità crust inglesi degli anni ’80 in maniera scontata, ma, aggiungendo spesso parti di synth, marcando certe tensione metalliche e approcciandosi ad altri elementi capaci di costruire atmosfere oscure, desolate e apocalittiche, lo mutarono in quella che può essere definita una vera e propria “terza via greca al crust punk”, un suono che dentro e fuori la penisola ellenica ha fatto scuola negli anni successivi, basti vedere quanto fatto anche negli anni dieci del duemila da band come Kataxnia, Hellstorm, Procrastinate o Conspiracy of Denial.

Downwinder live al Biologica Squat, Novembre 2021

E’ proprio da questa lunga tradizione e da questo brodo primordiale tipicamente greco che emergono oggi i Downwinder, band originaria della città di Volos e che ad aprile ha pubblicato il suo primo disco. Otto tracce per venticinque minuti di durata complessiva in cui i nostri da una parte recuperano le classiche sonorità crust britanniche di Axegrinder e Extinction of Mankind e dall’altra continuano nel solco scavato dai Chaotic End di In Front of Paranoia così come dai pià recenti Hibernation di In the Years of Desolation, ovvero un crust punk che filtra con sonorità metal (thrash e death su tutte) creando atmofere oscure e post-apocalittiche. Niente di nuovo sotto il sole penserete voi, ma bastano i pochi secondi di Infertile Seeds, brano posto ad introduzione del disco, per venire completamente inghiottiti dall’atmosfera vagamente malinconica e post-apocalittica evocata dalla melodia (che sembra voler citare “There is No Need for Crying” degli Avskum) con cui cui si apre la canzone e che ci porta immediatamente alla mente scenari dominati da desolazione, oscurità e smarrimento. Non fraintendete però, dalla successiva Balance of Terror fino a giungere alla conclusiva ,i Downwinder mostrano i denti, affilano le lame e lasciano divampare la loro attitudine bellicosa attraverso il loro crust punk senza comromessi e a quanto pare incapace di provare alcuna pietà. Lo “stenchcore” suonato dalla band è difatti molto più incline alla devastazione piuttosto che all’epicità di band come gli Swordwielder (per fare un esempio), un suono granitico votato alla distruzione e alla brutalità. In conclusione questo self-titled album dei Downwinder è un disco che tutti gli amanti di sonoritò crust, stenchcore e più metalliche non devono assolutamente lasciarsi sfuggire perchè la band ha dimostrato di avere un grande potenziale e di sapersi approcciare al genere con passione e la giusta dose di personalità. No sanctuary in the realms of madness, only Barren Wasteland Stenchcore!

Cambiando abbastanza approccio rispetto ai Downwinder, i Paroksysmos hanno finalmente rilasciato un nuovo disco a distanza di ben sei anni dalla loro ultima fatica in studio. Per quanto estremamente poco prolifica, siamo (a parer mio) di fronte ad una delle migliori realtà della scena crust/hardcore punk greca degli ultimi dieci anni. Nonostante gli anni passati dall’ultimo Σἠψη Γενεών siano oggettivamente tanti, con questo nuovo self-titled album la proposta dei Paroksysmos non mostra il minimo segno di cedimento e tantomeno la perdita di ispirazione, anzi ce la ripropone in una veste se possibile ancora più potente, monolitica e devastante. Pubblicato dalla eccellente Extreme Earslaughter, etichetta DIY con un occhio estremamente attento alle nuove proposte hardcore, punk e crust della scena ellenica attuale e attiva anche nel riscoprire oggetti smarriti e piccole gemme dell’underground greco del passato, questo nuovo disco dei Paroksymos prende le sembianze di un vero e proprio concentrato delle diverse anime e sonorità che hanno attraversato la scena greca dagli anni 90 ad oggi, con il crust punk a far da minimo comune denominatore. C’è l’influenza dell’iconico sound hardcore/crust greco di band come Forgotten Prophecy o primi Chaotic End, così come dei seminali vagiti grindcore di band elleniche semisconosciute quali Tubercolosis e Sound Pollution. E’ altrettanto evidente l’impatto avuto da band quali Filthy Christians, Unseen Terror, Terrorizer o primissimi ENT sulla musica di Vagelis, mente e braccio dietro il progetto Paroksymos, tutte influence capaci di emergere in maniera netta e chiara durante l’ascolto. I Paroksysmos son capaci di alternare momenti vagamente più “lenti” che evocano gli spettri dei già citati Forgotten Prophecy ad altri che sono letteralmente schegge di caos impazzite in grado di creare un vortice distruttivo di crust, hardcore e proto-grindcore che non lascia tregua. Tredici tracce per un disco imperdibile e devastante dall’inizio alla fine; quasi quaranta minuti che, tirando le somme, attraverso i quali Vagelis ci offre un riassunto sincero e appassionato di tutte le incarnazioni e le sonorità estreme che hanno attraversato la scena punk e hardcore greca dagli anni 90 ad oggi. Un disco dalla profonda attitudine hardcore come non se ne sentivano da tempo, per questo motivo non dovreste perdere altro tempo e correre ad ascoltarlo immediatamente!

Rimanendo in tema di pubblicazioni targate Extreme Earslaughter (estremamente attiva e prolifica nel 2021), ci imbattiamo negli ateniesi Yakuza. Iniziamo col dire che i riferimenti estetici alla cultura giapponese all’interno della scena hardcore e punk non sono più una cosa così innovativa o personale e che ci sono band che ormai ne hanno fatto un loro marchio di fabbrica super riconoscibile come gli svedesi Paranoid. Può sembrare quindi un azzardo per questa nuova band richiamare in maniera così esplicita attraverso nome ed estetica la cultura giapponese, ma c’è anche da essere onesti e dire senza troppi giri di parole che dopo un solo ascolto di questa Demo 2021 gli Yakuza fugano ogni dubbio sulla validità e la potenza del loro d-beat hardcore/raw punk. Musicalmente siamo nei territori del più classico d-beat/raw punk, sonorità che, quando vengono suonate con passione e bravura, non stancano mai e difficilmente lasciano impassibili i malcapitati che ci si imbattono o i folli che scelgono di abbracciare questo vortice di “chaos non musica” senza alcun timore. Il sound degli Yakuza porta alla mente, inutile negarlo, i già citati Paranoid, così come altrettante band svedesi (Warvictims e Disarm su tutti) e giapponesi (Framtid e Disclose), senza mai recidere completamente il cordone ombelicale che li lega ai progenitori del genere, ovvero i Discharge (omaggiati difatti con la cover di Meanwhile) e in generale alla primordiale scuola d-beat britannica (Disaster in primis). Sette minuti e mezzo per lasciare solo macerie e per imporsi come una delle realtà da tener d’occhio in ambito d-beat/raw punk nei prossimi mesi e anni. Another raw brutal assalt, another d-beat war!

Per finire la carrelata di band pubblicate dall’Extreme Earslaughter, vi parlo dei Ολική Άρνηση Αξιών e della loro demo pubblicata a dicembre. Se siete in fissa totale per il crust punk/d-beat più marcio, sporco, rumoroso e caotico che ha le proprie radici ben salde nel sound iconico e primordiale di band come Hiatus, Doom e primi Extreme Noise Terror, questa nuova band di Atene e il loro debutto sono la cosa migliore in cui potete imbattervi per farvi distruggere timpani, cervello e ossa. Un d-beat/crust punk suonato come se si fosse nell’Inghilterra di fine anni 80 o in qualche umido e sporco squat belga degli anni 90, con la stessa attitudine riottosa, la stessa esigenza espressiva tutta istinto e rabbia e con una profonda coscienza politica in senso anarchico a fare da filo conduttore delle 6 tracce presenti su questa demo. Undici minuti che diventeranno fortunatamente molti di più considerate le volte che vi ritroverete a rimettere il disco dall’inizio. From resignation to revolt, a fucking crust holocaust in your head!

Per finire questo viaggio alla scoperta dei cinque dischi hardcore, punk e crust più interessanti pubblicati dalla scena greca nel 2021, ci dobbiamo obbligatoriamente imbattere in Surrendered to Doom dei ΦΟΡΜΟΛΗ (Formoli), band proveniente da Akrainfio. Nuova band che appare sulla scena greca, ma sonoritá che segnano un netto e solido continuum con il grind-crustcore vecchia scuola, un sound trainato da martellanti ritmi d-beat assolutamente devastanti e che ci investe con la sua carica devastante, impetuosa e brutale dal primo all’ultimo secondo. Tra Extreme Noise Terror, primissimi Napalm Death, Doom e i ben più recenti Mass Grave, i Formoli ci danno in pasto nove tracce che assumono le sembianze di vere e proprie ricette per il caos, in un mix perfetto di istinto riottoso e violenza senza pietà e senza tregua. Venticinque minuti che bastano a questa tempesta di grind-crust per inghiottirci, frantumarci le osse e lasciarci a terra senza energie. Venticinque minuti con cui i Formoli si presentano, annunciano la loro dichiarazione di guerra e ci danno un assaggio della distruzione che verrà in futuro. Surrendered to doom, condemned to suffer!

P.s. Come copertina di questo articolo ho volutamente scelto una foto dei Downwinder e del loro live di novembre al Biologica Squat, storica occupazione di Salonicco sgomberata dopo 34 anni alle prime luce del 31 dicembre, per ribadire la mia solidarietà e complicità con quell’esperienza di lotta, autogestione e occupazione e con i/le compagnx che l’hanno attraversato e vissuto. E per ribadire ancora una volta che il punk significa solidarietà, soprattutto con la pratica dell’occupazione a scopo politico ed abitativo. Inoltre se volete supportare le spese legali in seguito allo sgombero e alla repressione, potete acquistare la compilation benefit “Punk for Biologica” pubblicata da Greek Punk Collective. Rendere nuovamente l’hardcore una minaccia, qui ed ora!